• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01300    premesso che:     lo stabilimento Perugina Nestlé, con sede in località di San Sisto di Perugia è una delle realtà imprenditoriali più significative dell'Umbria per...



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01300presentato daCIPRINI Tizianatesto diMercoledì 28 giugno 2017, seduta n. 822

   La XI Commissione,
   premesso che:
    lo stabilimento Perugina Nestlé, con sede in località di San Sisto di Perugia è una delle realtà imprenditoriali più significative dell'Umbria per l'occupazione e l'economia del territorio e rappresenta un marchio e una azienda «storica» della città di Perugia, così come le Acciaierie Speciali Terni lo sono per la città di Terni; lo stabilimento della Perugina occupa circa 1.000 dipendenti;
    nello stabilimento di San Sisto a Perugia si producono importanti marchi quali Baci e Nero Perugina esportati in cinquantacinque Paesi;
    dopo una lunga vertenza, il 2 marzo 2016 Nestlé ha ufficializzato il piano industriale di rilancio di Perugina: investimenti per 60 milioni di euro in tre anni con prodotto portante il «Bacio», nessun esubero, nuova struttura manageriale e innovazione delle tecnologie produttive e del modello organizzativo;
    anche la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, all'esito dell'incontro del 2 marzo 2016 con il management di Nestlé presso palazzo Donini della regione, affermava: «Si è trattato di un incontro molto importante, nel corso del quale abbiamo preso atto delle informazioni che il management di Nestlé ci ha fornito relativamente al piano industriale, con specifico riferimento alle politiche industriali, commerciali e degli investimenti che possano garantire il mantenimento e la valorizzazione dei livelli occupazionali per lo stabilimento di San Sisto a Perugia»;
   con il verbale di accordo del 7 aprile 2016 concluso presso la sede di Confindustria Umbria tra Nestlé Italiana SpA e la Rappresentanza sindacale unitaria del sito di Perugia assistita dalle segreterie provinciali Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil veniva definito un piano di sviluppo del Business Dolciari volto a valorizzare le attività e le competenze «core» del cioccolato «Perugina», nonché a fare di «Baci Perugina» un «global brand» – prodotto esclusivamente nella fabbrica di S. Sisto – simbolo del «Made in Italy» e dell'eccellenza italiana nel mondo, valorizzando il più possibile il legame con il territorio,
con la previsione un «robusto piano pluriennale di investimenti commerciali di 45 milioni di euro focalizzati a perseguire precisi obiettivi di crescita nelle produzioni a base cioccolato, sia sul mercato interno, sia soprattutto sui mercati esteri, che possono offrire interessanti opportunità di progressiva destagionalizzazione delle produzioni»;
    con il piano industriale delineato, l'azienda, inoltre, proponeva «S. Sisto come centro di produzione di riferimento per la fornitura di biscotti per gelato alle consociate della zona EMENA, comprese eventuali articolazioni in “joint venture” – confidando sulla capacità di esprimere un costo competitivo derivante dal pieno utilizzo della capacità produttiva installata e dalla piena espressione delle competenze professionali disponibili – al fine di intensificare, nell'immediato, un'attività fortemente contro stagionale rispetto alle produzioni a base cioccolato» con investimenti tecnici per complessivi 15 milioni di euro per rafforzare la vocazione strategica di S. Sisto polo produttivo di eccellenza del cioccolato e consolidarne la posizione competitiva all'interno dell'apparato industriale della zona Emena del gruppo Nestlé;
    contestualmente l'azienda prevedeva, per il periodo tra gennaio 2017 e giugno 2018, una richiesta di trattamento straordinario di integrazione salariale ai sensi dell'articolo 21 e seguenti del decreto legislativo n. 148 del 2015 per riorganizzazione aziendale con la previsione di una serie di misure di riconversione e ricollocazione professionale interno ed esterno del personale;
    il 24 febbraio 2017 sono stati resi noti i primi dati sul buon andamento del Bacio e delle tavolette, sia sul mercato interno che sull’export. «Purtroppo – si legge nella nota – sull’export l'aumento del 44 per cento non si traduce in volumi importanti, tali da assicurare un conseguente aumento produttivo». In Usa, Canada, Brasile, Cina ed Australia, la crescita del Bacio è a doppia cifra. In Canada e Cina l'aumento è del 60 per cento;
    nel piano industriale si prevedeva anche la produzione dei coni gelato per sopperire alla stagionalità del cioccolato e Nestlé ha ufficializzato il contratto di fornitura alla Froneri dei biscotti per il Maxibon della durata di tre anni, con un quantitativo iniziale di circa 930 tonnellate;
    sebbene la rappresentanza sindacale unitaria abbia dato un giudizio positivo sull'andamento del piano, il 6 aprile 2017 il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha approvato il programma di riorganizzazione aziendale, autorizzando la corresponsione – per il periodo dal 16 gennaio 2017 al 15 luglio 2018 – del trattamento di Cassa integrazione guadagni straordinaria in favore di 819 lavoratori impiegati presso lo stabilimento di San Sisto;
    anche per la Rappresentanza sindacale unitaria la firma della Cassa integrazione guadagni straordinaria «non è altro che il prosieguo del percorso avviato nella scorsa primavera, quando fu siglato l'accordo che prevede un investimento totale sulla fabbrica perugina di 60 milioni di euro». In quella sede fu definito il percorso per il biennio 2017-2018, che «prevede da un lato gli investimenti, al fine di rendere lo stabilimento sempre più performante e supportare i marchi Perugina nel mondo, dall'altro, la richiesta della cassa integrazione come strumento per la gestione della forza lavoro in questo biennio di attuazione del Piano»;
    tuttavia il 9 maggio 2017, presso Confindustria Umbria, la società ha comunicato l'intenzione di ridurre, al termine del periodo di Cassa integrazione guadagni straordinaria l'organico di circa 340 unità, non essendo in grado di riassorbire tutte le unità lavorative, nonostante i dati positivi relativi al settore cioccolato registrati dalla multinazionale;
    già sono pervenute le lettere ai dipendenti con le quali si dice che il processo di riorganizzazione «coinvolge direttamente anche le attività da Lei svolte nello stabilimento» e li si invita a partecipare a obbligatori percorsi di riqualificazione o ricollocamento;
    immediata è stata la reazione dei sindacati che chiedono «di mantenere la discussione nei confini dell'accordo sottoscritto ad aprile 2016, senza aperture su argomenti estranei, soprattutto in quanto tesi ad un riassetto strutturale che ci pare assolutamente evitabile», nella nota si annuncia anche il possibile stato di agitazione, con azioni da intraprendere in vista della futura campagna produttiva, con la convocazione di un tavolo ministeriale;
    nell'ambito, degli accordi intercorsi tra azienda e sindacati, la società si è impegnata a effettuare adeguati investimenti a sostegno del piano di riorganizzazione. In particolare, per il sito di Perugia, la società si è impegnata a realizzare un articolato programma di investimenti tecnologici e commerciali per oltre 60 milioni di euro, al fine di valorizzare le attività e le competenze «core» di «Perugina», nonché a fare di Baci Perugina un «global brand» simbolo del «Made in Italy» e dell'eccellenza italiana nel mondo, prodotto esclusivamente nella fabbrica di S. Sisto;
    si assiste invece, a parere del proponente, ad un progressivo ridimensionamento dell'attività produttiva e delle linee di produzione presso lo stabilimento di San Sisto: nello stabilimento vengono progressivamente abbandonate le produzioni di dragées (Tenerelli, Flipper e altro) e di prodotti storici come il torrone e la caramella Cinzia; nel 2015 Nestlé vende tutta la linea gelati al colosso R&R e nel 2016 viene ceduto tutto il comparto caramelle (compresa la storica Rossana) a Diva; nel corso dello stesso anno, la stessa sorte hanno avuto anche il comparto Ore Liete (venduto a Tedesco) e tutto il comparto delle Strenne, ovvero la linea di prestigio dei regali aziendali;
    l'accordo dell'aprile 2016, invece, avrebbe dovuto evitare un ulteriore ridimensionamento dell'attività produttiva e occupazionale dello stabilimento di San Sisto e rilanciarne la produzione ed essere uno strumento alternativo ad eventuali esuberi;
    è evidente che il progressivo ridimensionamento dell'attività dello stabilimento e i conseguenti esuberi (ben 340) comporterebbero pesanti ricadute economiche e sociali sia per il numero dei lavoratori coinvolti, sia per il contesto specifico del territorio umbro-perugino già marcatamente colpito dalla crisi industriale in atto,

impegna il Governo:

   in considerazione della grave ricaduta sociale della vicenda legata allo stabilimento di San Sisto di Perugia, ad avviare tempestivamente un tavolo di confronto che veda la partecipazione dei vertici aziendali della società Nestlé, le organizzazioni sindacali e le istituzioni regionali e locali interessate, finalizzato alla definizione di tutte le misure possibili volte a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di San Sisto di Perugia e ad evitare i prospettati esuberi;
   ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a far sì che l'azienda attui una strategia di sviluppo ed implementazione delle produzioni, che ponga al centro delle priorità investimenti adeguati per il rilancio e il potenziamento produttivo del sito in questione, anche con l'avvio di nuove linee o prodotti così da garantire il mantenimento dei livelli occupazionali e frenare il progressivo ridimensionamento del ruolo produttivo dello stabilimento perugino;
   ad assumere iniziative al fine di conoscere e verificare le scelte aziendali e gli investimenti commerciali e tecnologici operati dall'azienda affinché lo stabilimento di San Sisto di Perugia resti un sito strategico per la stessa multinazionale e non vengano compromessi, ulteriormente, i livelli occupazionali.
(7-01300) «Ciprini, Gallinella, Cominardi, Dall'Osso, Chimienti, Lombardi, Tripiedi».