• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01850    i fatti occorsi in Portogallo nel fine settima del 17 e 18 giugno 2017, in cui un'ampia area di area boschiva a Pedrógão Grande è stata coinvolta in un incendio che ha provocato 62...



Atto Camera

Interpellanza 2-01850presentato daCOZZOLINO Emanueletesto diGiovedì 22 giugno 2017, seduta n. 819

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   i fatti occorsi in Portogallo nel fine settima del 17 e 18 giugno 2017, in cui un'ampia area di area boschiva a Pedrógão Grande è stata coinvolta in un incendio che ha provocato 62 vittime, dovrebbero spingere le istituzioni italiane a prepararsi adeguatamente per l'imminente stagione estiva, che si profila di particolare pericolosità su questo fronte;
   a portare a questa conclusione sono anzitutto ragioni climatiche: come rilevato da Coldiretti il rischio di incendi è particolarmente elevato nel nostro Paese per effetto del caldo e della prolungata siccità, con una «primavera climatologica» che è stata la seconda più calda dal 1800 ad oggi, con un'anomalia di +1,9 gradi e la terza più asciutta con un deficit di quasi il 50 per cento dopo che anche l'inverno si era classificato al terzo posto tra i più asciutti, con il 48 per cento di precipitazioni in meno e valori di temperatura superiori di 0,49 gradi alla media di riferimento secondo il Cnr;
   a seguito di questa allarmante situazione appaiono ancor più rilevanti i deficit che riguardano il Corpo nazionale dei vigili del fuoco;
   com’è noto, a seguito dell'approvazione della legge 7 agosto 2015, n. 124, e dei successivi decreti di attuazione, il Corpo forestale dello Stato è stato soppresso e la lotta agli incendi boschivi, che spetta alle regioni, è oggi un compito cui concorrono i vigili del fuoco che l'hanno in parte ricompreso, senza però disporre di un numero sufficiente di uomini e di mezzi;
   come sottolineato da Conapo, sindacato autonomo, oltre a questo fatto la carenza di 3 mila pompieri mette in crisi l'intero sistema di spegnimento tanto a livello aereo, quanto a terra, dal momento che l'Italia registra un vigile ogni 15 mila abitanti, rapporto molto al di sotto alla media europea, mentre l'età media degli appartenenti al Corpo sarebbe intorno ai 50 anni;
   oltre a questo, molte regioni non avrebbero ancora stipulato le convenzioni che stanziano i fondi di potenziamento del servizio o lo avrebbero fatto in modo insufficiente;
   anche sul fronte dei mezzi, la carenza degli stessi porta ad un'inadeguata capacità di risposta dei vigili del fuoco rispetto al rischio di incendi: a mancare sarebbero autopompe, serbatoi, autoscale e autobotti, molti dei quali fuori servizio e dunque inutilizzabili;
   anche considerando la disponibilità di mezzi aerei resta problematica l'integrazione con il Corpo forestale, con un mancato sfruttamento delle risorse disponibili;
   particolarmente grave sarebbe in particolare quanto registrato presso la caserma Ciuffelli, strategica per gli interventi nel Centro Italia, in cui gli elicotteri della Forestale sarebbero ancora negli hangar e gli spazi non sarebbero stati ancora ripartiti coi carabinieri;
   tutto questo avviene mentre in metà degli interventi, nei casi di spegnimento dei fuochi, ci si rivolgerebbe a soggetti esterni, come la multinazionale Babcock, per l'impiego di elicotteri e canadair –:
   se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare in vista della prossima stagione, estiva, in cui si prospetta elevato il rischio di incendi;
   se trovi conferma l'impegno di investire sul personale oltre 20 milioni di euro nel 2017 per le assunzioni extra turn-over e di oltre 70 milioni di euro per il 2018;
   quali iniziative si intendano intraprendere per risolvere le criticità rilevate e per garantire un pieno utilizzo dei mezzi e degli uomini del Corpo forestale e dello Stato.
(2-01850) «Cozzolino».