• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/11655    il 16 giugno 2017 presso il porto di Bari è stato disposto, ad opera della procura della repubblica barese, il sequestro di una nave proveniente da Vancouver contenente 50 mila tonnellate...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11655presentato daGALLINELLA Filippotesto diLunedì 26 giugno 2017, seduta n. 820

   GALLINELLA, L'ABBATE e LUPO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   il 16 giugno 2017 presso il porto di Bari è stato disposto, ad opera della procura della repubblica barese, il sequestro di una nave proveniente da Vancouver contenente 50 mila tonnellate di grano perché sospettato di contenere sostanze nocive ben oltre i limiti consentiti dalla legge;
   il sospetto di tossicità è stato sollevato dai Carabinieri Forestali dei Bari, mentre per Arpa, Agenzia per la protezione dell'ambiente, secondo quanto si apprende da diverse fonti stampa, il carico sequestrato non sarebbe nocivo;
   gli scarichi di grano provenienti dall'estero e in particolare dal Canada sono frequenti nel porto di Bari (l'8 giugno 2017 sono sbarcati 600 mila quintali dal Canada e negli stessi giorni 200 mila dalla Francia) e non è la prima volta che si solleva il problema della loro possibile nocività per la salute umana;
   bisogna ricordare che la produzione italiana di grano duro destinata al settore della pasta si aggira intorno a 3-4 milioni di tonnellate anno, a fronte di un fabbisogno di 5,7 milioni di tonnellate. La quantità importata da paesi extraeuropei varia a seconda delle annate e la gran parte del cereale, come riportano i dati di Italmopa, proviene dal Canada che rappresenta anche il primo fornitore di frumento duro per l'industria alimentare italiana. Nel 2013 sono state importate più di 450 mila tonnellate, raddoppiate nel 2016;
   i controlli disposti nel corso degli ultimi anni dall'Arpa dagli Istituti zooprofilattici, dal Crea hanno stabilito che il grano canadese ha una bassa concertazione di micotossine – l'analisi effettuata da Arpa Puglia, ad esempio, nel quadriennio 2011-2014 su 660 campioni conferma la presenza di micotossine nei cereali da importazione, ma tutti i valori rientrano nei limiti di legge compresi i 32 campioni provenienti dal Canada;
   di fronte ad una tale situazione di incertezza è evidente che a pagare sono, da un lato, gli agricoltori – che stanno infatti protestando da giorni nel porto di Bari e che vorrebbero tutelare la qualità del loro prodotto nazionale – e, dall'altro, i cittadini consumatori che si trovano nel bel mezzo di informazioni discordanti su un tema che invece tocca da vicino la sicurezza alimentare e la tutela della salute;
   è evidente che la notizia del sequestro e della disposizione di nuovi accertamenti sul grano canadese, nonché le notizie discordanti provenienti da diverse fonti stampa, fotografano un quadro di incertezza nella gestione dei controlli sui prodotti agroalimentari provenienti dall'estero, o quantomeno una mancanza di coordinamento che rischia di ledere l'immagine del nostro Paese, ma soprattutto il mondo agricolo e agroalimentare, nonché la salute dei cittadini –:
   se, a fronte di quanto esposto in premessa, non intenda chiarire quali siano le modalità dei controlli effettuati sui carichi di prodotti agro alimentari, in particolare grano duro, provenienti da Paesi esteri, comunitari e non, nonché potenziare il coordinamento tra i diversi enti che si occupano delle varie fasi del controllo sui carichi agroalimentari;
   se, nello specifico della situazione sopradescritta, non intenda al più presto adoperarsi, per quanto di competenza, per fare chiarezza sulla bontà o meno del grano proveniente da Vancouver, al fine di tranquillizzare i cittadini italiani. (5-11655)