• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/02670 negli ultimi mesi alcuni amministratori del comune di Verona e delle sue società partecipate sono stati coinvolti a vario titolo in inchieste della magistratura per reati contro la pubblica...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02670presentato daFIANO Emanueletesto diGiovedì 17 aprile 2014, seduta n. 214

FIANO, NACCARATO, ROTTA, D'ARIENZO e ZARDINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
negli ultimi mesi alcuni amministratori del comune di Verona e delle sue società partecipate sono stati coinvolti a vario titolo in inchieste della magistratura per reati contro la pubblica amministrazione;
il 23 ottobre 2013 la procura della Repubblica di Verona ha disposto, per i reati di peculato, corruzione, abuso d'ufficio, gli arresti del direttore generale, due dirigenti e cinque funzionari della società Azienda gestione edifici comunali (Agec) del comune di Verona e di un imprenditore;
il 17 febbraio 2014 la procura della Repubblica di Verona ha disposto l'arresto di Vito Giacino e, nell'ambito della stessa inchiesta, gli arresti domiciliari di Alessandra Lodi, avvocato e moglie di Giacino. A Giacino, vicesindaco e assessore all'urbanistica del comune di Verona, viene contestato il reato di concussione continuata dal 2008 al 2013;
il 4 marzo 2014 la procura della Repubblica di Verona ha chiesto il rinvio a giudizio per i vertici di nove aziende partecipate del comune di Verona e per due componenti del consiglio d'amministrazione di AMT (Azienda mobilità trasporti). Le persone coinvolte sono: Ennio Cozzolotto (Transeco e Amia - Azienda multiservizi di igiene ambientale), Maurizio Alfeo (Amia e Ser.I.T.), Alfonsino Ercole (Amia), Carlo Alberto Voi e Germano Zanella (Amt), Francesco Barini (Amt), Carla Sarzi (Amia e Amt), Stefano Zaninelli (Atv - Azienda Trasporti Verona), Giampietro Cigolini (Agsm - Azienda Generale Servizi Municipali, Amia), Giuseppe Canestrari e Riccardo Delfanti (Amt);
il provvedimento, che ipotizza il reato di abuso d'ufficio, è stato assunto al termine delle indagini sulle assunzioni di parenti e conoscenti degli amministratori all'interno di aziende partecipate dal comune;
il 1o aprile 2014, in seguito a polemiche su presunti illeciti amministrativi e rapporti con esponenti di famiglie vicine alla criminalità organizzata, si è dimesso Marco Giorlo, assessore del comune di Verona con deleghe a sport, casa, turismo;
ai fatti sopra riportati in estrema sintesi si deve aggiungere che la trasmissione televisiva «Report», andata in onda il 7 aprile 2014, ha documentato i rapporti tra il sindaco di Verona Franco Tosi e la consigliera comunale Katia Forte e il presidente della provincia di Crotone Stanislao Zurlo e l'imprenditore Raffaele Vrenna. Le quattro persone sono state immortalate mentre partecipano a una cena a Crotone per raccogliere fondi per la fondazione del sindaco Tosi «Ricostruiamo il Paese». Per Zurlo è stato chiesto il rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa; Vrenna, condannato in primo grado e poi assolto, è stato definito dal capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro un «imprenditore border line»;
nel corso della stessa trasmissione, come riportato dal quotidiano «L'Arena» in data 9 aprile 2014, sono emerse ulteriori notizie inquietanti. Un collaboratore di giustizia, Luigi Bonaventura, definito «reggente del clan Vrenna-Bonaventura», nel corso della citata trasmissione, ha raccontato di un incontro nel 2006 tra esponenti della criminalità organizzata e «imprenditori del nord venuti appositamente da Verona», al quale avrebbe partecipato «un componente della famiglia Giardino». Il citato articolo de «L'Arena» ha descritto una situazione dove esponenti politici dell'amministrazione comunale di Verona e alcuni imprenditori, «i Giardino, i Paglia, i Marziano», si sarebbero scambiati appoggi e favori in cambio di appalti e assunzioni nelle società partecipate dal comune;
agli interroganti appaiono strane e incomprensibili le ragioni per cui il sindaco di Verona abbia deciso di organizzare una cena per raccogliere fondi a Crotone e abbia accettato la partecipazione di persone in contatto con la criminalità organizzata;
in data 20 novembre 2013 gli interroganti avevano chiesto con interrogazione n. 4-02606 al Ministro dell'interno chiarimenti sulle relazioni tra la criminalità organizzata e l'impresa veronese Soveco spa;
si ricorda che tale ditta, con sede a Verona in via Cà di Cozzi 41, è una società di costruzioni di proprietà di Sabina Colturato e di Francesco Urtoler. Soveco è una delle principali imprese operanti negli appalti pubblici del territorio di Verona e partecipa alla realizzazione del traforo delle Torricelle, del filobus, di tre impianti di biogas, di parcheggi e centri commerciali e della ristrutturazione dell'ospedale di Peschiera. Antonio Papalia, ex marito della Colturato, secondo notizie pubblicate dai quotidiani veronesi, si occuperebbe degli affari immobiliari della Soveco in Romania. Papalia è stato coinvolto nel 1989 in un'indagine per traffico di esplosivi dal sud al nord Italia, ha precedenti penali e sembrerebbe essere il socio occulto della Soveco. Gli interroganti in particolare hanno chiesto se corrispondeva al vero il fatto che l'informativa del nucleo di polizia tributaria di Verona numero 6164 del 16 luglio 2009 individuava legami tra Antonio Papalia e la Soveco spa. Gli interroganti non hanno ancora ricevuto risposta;
la situazione dell'amministrazione comunale di Verona appare condizionata dall'azione dei diversi soggetti sopra indicati e ora oggetto delle indagini dell'autorità giudiziaria. Inoltre, la preoccupazione nell'opinione pubblica veronese per i fatti citati è aumentata dai rischi di una presenza di gruppi criminali in città e, più in generale, dalla cattiva amministrazione del comune –:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
se la Soveco spa sia in possesso della certificazione antimafia prevista dalla normativa;
se non ritenga il Ministro di sollecitare un intervento del prefetto di Verona ai fini di verificare in maniera approfondita e scrupolosa, con gli strumenti previsti dalla legge, la presenza di eventuali infiltrazioni criminali in grado di condizionare l'attività amministrativa. (5-02670)