• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02637 il nodo ferroviario di Udine non è stato ancora correttamente connesso alla nuova linea a doppio binario verso il valico di Tarvisio ed il traffico dalla stazione della città si collega...



Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02637presentato daPIEPOLI Gaetanotesto diLunedì 14 aprile 2014, seduta n. 211

PIEPOLI e GIGLI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
il nodo ferroviario di Udine non è stato ancora correttamente connesso alla nuova linea a doppio binario verso il valico di Tarvisio ed il traffico dalla stazione della città si collega tuttora alla linea diretta verso nord passando nel vecchio tracciato a un solo binario;
da anni il nuovo allacciamento interrato con ampiezza per due binari è lasciato quasi abbandonato e incompleto ad un solo binario, pur rappresentando, come circonvallazione ferroviaria, la scelta ideale per la città;
il problema va risolto quanto prima, sia per i disagi sociali che determina, sia per l'importanza strategica che la nuova tratta ferroviaria assume nei collegamenti europei con i porti adriatici del Paese, e per l'obiettivo di contrastare l'emarginazione che la regione subirebbe da programmi riguardanti infrastrutture ferroviarie in competizione che si stanno attuando oltre confine;
la sistemazione della circonvallazione ferroviaria deve rientrare in un quadro di potenziamento della rete infrastrutturale regionale, vitale per la ripresa economica del Friuli Venezia Giulia, di cui il corridoio Adriatico-Baltico è elemento cardine;
il progetto di collegamento Adriatico-Baltico già gode, peraltro, di importanti investimenti nel versante austriaco e di attiva iniziativa da parte della Slovenia per la variante concorrenziale di Capodistria-Maribor;
inoltre, ai ritardi nella realizzazione di un collegamento di grande importanza strategica per la presenza italiana nel sistema ferroviario europeo si sommano i disagi ed i problemi di sicurezza patiti da migliaia di cittadini residenti nella zona est di Udine, cittadini che da tempo si sono mobilitati per chiedere con forza lo spostamento dei convogli ferroviari dall'attuale vecchio percorso (parallelo a Viale Trieste) alla vicina negletta circonvallazione ferroviaria;
ciò renderebbe possibile l'eliminazione di ben cinque passaggi a livello, situati in una zona densamente popolata che, oltre ad essere origine di potenziali pericoli per la sicurezza dei cittadini in quanto ubicati a breve distanza dalle abitazioni, sono causa di notevoli disagi per la circolazione stradale, non solo per gli automobilisti, ma soprattutto per il «pronto intervento» delle autoambulanze, dei mezzi dei vigili del fuoco e delle forze dell'ordine; è facile, infatti, comprendere che, in presenza di un'emergenza, cinque passaggi a livello costituiscono un problema di grande rilievo sociale. Inoltre, essi rappresentano una fonte di inquinamento ambientale, soprattutto acustico, ma anche elettromagnetico e di polveri, patito dai residenti che vivono a ridosso del binario, e che è provocato non solo dai treni in transito accanto a case e palazzi, ma anche dalle auto in attesa ai passaggi a livello; non può essere, infine, dimenticato che i passaggi a livello risultano oggi antieconomici anche per i gestori della linea ferroviaria, per i costi di gestione e manutenzione e per i continui guasti;
la risoluzione di quest'annoso problema sta diventando sempre più urgente per molti cittadini che alle numerose promesse espresse dalle istituzioni nelle dichiarazioni ufficiali non hanno visto finora far seguito alcun fatto concreto;
solo dal mese di aprile 2013 è stata adottata una soluzione tampone con riapertura della linea notturna Udine-Cervignano per deviarvi sette treni merci al giorno sui ventuno totali che attraversano le vie cittadine;
inoltre, l'incidente ferroviario che nel 2009 causò una trentina di morti e una ventina di feriti nei pressi della stazione di Viareggio dovrebbe costituire un monito per tutti a non sottovalutare il pericolo rappresentato, in particolare, dal transito di tanti carri cisterna a così ravvicinata distanza dalle abitazioni;
nella stessa città di Udine, peraltro, una cisterna piena di liquido infiammabile deragliò in fase di manovra nel gennaio del 1999 e in quell'occasione solo la buona sorte contribuì ad evitare tragiche conseguenze;
nel decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, (cosiddetto «decreto del fare»), è stata stanziata una prima tranche di 10 milioni di euro per il nodo di Udine, in quanto è stato riconosciuto come intervento prioritario, essendo un «collo di bottiglia» sul corridoio Baltico Adriatico –:
se possa fornire notizie dettagliate sul programma nazionale relativo alle infrastrutture e ai trasporti e sulle iniziative necessarie per reperire fondi (statali-europei) per un potenziamento del sistema ferroviario del Friuli Venezia Giulia, evidenziando con opportuna visibilità nella lista delle spese e delle priorità la componente dovuta al costo del completamento della tratta in questione e sottolineandone la valenza primaria e l'urgenza. (5-02637)