• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01835    la ricerca scientifica degli ultimi anni ha dimostrato come la pratica regolare di esercizio fisico costituisca un fattore decisivo per il mantenimento di un buono stato di salute e per la...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01835presentato daVALENTE Simonetesto diMartedì 13 giugno 2017, seduta n. 812

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   la ricerca scientifica degli ultimi anni ha dimostrato come la pratica regolare di esercizio fisico costituisca un fattore decisivo per il mantenimento di un buono stato di salute e per la prevenzione di numerose malattie croniche, con particolare riferimento alle patologie cardiovascolari;
   l'istituzione del corso di laurea triennale in «Scienze motorie e sportive» e del corso specialistico in «scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate» dimostra come l'interesse verso il movimento corretto sia sempre maggiore proprio per le sue strettissime relazioni con la salute e il benessere dell'individuo;
   secondo le linee guida elaborate dall'Organizzazione mondiale della salute definite «Strategia sull'attività fisica per la regione europea 2016-2020», l'inattività fisica è divenuta tra i principali fattori di rischio per la salute: nella regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità l'inattività è ritenuta responsabile ogni anno di un milione di decessi (il 10 per cento circa del totale) e di 8,3 milioni di anni persi al netto della disabilità; a livello collettivo, l'inattività non solo ha un pesante impatto negativo in forma di costi diretti per il sistema sanitario, ma ha anche un elevato costo indiretto in termini di aumento dei congedi per malattia, delle inabilità al lavoro e delle morti precoci. Si calcola che per una popolazione di dieci milioni di persone per metà insufficientemente attive, il costo dell'inattività sia di 910 milioni di euro l'anno;
   alla luce di tali considerazioni, si è consolidata negli anni l'idea di introdurre la possibilità per il personale sanitario di prescrivere ai pazienti l'esercizio fisico come farmaco e di affidare alla figura professionale del laureato in scienze motorie la sua somministrazione in luoghi adeguati e sicuri; in base a questo orientamento, persone con disabilità stabilizzata da eventi patologici e persone con malattie cardiovascolari verrebbero assistite e monitorate da laureati in scienze motorie opportunamente formati e con la supervisione del personale sanitario all'interno di palestre funzionali al trattamento terapeutico;
   a livello nazionale emerge che alcune regioni hanno già avviato dei percorsi di sensibilizzazione diretti ad educare i cittadini a svolgere esercizio fisico per evitare l'insorgenza di malattie croniche ma solo poche regioni hanno avviato una sperimentazione effettiva che preveda l'attività fisica come farmaco;
   a livello regionale, l'Emilia Romagna è stata capofila di un progetto promosso e finanziato dal Ministero della salute volto a sperimentare programmi di prescrizione di attività fisica attraverso la costruzione di percorsi assistenziali integrati al cui interno i centri di medicina dello sport delle Aziende Usl svolgono un ruolo centrale; già nel 2004, attraverso la delibera della giunta regionale Emilia-Romagna n. 775 del 26 aprile 2004 concernente il «Riordino delle attività di medicina dello sport che indicava tra i compiti dei servizi di medicina dello sport presenti in ogni azienda Usl la promozione dell'attività fisica nella popolazione generale e il recupero funzionale di soggetti affetti da patologie croniche, l'Emilia Romagna risulta tra le prime regioni ad essersi impegnata nella lotta alla sedentarietà e nella promozione di stili di vita attivi;
   altro caso emblematico si ritrova in Umbria dove a Perugia pazienti obesi diabetici sono stati inclusi in un percorso di cura che prevede anche un'attività fisica strutturata di gruppo; tale modello è risultato così positivo da essere inserito tra le migliori pratiche europee riconosciute per la prevenzione e la cura del diabete; giova segnalare anche il caso dalla regione Piemonte, dove lo scorso dicembre 2016 è stata presentata una proposta di legge che rende agevole la prescrizione dell'esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia da praticare in strutture pubbliche e private, accreditate dalle Asl per favorire la guarigione o il recupero di migliori condizioni di benessere psico-fisico;
   nonostante i positivi esempi sopra citati, rimane il fatto che l'introduzione dell'esercizio fisico nella pratica clinica nonché l'individuazione dei ruoli e delle professionalità chiave come attori principali della prescrizione e somministrazione richiedono la strutturazione di concreta modalità organizzative all'interno delle quali possano avvenire sia la prescrizione di attività fisica adattata alle caratteristiche dell'individuo, sia la sua somministrazione tutorata grazie a percorsi terapeutici che permettano il raggiungimento dei livelli di attività prescritta;
   attualmente, questa tipologia di attività alternativa all'uso del farmaco risulta molto frammentaria e variegata; se da un lato, le regioni si sono rivelate sensibili al tema della promozione dell'attività sportiva e in linea con le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della salute, dall'altro lato non tutte sono state in grado di far partire i progetti di sperimentazione, ciò comportando una disarmonia e un mancato coordinamento infraregionale; sarebbe auspicabile, pertanto, un raccordo a livello ministeriale e statale che renda omogenee le diffuse esperienze regionali al fine di individuare un comune modello di sperimentazione da mettere successivamente a regime;
   gli obiettivi sarebbero quindi duplici: selezionando i progetti e integrandoli fra di loro, si potrebbe dar vita ad un piano generale d'insieme che individui una disciplina comune; individuando progetti sperimentali efficaci, potrebbero realizzarsi programmi regionali sostenibili sul piano organizzativo ed economico –:
   se non ritenga indispensabile assumere iniziative per realizzare e mettere a regime un modello organizzativo su base nazionale per la prescrizione dell'attività fisica a persone con fattori di rischio o affette da patologie, coinvolgendo i medici dello sport, gli specialisti di riferimento e i laureati in scienze motorie;
   se non intenda assumere iniziative per avviare a livello nazionale un'implementazione di strutture o palestre della salute che siano adeguatamente funzionali alla somministrazione di attività fisica adattata e che siano concepite per promuovere l'esercizio fisico non soltanto ai fini della prevenzione ma soprattutto il trattamento di malati cronici.
(2-01835) «Simone Valente, Di Benedetto, Marzana, Brescia, D'Uva, Luigi Gallo, Vacca, Nesci, Silvia Giordano, Colonnese, Grillo, Lorefice, Mantero, Agostinelli, Alberti, Baroni, Basilio, Battelli, Benedetti, Massimiliano Bernini, Paolo Bernini, Nicola Bianchi, Bonafede, Brugnerotto, Businarolo, Busto, Cancelleri, Cariello, Carinelli, Caso».