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Atto a cui si riferisce:
C.4524 Disposizioni per la formazione alla genitorialità e per il sostegno della funzione educativa delle famiglie


Frontespizio Relazione Progetto di Legge
Testo senza riferimenti normativi
XVII LEGISLATURA
 

CAMERA DEI DEPUTATI


   N. 4524


PROPOSTA DI LEGGE
d'iniziativa dei deputati
IORI, ALBANELLA, AMATO, ASCANI, CAPONE, CARLONI, CARNEVALI, CARRESCIA, CASELLATO, CENSORE, COPPOLA, CRIMÌ, CULOTTA, DALLAI, MARCO DI MAIO, D'INCECCO, DONATI, ERMINI, FAMIGLIETTI, FRAGOMELI, FREGOLENT, GANDOLFI, GASPARINI, GNECCHI, LODOLINI, PATRIZIA MAESTRI, MAGORNO, MANFREDI, MINNUCCI, MONTRONI, MORANI, PARIS, PARRINI, PATRIARCA, PORTA, ROCCHI, ROMANINI, SBROLLINI, SCHIRÒ, SENALDI, TARICCO, TIDEI, VALIANTE, VAZIO, VENITTELLI, VERINI, ZAMPA, ZANIN
Disposizioni per la formazione alla genitorialità e per il sostegno alla responsabilità educativa dei genitori
Presentata il 1° giugno 2017


      

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Onorevoli Colleghi! — Investire sulla responsabilità genitoriale nell'educazione e nella crescita dei bambini è determinante, oggi più che mai, per prevenire le diverse forme di disagio giovanile, nonché per affrontare le sfide che repentini cambiamenti legati alla diffusione del web impongono ai genitori e agli adulti di riferimento. La responsabilità genitoriale, prevista dal decreto legislativo 28 dicembre 2013, n. 154, è un'autentica emergenza sociale e richiede risposte urgenti.
      La violenza dei giovani e tra i giovani si è fatta più efferata. Il macabro gioco del «blue whale challenge», che coinvolge i ragazzi fino a togliersi la vita, è solo l'ultimo indizio di un malessere crescente. Suicidi e omicidi in aumento dilagante tra gli adolescenti, per vergogna e paura, come nei casi di cyberbullismo, o dopo un litigio per droga finito male. Il web è il principale cambiamento sopraggiunto nelle relazioni genitoriali, ma non ha eliminato gli altri. La droga, ad esempio, fa molto meno notizia di qualche anno fa. Si tralascia del tutto il tornare a interrogarsi sul perché della ricerca di evasione, di adrenalina, di esperienze forti, fino all'autodistruzione. La droga è spesso un palliativo per un male che cresce dentro piano piano e alla fine fagocita la vita.
      Dietro questi episodi che ogni giorno la cronaca ci riferisce si cela il disagio generazionale che oggi vive una fase di nuova e preoccupante escalation. Ragazzi soli e solitari, persi ore e ore in uno smartphone, sempre connessi al web e spesso in preda a emozioni eccessive, distorte.
      L'incapacità di accorgersi di questo malessere e di trovare risposte interroga con urgenza i compiti genitoriali. Dove sono le famiglie di questi ragazzi? Gli adulti sono assenti, distratti, smarriti, incapaci di interpretare il turbamento dei propri figli. «Increduli» si sono dichiarati i genitori della ragazza della balena blu che aveva fissato la data in cui avrebbe posto fine alla sua vita. Non si erano accorti di nulla. Il dramma segreto di tanti adolescenti esprime le difficoltà e talvolta il fallimento di una generazione di giovani padri e madri che oggi non trovano il modo per parlare con i propri figli, per confrontarsi, per educarli, per trasmettere regole e valori. Non perché non vogliano farlo, ma perché si sentono timorosi di sbagliare, di non trovare le parole.
      Aumentano le distanze tra genitori e figli, il dialogo autentico, faccia a faccia, è sempre più raro, sostituito da silenzi e dall'isolamento che ogni componente della famiglia si crea, spesso attraverso il mondo virtuale della rete internet e del web degli smartphone. Del resto i genitori stessi chattano a tavola invece di parlare, ignorano cosa fanno in rete i figli. Si limitano a chiedere «com'è andata la verifica?».
      Spetta innanzitutto ai genitori recuperare la dimensione dell'ascolto, quello autentico, nei confronti dei figli, non tralasciare la dimensione della responsabilità e il rispetto delle regole, aver cura del proprio universo emotivo perché l'analfabetismo dei sentimenti è oggi forse la causa principale dell'incapacità di gestire il proprio vissuto e di scegliere, quindi, i comportamenti in modo responsabile.
      Per stare nella vicinanza emotiva e osservarli occorre avere tempo e volontà di affrontare anche conflitti, discussioni, confronti difficili e scomodi. Lasciar perdere significa però spesso aprire la porta allo sbandamento di ragazzi che non sanno ancora quale direzione prendere. E i genitori devono assumere la responsabilità di indicare la direzione. La responsabilità genitoriale è innanzitutto questa tensione educativa e relazionale per indicare delle regole, a fronte di un lassismo preoccupante. Sprovvedutezza, disinformazione e improvvisazione possono portare alla scelta di non vaccinare, a seguito di una campagna di disinformazione o del rifiuto di curare i figli con la medicina tradizionale, ostinandosi nell'omeopata, nonostante il figlio sia già in coma, fino a lasciarlo morire. Nell'incapacità di distinguere le «bufale» senza fondamento scientifico emergono l'annullamento della dimensione genitoriale e lo spaesamento delle agenzie educative tradizionali, dalla famiglia alla scuola.
      Queste esemplificazioni impongono di rafforzare il dovere civico collettivo dell'educazione alla genitorialità. Perché genitori non si nasce, ma si diventa. È essenziale intervenire precocemente e per farlo occorre promuovere azioni a sostegno della genitorialità fragile: l'affrancamento familiare, attraverso i servizi sociali o le organizzazioni di volontariato, nonché l'aiuto che una famiglia può dare a un'altra famiglia rappresentano strumenti che occorre incentivare per impedire che le vulnerabilità genitoriali si trasformino in criticità insanabili, che portino a situazioni di sofferenza e di pericolo per i minori. Ed è altresì necessario superare la difficoltà dei genitori a condividere con altri genitori la sfida educativa, perché l'isolamento nella solitudine o nella vergogna non aiuta nessuno e finisce per cercare risposte inadeguate.
      Le reti informali esterne rappresentano il terreno più fecondo di risorse per la famiglia; sono il tessuto che sorregge la genitorialità diffusa, fonte di appartenenza, di relazioni e di identità. Le reti informali non offrono solo protezione, ma anche riconoscimento e fiducia e creano modalità interattive importanti.
      Ecco perché ritornare a parlare di coesione sociale, oggi, è un imperativo sociale e politico che coinvolge tutti: scuola, famiglia, mondo dello sport, Chiesa e più in generale tutte le agenzie educative.
      Ed è prioritario compito della politica assumere queste emergenze potenziando luoghi educativi, aggregativi, sportivi e ludici per adolescenti, contrastando l'abbandono scolastico ma anche, contestualmente, incrementando le attività di formazioni e sostegno alla difficile genitorialità dei nostri giorni.
      La crisi delle condizioni genitoriali è anche legata al nostro vivere in una società in cui i cambiamenti familiari sono sempre più frequenti e rapidi. Il cosiddetto ciclo di vita familiare è sempre più spesso interrotto dalle separazioni di coppia e dalle ricostituzioni di nuove unioni con nuove filiazioni e nuove fratellanze. Il legame che accomunava in passato le generazioni era una «eredità» di valori che venivano rivisti o riaggiustati, ma che comunque, nel modificarsi da una generazione all'altra, costituivano anche un filo di continuità. Ora questo processo si è spezzato e diventa più difficile per tutti porre domande al passato e al presente, individuare risposte e renderle operanti in un contesto sociale così mutevole e differenziato.
      È necessaria una diffusa azione sociale per contrastare l'isolamento e l'indifferenza reciproci. Il recupero del «noi», delle relazioni familiari e sociali che rivestano un senso, comporta il superamento dell'indifferenza sia per l'altro che è accanto a noi, sia per quell'altro più vasto che è la società. La socializzazione si traduce così in un essere «insieme» agli altri nella crescita come individui autonomi che esercitano il proprio diritto alla dignità umana, sociale e civile, anziché essere «accanto» ma soli, senza una reale condivisione di esperienze significative.
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PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
(Finalità).

      1. La presente legge ha la finalità di promuovere servizi e attività socio-educative a sostegno della responsabilità genitoriale volti a una maggiore consapevolezza educativa, nonché dei doveri e degli obblighi che competono al ruolo genitoriale.

Art. 2.
(Attività e servizi di sostegno alla responsabilità educativa genitoriale).

      1. Il Ministro della salute e le regioni, nel rispetto delle finalità di cui all'articolo 1, in raccordo tra loro, istituiscono, all'interno dei corsi di preparazione al parto attivati dal Servizio sanitario nazionale, un modulo, corrispondente almeno alla metà delle ore complessive degli stessi corsi, dedicato agli aspetti psico-pedagogici dell'accesso al ruolo genitoriale.
      2. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca promuove, all'interno degli organismi collegiali dei servizi educativi per i bambini da zero a sei anni, della scuola primaria e della scuola secondaria, lo svolgimento di attività formative, rivolte ai genitori a sostegno della responsabilità educativa genitoriale, aventi ad oggetto conoscenze psico-pedagogiche pertinenti alle tematiche emergenziali e idonee ai differenti passaggi delle età dei bambini e degli adolescenti.
      3. Il modulo e le attività previsti dai commi 1 e 2 possono essere realizzati in collaborazione con associazioni, enti e organizzazioni, nonché consultori familiari ove esistenti nel territorio.
      4. I comuni e gli altri enti territoriali sono tenuti a promuovere servizi socio-educativi innovativi al fine di potenziare le esperienze di aiuto tra famiglie, le reti di vicinato e le forme di affiancamento familiare

per le famiglie in situazione di maggiore fragilità, coinvolgendo il mondo sportivo, la Chiesa, le istituzioni scolastiche e altre agenzie educative esistenti nel territorio.
      5. In conseguenza dell'aumento delle separazioni genitoriali e delle famiglie ricostituite, i servizi di cui al comma 4 sono rivolti con particolare attenzione all'attivazione di servizi di mediazione familiare aventi lo scopo di preservare i figli dalle conflittualità relazionali dei genitori e di potenziare la coeducazione, anche in caso di interruzione del rapporto di coppia, finalizzata al superiore interesse del minore.
Art. 3.
(Clausola di invarianza finanziaria).

      1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.