• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/17075    tra il 1923 e il 1924 centinaia di città italiane conferirono la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini per celebrare il primo anno della rivoluzione fascista o l'anniversario...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17075presentato daFRATOIANNI Nicolatesto diLunedì 26 giugno 2017, seduta n. 820

   FRATOIANNI, DANIELE FARINA e MARCON. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   tra il 1923 e il 1924 centinaia di città italiane conferirono la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini per celebrare il primo anno della rivoluzione fascista o l'anniversario dell'inizio della Grande Guerra;
   a concederla nel 1923 furono, tra le altre, Bologna, Firenze, Napoli (che la revocò nel 1944), Ravenna, Esperia, Aulla;
   gli interroganti hanno riscontrato, però, che i più la conferirono il 23 maggio 1924 (tra le città figurano Aosta, Maenza, Laces, Moncalvo, Novate Milanese, Pisa, Rimini, Rombiolo, Sarno) e altri nei giorni immediatamente precedente (Torino l'11, Bergamo e Anzola il 22, Ronchi dei Legionari il 17);
   il 24 maggio 1924 ricorreva sì l'anniversario della Grande Guerra, ma, soprattutto, si insediava il nuovo Parlamento, eletto il 6 aprile, con la cosiddetta legge Acerbo, a seguito di una campagna elettorale nella quale i fascisti intimidirono gli avversari con la violenza;
   la concessione «in massa» della cittadinanza onoraria a Mussolini alla vigilia dell'insediamento del nuovo Parlamento potrebbe essere stata coordinata e arbitrariamente pretesa dai vertici del partito fascista, per ulteriormente impressionare le istituzioni e il re, bloccando eventuali iniziative tese ad ostacolare il progetto fascista, anche a seguito delle proteste che seguirono ai brogli e alle violenze delle elezioni, e che la corona avrebbe potuto illustrare nel suo discorso di insediamento alle Camere;
   tuttavia, il re nessuna obiezione sollevò in quel discorso e solo Matteotti, dopo una settimana, levò nella Camera la sua protesta contro gli abusi, le illegalità, le violenze, chiedendo la sospensione di quasi tutti i deputati eletti nel «listone» fascista. Per quel discorso fu ucciso;
   non risulta agli interroganti che gli storici abbiano approfondito la vicenda delle cittadinanze onorarie, di cui oggi si è persa memoria e spesso anche la documentazione, ma la loro concessione fu uno degli anelli di una catena di tragiche complicità, cecità, calcoli, vigliaccherie, che portarono l'Italia alla catastrofe del fascismo e della guerra;
   agli interroganti risulta che, negli ultimi anni, la cittadinanza è stata revocata da Firenze, Torino, Anzola, Aulla, Fossombrone, Maenza, Rivoli, Salorno, Termoli, Torre Pellice. Presto potrebbero farlo Pisa, forse Bologna;
   altri comuni hanno votato contro la revoca (ad esempio Aosta, Brescia e Ravenna), sostenendo che essa, a distanza di tanti decenni, rischierebbe di fare dimenticare le nefandezze del fascismo, configurandosi come una damnatio memoriae, che in genere colpisce i simboli e le rappresentazioni di un regime, quando questi viene sconfitto. Invece, la cittadinanza onoraria concessa in quegli anni apparterebbe ormai alla storia e favorirebbe la riflessione storica, la quale avrebbe già giudicato Mussolini e il fascismo;
   gli interroganti non condividono simili tesi, dal momento che anche la decisione di revocare una onorificenza, così come la sua concessione, possono essere affidate alla storia a testimonianza dei principi di pace, uguaglianza e democrazia oggi sanciti nella Costituzione e che guidano lo Stato e le comunità cittadine, molte delle quali, negli statuti, richiamano i valori antifascisti;
   la revoca della cittadinanza non rappresenta, dunque, per gli interroganti un «approccio giacobino» alla memoria, un'azione tesa a cancellare le tracce del passato, perché dalle colpe non ci si può assolvere;
   la revoca rappresenta una scelta di parte, in linea con la Costituzione repubblicana, perché non si possono «onorare» nello stesso elenco, il fondatore e massimo esponente del fascismo e chi lo ha combattuto insieme agli antifascisti o a coloro a cui oggi la cittadinanza onoraria viene conferita per l'impegno nel dare concretezza ai principi costituzionali –:
   se non intenda valutare se sussistano i presupposti, anche mediante iniziative di natura legislativa, per revocare tutte le cittadinanze onorarie conferite a Mussolini;
   se non intenda intraprendere un censimento delle città che conferirono la cittadinanza onoraria a Mussolini, in quale data e quanti l'abbiano successivamente revocata. (4-17075)