• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00325    premesso che:     durante il prossimo Consiglio europeo del 22-23 giugno, i leader dell'UE esamineranno alcune delle questioni più urgenti, tra cui la migrazione, la...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00325presentato daROSATO Ettoretesto diMercoledì 21 giugno 2017, seduta n. 818

   La Camera,
   premesso che:
    durante il prossimo Consiglio europeo del 22-23 giugno, i leader dell'UE esamineranno alcune delle questioni più urgenti, tra cui la migrazione, la sicurezza e la difesa, l'economia e i negoziati sulla Brexit;
    il prossimo vertice non potrà non tenere conto della necessità di prefigurare un futuro dell'Europa in un contesto mutato, in particolare per ciò che attiene alle relazioni transatlantiche qualora la presidenza americana di Donald Trump confermasse gli arretramenti rispetto agli impegni assunti in ambito multilaterale, a partire dalla lotta ai cambiamenti climatici. E tuttavia, ciò può spingere l'Unione a doversi finalmente ripensare per rafforzare integrazione e progetto, allungando lo sguardo verso il futuro, mettendo al centro la tutela dei valori fondanti, la stabilità economica e sociale e la tutela degli interessi europei; un nuovo contesto evidente anche alla luce dell'incerta trattativa sulla Brexit, che appare ancora più confusa dopo i recenti risultati delle elezioni svoltesi nel Regno Unito;
    per quanto riguarda i temi della migrazione il Consiglio europeo dovrà valutare: l'attuazione delle misure concordate per arginare i flussi migratori verso la rotta del Mediterraneo centrale, con particolare riguardo alla Dichiarazione di Malta del 3 febbraio 2017, al Quadro di partenariato e al piano d'azione de La Valletta; monitorare gli sviluppi nel percorso del Mediterraneo orientale e l'attuazione della dichiarazione UE-Turchia; ritornare sulla questione della riforma del sistema comune europeo d'asilo, anche prendendo in considerazione l'applicazione dei principi di responsabilità e solidarietà;
    nonostante prosegua l'ondata straordinaria di flussi migratori verso il Mediterraneo e sulle coste italiane – in Italia nel 2016 circa 181.436 persone, di cui il 14 per cento minori non accompagnati e un record di arrivi fra il 15 e il 20 per cento in più rispetto al 2015 – ancora assistiamo a una risposta europea fortemente inadeguata di fronte alla crisi dei rifugiati;
    in due anni, a fronte della decisione del Consiglio dell'Unione europea di ricollocare 160mila rifugiati dall'Italia e dalla Grecia, al 16 giugno 2017 sono stati trasferiti soltanto 21.342 richiedenti asilo (14.297 dalla Grecia e 7.045 dall'Italia) e i paesi membri che attuano la ricollocazione ancora pochi, mentre alcuni perseverano nel chiudere le frontiere interne. La Commissione europea nel maggio scorso ha rinnovato per altri sei mesi il permesso di mantenere i controlli temporanei alle frontiere ad Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia, annunciando tuttavia che tale rinnovo sarà l'ultimo, prendendo l'impegno per il 2018 affinché venga ripristinato il corretto e normale funzionamento dell’Accordo di Schengen sulla libera circolazione fra gli Stati, principio fondante dell'Unione; tale ripristino è tra le richieste prioritarie del Governo italiano inserito nelle conclusioni del Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio 2016;
    il Parlamento europeo nel maggio scorso ha approvato a larga maggioranza una Risoluzione, che sprona la Commissione europea a non esitare nel valutare procedure di infrazione per quegli Stati che non rispettano i meccanismi di ricollocamento dei migranti e ad avvalersi di tutti gli strumenti contenuti nei Trattati;
    dopo aver avvertito ancora di recente la Polonia, la Repubblica Ceca e l'Ungheria dell'intenzione di avviare una procedura di infrazione per lo scarso impegno a farsi carico dei richiedenti asilo, la Commissione ha infine avviato il 14 giugno delle procedure di infrazione a carico dei detti Paesi, mediante l'invio di una lettera di messa in mora;
    per quanto concerne la riforma della politica Ue in materia di asilo e la modifica del Regolamento di Dublino, particolarmente rilevante è il recente parere dell'Avvocato generale della Corte europea, secondo il quale, nel caso di situazioni di natura emergenziale, come quella degli arrivi in massa di migranti sul territorio dell'Unione che chiedono protezione internazionale, il vigente Regolamento di Dublino sarebbe inapplicabile in quanto manca di una disciplina normativa per tali circostanze eccezionali; dunque, non sarebbe impedito il transito da un paese di primo approdo verso altri stati membri. Pur non costituendo una pronuncia di diritto vincolante, ma un orientamento (nel merito della specifica causa in oggetto la parola decisiva spetta alla Corte di Giustizia Ue), tale pronunciamento è autorevole ed è destinato ad avere importanti ripercussioni, in quanto ravvisa un vuoto normativo ponendo la necessità di una riforma del Regolamento di Dublino non più rinviabile;
    in ogni caso, il Governo italiano ha espresso da tempo nelle sedi europee una chiara posizione per una revisione del Regolamento di Dublino e in favore un sistema di asilo europeo, sostituendo il criterio del primo paese d'accesso con quello di un sistema centralizzato e per un'equa condivisione delle responsabilità fra gli Stati membri – non accettando proposte peggiorative di riforma che contemplino pre-procedure che finiscono per complicare la situazione degli Stati di primo ingresso, aggravandone la responsabilità per l'accoglienza, e valutando come inaccettabile il principio della cosiddetta solidarietà flessibile;
    il tema della gestione comune del fenomeno migratorio deve, infine, approdare ad una completa attuazione della proposta italiana del migration compact europeo, partendo dall'implementazione del Quadro di partenariato, mediante accordi di partenariato strategico di lungo periodo per l'immigrazione e dotati di risorse adeguate, per offrire un modello di cooperazione efficace, cui far corrispondere impegni per il controllo alle frontiere, riduzione dei flussi dei migranti, cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni, rafforzamento del contrasto al traffico di esseri umani, senza dimenticare i progetti di cooperazione allo sviluppo come strumento per la creazione di posti di lavoro nei paesi d'origine e per intervenire sulle cause profonde delle migrazioni; in tale direzione si sta già comunque muovendo l'Italia con il Fondo per l'Africa;
    rileva in tale direzione la recente convergenza sulla proposta congiunta di Italia e Germania per l'avvio di una «missione civile europea» per garantire un migliore controllo del territorio contro la tratta degli esseri umani e aiutare nel funzionamento delle polizie di frontiera i paesi di maggiore transito e flusso, a partire dalla frontiera tra Libia e Niger;
    rileva, altresì, il buon esito del recente vertice G7 di Taormina – con riferimento specifico alla sessione allargata ai responsabili delle principali Organizzazioni Internazionali e ai leader di Tunisia, Niger, Nigeria, Kenya ed Etiopia – e alla successiva Conferenza di Berlino relativa alla G20 Africa Partnership; tali appuntamenti hanno segnato nuovi passi per una sempre più intensa cooperazione con i Paesi del continente africano e l'Unione Africana, cooperazione di cui l'Unione europea può rendersi protagonista, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile e la stabilizzazione delle aree di crisi, nonché per assicurare una rapida ed effettiva implementazione dell'Accordo di Parigi per il contrasto dei mutamenti climatici, il cui impatto ha notevoli conseguenze sulla crescita economica e sulla stabilità. Tale processo è destinato a ricevere ulteriore impulso grazie al Vertice UE-Africa in programma a fine novembre ad Abidjan e con l'avvio dei negoziati per definire il nuovo quadro giuridico per il partenariato UE-ACP destinato a sostituire l'Accordo di Cotonou, che terminerà nel 2020;
    per quanto concerne i temi della sicurezza e difesa, sulla base delle sue precedenti conclusioni, il Consiglio europeo esaminerà i progressi compiuti e volti al rafforzamento della cooperazione dell'Unione europea in materia di sicurezza e difesa esterni, fornendo orientamenti strategici, e dovrà esaminare anche i profili di sicurezza interna alla Unione europea;
    i temi della sicurezza esterna e difesa, in un contesto geopolitico complesso e in continua mutazione diventano sempre più cruciali; la cooperazione dell'Unione europea in tali campi dovrà essere rafforzata, tenendo conto dei seguenti profili: il piano di attuazione della strategia globale dell'Unione europea in materia di sicurezza e difesa, le proposte volte a intensificare la cooperazione tra l'Unione europea e la NATO, in attuazione della dichiarazione congiunta di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea, e Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, nei suoi 7 settori, e il piano d'azione europeo in materia di difesa proposto dalla Commissione europea, per promuovere la ricerca, le capacità e la competitività attraverso un migliore funzionamento del mercato interno, per un'unione della difesa e della sicurezza solidale, coordinata e pronta ad agire nei teatri internazionali. Difesa europea e Alleanza Atlantica devono rafforzarsi vicendevolmente e in complementarietà;
    da segnalare, quale primo passo concreto verso una maggiore integrazione in materia di difesa europea, la recente proposta della Commissione Ue di istituire un Fondo unico dove convogliare le risorse per sviluppare una filiera industriale della difesa comune, le cui spese da parte degli stati membri saranno espunte dal calcolo ai fini del debito; un approccio ambizioso che dovrebbe fungere da apripista in una diversa ottica per il bilancio europeo post-2020;
    per quanto attiene ai temi dell'occupazione, crescita e competitività, il Consiglio europeo sarà chiamato a prendere atto dei progressi compiuti verso la realizzazione, entro il 2018, delle diverse strategie varate dalla Commissione per il completamento del mercato interno, incoraggiando le Istituzioni europee e gli Stati membri a compiere ulteriori sforzi, specie per quanto riguarda unione dei mercati dei capitali e il mercato unico digitale. Il Consiglio europeo dovrebbe inoltre approvare le Raccomandazioni specifiche per paese integrate per concludere il Semestre europeo del 2017;
    per consolidare la crescita in Europa, occorre sostenere le proposte ambiziose contenute nei documenti di riflessione presentati dalla Commissione come seguito del Libro bianco di marzo sul futuro dell'Europa, a partire dal completamento dell'Unione economica e monetaria e da un approfondimento della dimensione sociale dell'Europa e da una più efficace gestione della globalizzazione, con l'obiettivo di attivare un nuovo processo di convergenza che assicuri migliori condizioni di vita e di lavoro in Europa;
    per quanto riguarda le Relazioni esterne, i leader europei dovranno affrontare le questioni rilevanti per il prossimo G20 che si terrà il 7 e 8 luglio 2017 in Germania, ad Amburgo, di cui l'Unione europea è membro a pieno titolo insieme a quattro dei suoi Stati membri, e che rappresenterà un'opportunità per rilanciare un ruolo forte dell'Europa sulla scena mondiale per difendere e rafforzare la cooperazione economica globale in favore della crescita e dell'occupazione e per assicurare l'attuazione dell'Accordo di Parigi per il contrasto dei mutamenti climatici;
    il Governo tedesco, in piena sintonia con le proposte del Governo italiano, è intenzionato a porre lo sviluppo in Africa al centro della presidenza del summit – consci del fatto che lo sviluppo nel continente africano, con alti tassi di crescita demografica in aumento per i prossimi anni e a fronte di un progressivo invecchiamento della popolazione europea, rappresenti un'opportunità. Favorire l'attrazione e il potenziamento degli investimenti dell'Unione europea nei paesi di origine è l'unica risposta strategica e di prevenzione delle migrazioni di massa verso l'Europa;
    l'annunciato ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sui cambiamenti climatici pone la necessità di lavorare affinché l'Unione europea rafforzi la capacità di cooperare con gli altri maggiori attori internazionali in favore di una crescita economica inclusiva e di uno sviluppo sostenibile, anche al fine di giungere alla sottoscrizione di una dichiarazione conclusiva per il rispetto degli accordi di Parigi sul clima, firmata da tutti gli altri Stati membri del G20 – tenendo conto che anche paesi come la Cina e l'India si stanno orientando verso programmi di riforme energetiche per la decarbonizzazione dell'economia in favore delle rinnovabili;
    infine, nel formato UE 27, si esamineranno gli ultimi sviluppi intervenuti nei negoziati Brexit, che hanno preso avvio lo scorso 19 giugno a Bruxelles nonché il tema della ricollocazione delle Agenzie UE attualmente situate in Regno Unito, per cui rileva la candidatura di Milano ad ospitare l'Agenzia europea per i medicinali (EMA);
    tenuto conto di quanto già deliberato in occasione delle Comunicazioni rese alla vigilia dei precedenti Consigli europei, con particolare riferimento a quello del 15 e 16 dicembre 2016, del 9 e 10 marzo e al Consiglio europeo articolo 50 del 29 aprile 2017,

impegna il Governo:

1) per quanto attiene ai temi della migrazione, ad attivarsi per allargare il consenso di Commissione e Stati membri sulla necessità di prevedere una nuova misura emergenziale a sostegno degli Stati membri in prima linea nell'attesa di una più ampia riforma del sistema comune europeo dell'asilo e a procedere con urgenza al superamento delle regole del Regolamento di Dublino, in favore di un meccanismo permanente e un sistema comune di asilo europeo improntato ai principi di solidarietà;

2) a intensificare gli sforzi nell'azione di coordinamento a livello europeo per frenare le pressioni migratorie e rafforzare la cooperazione con i paesi terzi, in linea con la dichiarazione di Malta, intervenendo su origine e transito dalla Libia verso il Mediterraneo centrale, prevenendo le nuove crisi, attivandosi, altresì, per meglio rafforzare il concetto di «paese terzo sicuro», strettamente allineato con i requisiti derivanti dalla Convenzione di Ginevra e dalla legge primaria dell'Unione europea ai sensi dei trattati;

3) a sostenere, altresì, la necessità di porre in stretta correlazione il rispetto dello stato di diritto, comprensivo del diritto di asilo e dei principi di solidarietà e responsabilità stabiliti dai Trattati, con il relativo accesso a finanziamenti e a fondi europei da parte degli stati membri;

4) per quanto attiene ai temi della crescita, competitività e occupazione, a ribadire il sostegno al perseguimento di una robusta politica commerciale della Ue, in difesa di un sistema multilaterale aperto e inclusivo, basato su regole che garantiscano parità di accesso e un'adeguata difesa contro pratiche sleali e discriminatorie, con un ruolo centrale per l'Organizzazione Mondiale del commercio (OMC); a rinnovare il proprio appoggio alle diverse strategie adottate con l'obiettivo di completare il mercato interno, nelle sue diverse dimensioni, entro il 2018; ad esprimere il proprio sostegno alle proposte ambiziose contenute nei documenti di riflessione presentati dalla Commissione come seguito del Libro bianco di marzo sul futuro dell'Europa, con particolare riguardo al completamento dell'Unione economica e monetaria e al rafforzamento della dimensione sociale dell'Europa, anche per superare gli effetti distorsivi della globalizzazione; a chiedere con forza l'elaborazione di soluzioni innovative che rafforzino la base industriale dell'Unione europea duramente colpita dalla crisi e strumento essenziale per la crescita;

5) per quanto attiene ai temi della protezione esterna e difesa comune europea, a proseguire l'azione di rafforzamento della sicurezza e difesa del continente necessitato dall'attuale contesto geopolitico, per un'Europa più forte e in linea con la strategia globale dell'Unione europea nel settore e con la dichiarazione congiunta firmata a Varsavia dai leader dell'Unione europea e della NATO secondo il principio per cui Difesa Europea e Alleanza atlantica devono rafforzarsi vicendevolmente e in complementarietà, nonché, ad appoggiare gli impegni ambiziosi nel settore, tra cui il pacchetto di proposte legislative della Commissione Ue, relative alle risorse di bilancio per il settore e alla partecipazione congiunta agli appalti pubblici, per meglio sviluppare la base competitiva e innovativa per l'industria Ue, mobilitare finanziamenti europei, oltre a quelli degli Stati membri, in favore delle Pmi, anche mediante interventi dell’Investment Bank per incrementare gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo nel comparto della difesa europea;

6) per quanto attiene ai temi della sicurezza interna e della lotta al terrorismo, a sostenere la necessità di cooperare a livello dell'Unione europea per fermare l'estremismo violento e combattere la diffusione della radicalizzazione, ostacolare le diverse forme di finanziamento al terrorismo, facilitando lo scambio rapido e mirato di informazioni tra Stati membri e Autorità di contrasto e banche dati, sviluppando nuove tecnologie volte a migliorare il rilevamento automatico di contenuti che incitano la violenza terroristica;

7) in particolare, in vista del prossimo G20 che si terrà il 7 e 8 luglio 2017 in Germania:
   a) a rinnovare gli sforzi per consolidare gli impegni europei con l'Africa, rilanciando la necessità di maggiori risorse per gli investimenti nell'ambito del Quadro di partenariato strategico con i paesi di maggiore flusso e transito di profughi, migranti climatici ed economici, incrementando azioni mirate e i progetti di cooperazione allo sviluppo per intervenire sulle cause all'origine delle migrazioni;
   b) a incoraggiare un ruolo proattivo dell'Unione europea al G20 volto a rafforzare la cooperazione economica globale quale strumento per assicurare una crescita economica inclusiva e sostenibile, a difendere gli impegni assunti con l'Accordo di Parigi sul clima, riaffermando l'impegno dell'Unione europea a guidare la Transizione globale verso l'energia pulita, garantendone una sua rapida ed effettiva implementazione, insieme alla piena attuazione dell'Agenda europea del 2030 per lo sviluppo sostenibile.
(6-00325) «Rosato, Lupi, Monchiero, Dellai, Pisicchio, Alfreider, Locatelli, Buttiglione».