• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00511 il 19 giugno 2013 il Senato della Repubblica ha approvato a larghissima maggioranza la mozione n. 1-00060 (testo 4) con la quale si impegna il Governo ad emanare stringenti direttive per le...



Atto Camera

Interpellanza 2-00511presentato daDI MAIO Luigitesto diVenerdì 18 aprile 2014, seduta n. 215

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
il 19 giugno 2013 il Senato della Repubblica ha approvato a larghissima maggioranza la mozione n. 1-00060 (testo 4) con la quale si impegna il Governo ad emanare stringenti direttive per le nomine nei consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica. In particolare, si richiede al Governo di «prevedere l'adozione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze di specifiche direttive che individuino per le società controllate direttamente o indirettamente dal medesimo Ministero criteri e modalità di carattere generale per la nomina e la decadenza dei componenti degli organi di amministrazione» prevedendo, «fermi i requisiti di onorabilità già previsti, l'introduzione di una specifica causa di ineleggibilità per coloro nei confronti dei quali sia stato emesso un decreto di rinvio a giudizio, per coloro che abbiano patteggiato la pena e per coloro che abbiano riportato una condanna per taluni reati quali, ad esempio, i reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica, contro il patrimonio, contro l'ordine pubblico, contro l'economia pubblica, in materia tributaria, in materia fallimentare, nonché la previsione della decadenza automatica, in corso di mandato, dei componenti degli organi di amministrazione nei confronti dei quali sia stato emessa una condanna penale o che abbiano patteggiato la pena per i suddetti reati». Nella mozione si impegna il Governo, altresì, ad adottare stringenti criteri legati al merito, alla competenza, alle esperienze formative e professionali, nonché all'assenza di conflitti di interesse e, infine, all'utilizzo di strumenti di trasparenza nel percorso di individuazione di tali soggetti da nominare;
a tal riguardo e in tal senso, il Ministro dell'economia e delle finanze ha emanato due direttive: una in data 24 aprile 2013 e un'altra in data 24 giugno 2013;
sempre a tal riguardo e in tal senso, da ultimo l'8 aprile 2014, la X Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) del Senato della Repubblica ha approvato una risoluzione (Doc. XXIV, n. 26) con la quale sostanzialmente si ribadiscono al Governo gli impegni già approvati nella mozione del 19 giugno 2013;
nei giorni scorsi il Governo ha comunicato la nomina di importanti manager di società pubbliche quotate in borsa;
la speranzosa attesa dell'opinione pubblica – che gli annunci del Presidente del Consiglio avevano alimentato in relazione ad una nuova modalità di selezione della classe dirigente – è stata clamorosamente disattesa con la scelta di nomi che rispondono a giudizio dell'interpellante alle più clientelari metodologie di selezione politica e che tanti danni hanno prodotto: esperienze gestionali fallimentari sono state «premiate» con nomine ancora più prestigiose con logiche evidentemente del tutto estranee a criteri meritocratici e di accountability gestionale;
per altri versi, tali nomine lasciano del tutto perplessi quanto all'opportunità politica;
desta particolare sconcerto la nomina dell'avvocato Alberto Bianchi nel consiglio di amministrazione dell'ENEL;
l'avvocato Bianchi, secondo quanto si apprende da fonti di stampa, sarebbe amico personale del Presidente del Consiglio, nonché legale di fiducia del medesimo e del dottor Marco Carrai, proprio quell'imprenditore che ha pagato per lungo tempo all'allora sindaco del capoluogo toscano l'affitto di una casa nel centro storico di Firenze;
come se non bastasse, sempre secondo quanto si apprende da fonti di stampa, l'avvocato Bianchi ha per lungo tempo ricoperto la carica di presidente e tesoriere della fondazione «Big Bang», nota anche come fondazione «Open», tramite cui l'attuale Presidente del Consiglio avrebbe «raccolto fondi e amicizie per dare la sua scalata al potere». Secondo quanto si può apprendere sul sito «web, i componenti del consiglio direttivo di tale fondazione, in carica fino all'approvazione del bilancio esercizio 2017, sono: Alberto Bianchi (presidente, il quale avrebbe già comunicato di non avere alcuna intenzione di dimettersi), Maria Elena Boschi (segretario generale), Marco Carrai e Luca Lotti;
inoltre, l'avvocato Bianchi è stato colpito da una pesante condanna in primo grado da parte della sezione giurisdizionale per la regione Lazio della Corte dei Conti (sent. n. 177/2013), con la quale è stato condannato al risarcimento di 4 milioni e 700 mila euro per danno erariale con colpa grave. La condanna riguarda l'attività di commissario liquidatore dell'EFIM, una finanziaria del sistema delle partecipazioni statali. L'avvocato Bianchi ha pagato una parcella legale di 5 milioni e 300 mila euro in violazione di quanto previsto dal comma 492 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 (n. 296 del 2006), laddove veniva stabilito che le spese legali e di consulenza tecnica relative a processi o eventuali transazioni riguardanti l'EFIM non potessero superare per ciascuna vertenza, comprensiva di tutti i diversi gradi di giudizio, l'ammontare di 300 mila euro;
alla luce di tutto questo, risulta del tutto evidente come la nomina dell'avvocato Bianchi non risponderebbe a fondamentali indicazioni più volte ribadite dal Parlamento mediante i predetti atti di indirizzo e recepite dal Governo con le sopra citate direttive del Ministro dell'economia e delle finanze –:
quali garanzie di indipendenza dal potere esecutivo e, in particolare, dalla persona del Presidente del Consiglio del quale è amico, legale, nonché collaboratore, l'avvocato Bianchi possa assicurare nello svolgimento del suo mandato;
se il Presidente del Consiglio non ritenga opportuno che l'avvocato Bianchi abbandoni al più presto la carica di membro del consiglio d'amministrazione dell'ENEL;
quali garanzie di onorabilità nell'esercizio di un simile mandato possa garantire un soggetto che è stato condannato dal giudice contabile, seppur in primo grado, al risarcimento di un danno erariale di 4 milioni e 700 mila euro con colpa grave nella gestione di una società partecipata dallo Stato;
quali sarebbero i criteri di «novità» che il Governo avrebbe seguito per giungere a nomine ad avviso dell'interpellante totalmente deludenti dal punto di vista meritocratico, nonché della opportunità politica posto che non si capisce come la sorte di un'importante azienda di Stato possa essere risollevata da un soggetto il cui operato in analoghe circostanze ha prodotto tali danni erariali.
(2-00511) «Luigi Di Maio».