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Atto a cui si riferisce:
C.5/02634 si apprende dalla stampa la volontà di Trenitalia di sopprimere dieci treni intercity a partire da mese di giugno 2014, previo confronto con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti....



Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 15 aprile 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-02634

Gli Onorevoli Interroganti portano all'attenzione la delicata e nota questione del trasporto ferroviario interregionale e nazionale evidenziando, in particolare, il timore di una soppressione di dieci treni interregionali Intercity dal prossimo giugno 2014.
Come si è avuto più volte modo di precisare, i servizi ferroviari passeggeri di media/lunga percorrenza si dividono in servizi «a mercato» e «servizio universale».
I servizi «a mercato», non essendo oggetto di alcun corrispettivo pubblico, sono effettuati a rischio di impresa e si sostengono esclusivamente con i ricavi da traffico: le dimensioni e le caratteristiche dell'offerta, quindi, sono determinate da valutazioni puramente commerciali; rientrano tra i servizi a mercato le «Frecce» di Trenitalia, nonché i treni internazionali e una quota di treni Intercity.
La relativa programmazione, pertanto, è effettuata direttamente da Trenitalia, la quale, per i servizi offerti con la predetta quota di treni Intercity, ha lamentato un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, pari a poco meno di trenta milioni di euro l'anno.
La maggior parte dei treni Intercity, tuttavia, rientrano nel «servizio universale», comprendente quei treni di media/lunga percorrenza che, per poter essere effettuati, necessitano di un corrispettivo, definito nell'ambito di un Contratto di Servizio, in quanto presentano un conto economico negativo. Pertanto è lo Stato che copre la differenza tra i ricavi da traffico previsti ed i costi ammessi a remunerazione.
Quanto alla quota di Intercity effettuati a mercato, Trenitalia riferisce che percorrono principalmente la linea dorsale tra Roma e Firenze e servono varie destinazioni, da Milano, Trieste/Venezia sino a Roma/Napoli/Salerno; questi sono collegamenti che svolgono spesso, per buona parte, un servizio di cabotaggio, servendo flussi pendolari che li utilizzano per tratte limitate, sostanzialmente paragonabile a quello del trasporto ferroviario locale gestito dalle Regioni.
Questi treni presentano, accennavo poc'anzi, un rapporto costi/ricavi fortemente negativo, con perdite rilevanti e, considerata l'insostenibilità di tale situazione, Trenitalia ha comunicato al MIT la sua intenzione di sospenderne l'effettuazione in regime di mercato, evidenziando allo stesso Ministero l'opportunità di inserirli nell'ambito del Contratto di Servizio in essere sostenendone l'onere, analogamente a quanto avviene per gli altri IC aventi le medesime caratteristiche.
Sulla paventata possibilità di non effettuare più il servizio relativo ai restanti IC, non compresi nel Contratto di Servizio con lo Stato, si è già avuto modo di riferire in Aula Camera la scorsa settimana, nell'ambito della discussione di una interpellanza urgente sull'argomento, che il MIT ha avviato un tavolo tecnico, sia con le Regioni interessate che con Trenitalia, con lo scopo di valutare le soluzioni ottimali atte a scongiurare la soppressione degli Intercity a mercato.
Pertanto, i competenti uffici del MIT hanno chiesto a Trenitalia ogni utile elemento per valutare i maggiori costi sottesi al contratto, qualora tali collegamenti venissero riconosciuti come servizi di utilità sociale al pari di quelli che, nelle stesse direttrici, sono già sovvenzionati.
Inoltre, proprio nella considerazione che i servizi di cui trattasi hanno un impatto notevole sull'utenza pendolare e che la loro improvvisa soppressione arrecherebbe disagi alle singole Regioni interessate, che nella loro programmazione hanno tenuto conto dell'esistenza di tali collegamenti, è stata acquisita la disponibilità e l'impegno da parte di Trenitalia, come è noto agli Onorevoli Interroganti, a mantenere i suddetti intercity a mercato almeno fino al mese di giugno, cioè fino al nuovo orario estivo.
In conclusione, fermo restando che la programmazione e la gestione dei servizi regionali, che assicurano principalmente la mobilità della clientela pendolare, compete, secondo la normativa vigente (decreto legislativo n. 422 del 1997), alle singole Regioni, i cui rapporti con Trenitalia sono regolati da specifici Contratti di Servizio, nell'ambito dei quali vengono definiti, fra l'altro, il volume e le caratteristiche dei servizi da effettuare sulla base delle risorse economiche rese disponibili dalle Regioni stesse, assicuro che il MIT, ben consapevole dei disagi dell'utenza pendolare, nell'ambito del suddetto tavolo tecnico valuterà ogni iniziativa idonea anche a vantaggio di detta utenza.
Per quanto concerne la questione posta in merito a una eventuale revisione dell'assetto normativo, che attualmente prevede – per le sole Regioni titolari di Contratto di servizio pubblico in ambito ferroviario – la sottoscrizione di contratti di servizio «a catalogo», informo che l'Autorità di regolazione dei trasporti di cui all'articolo 37 del decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 ha disposto, con delibera n. 6 del 16 gennaio 2014, l'avvio di una indagine conoscitiva sui servizi di trasporto passeggeri, con particolare riferimento ai servizi di trasporto pubblico locale e a quelli diretti ad assicurare la continuità territoriale, ciò al fine di identificare le azioni prioritarie da intraprendere con riguardo alle condizioni economiche, alla qualità dei servizi, nonché ai diritti degli utenti, ivi compresa la definizione degli ambiti di servizio pubblico, delle modalità e degli schemi dei bandi di gara per l'affidamento dei servizi di trasporto.