• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04545 all'inizio di marzo 2014 la penisola di Crimea, area particolarmente strategica sotto il profilo geopolitico, è diventata lo scenario di crisi e di confronto tra l'Ucraina e la Russia,...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04545presentato daCIRIELLI Edmondotesto diGiovedì 17 aprile 2014, seduta n. 214

CIRIELLI. — Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
all'inizio di marzo 2014 la penisola di Crimea, area particolarmente strategica sotto il profilo geopolitico, è diventata lo scenario di crisi e di confronto tra l'Ucraina e la Russia, inevitabile punto di approdo dei disordini in Ucraina che hanno avuto inizio il 21 novembre 2013, subito dopo la sospensione, da parte del Governo ucraino, di un accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione europea;
nei primi giorni di marzo 2014 sono stati registrati spostamenti di truppe russe in Crimea e il blocco del porto di Sebastopoli ai movimenti delle navi ucraine: dispiegamento di truppe approvato dal Parlamento russo con l'obiettivo di proteggere la popolazione di etnia russa in Crimea;
la composizione etnica della Repubblica autonoma di Crimea è russa per il 58,5 per cento e ucraina per 24,4 per cento ma nella penisola sono presenti anche altre minoranze, tra cui quella tartara e quella italiana, discendente da un flusso migratorio iniziato nell'Ottocento e che ha conosciuto le deportazioni staliniane;
oggi la comunità di origine italiana, impegnata soprattutto nel settore agricolo e della cantieristica navale, è formata da un gruppo di circa 300 persone, tutti anziani e ormai di nazionalità ucraina, a seguito della perdita di cittadinanza sotto l'Unione sovietica;
malgrado le numerose richieste, il Governo ucraino non ha ancora riconosciuto ai nostri concittadini lo status di popolo deportato, che oltre a costituire un riconoscimento morale, garantirebbe loro alcune agevolazioni;
tale riconoscimento è stato concesso dal Governo ucraino ai Tartari, ai Tedeschi, ai Greci e ad altre popolazioni deportate dalla Crimea, su interessamento dei vari Stati di origine;
da anni gli italiani di Kerch chiedono altresì al Governo italiano di riavere la cittadinanza, loro tolta con la violenza e la distruzione di ogni documento personale, che li tutelerebbe in una situazione di guerra e pericolo imminente, come quella che la Crimea sta vivendo in questi mesi;
nella stessa direzione sono intervenuti anche la Grecia e la Germania, che hanno agito tempestivamente per ridare la cittadinanza ai loro concittadini di Crimea, che avevano una storia simile a quella degli italiani, tutelandoli;
come emerso dagli organi di stampa nazionali, il crescendo delle tensioni ha allarmato gli italiani residenti in Crimea, che, oltre alla volontà di non aderire alla Russia, per mezzo di Giulia Giacchetti Boico, presidente dell'associazione «C.E.R.K.I.O.» (Comunità degli emigrati in regione di Krimea – italiani di origine), hanno espresso il sentito timore di una guerra civile e quello di «essere abbandonati» dalle autorità;
l'11 marzo 2014, con 4 giorni di anticipo rispetto al referendum indetto, il Parlamento della Crimea ha votato per l'autonomia della Crimea dall'Ucraina con 78 voti favorevoli su 81 votanti;
la vittoria dei referendari filo-russi e l'annessione alla Repubblica russa crea un'evoluzione le cui ripercussioni per la comunità italiana di Kerch sono ancora un'incognita –:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative ritenga opportuno intraprendere, in ragione del clima di tensione e di criticità che sta vivendo la penisola di Crimea, al fine di tutelare e salvaguardare i diritti degli italiani residenti in Crimea e i loro discendenti;
se intenda assumere iniziative, qualora ne sussistano le condizioni, per il riconoscimento dello status di popolo deportato e per l'ottenimento della cittadinanza italiana da parte dei nostri concittadini di Crimea. (4-04545)