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Atto a cui si riferisce:
S.1/00806 premesso che: il tabacco è una causa nota o probabile di almeno 25 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche ostruttive ed altre patologie polmonari croniche, cancro del polmone e...



Atto Senato

Mozione 1-00806 presentata da ANDREA MANDELLI
mercoledì 28 giugno 2017, seduta n.848

MANDELLI, SERAFINI, FLORIS, Mariarosaria ROSSI, PICCINELLI, ZUFFADA, RIZZOTTI, BOCCARDI, CASSINELLI - Il Senato,

premesso che:

il tabacco è una causa nota o probabile di almeno 25 malattie, tra le quali broncopneumopatie croniche ostruttive ed altre patologie polmonari croniche, cancro del polmone e altre forme di tumori, cardiopatie, vasculopatie;

l'Organizzazione mondiale della sanità ha definito il fumo di tabacco come "la più grande minaccia per la salute nella Regione Europea";

in Italia, secondo i dati dell'"Osservatorio fumo, alcol e droga" del centro nazionale dipendenza e doping dell'Istituto superiore di sanità, presentati in occasione dell'ultima giornata mondiale senza tabacco del 31 maggio 2017, i fumatori sono 11,7 milioni e rappresentano il 22,3 per cento della popolazione (22 per cento nel 2016); diminuiscono gli uomini tabagisti (6 milioni rispetto ai 6,9 milioni del 2016), ma sono in aumento le donne, che da 4,6 milioni del 2016 salgono a 5,7 milioni;

la dipendenza da tabacco è riconosciuta come una malattia, sia nella classificazione internazionale delle malattie dell'OMS (ICD-10) che nel manuale di diagnostica statistica dell'Associazione americana psichiatrica (DSM-IV);

il tabagismo condivide con le altre dipendenze gli stessi meccanismi neurochimici di base. In particolare, la nicotina determina a livello biomolecolare una serie di alterazioni che provocano nel fumatore un bisogno progressivo e inarrestabile del fumo di sigaretta mediante: aumento numerico dei recettori nicotinici; alterazione dei meccanismi di autoregolazione della volontà; modificazioni delle funzioni cellulari e alterata percezione del piacere;

considerato che:

la convenzione quadro per il controllo del tabacco dell'OMS (FCTC), che rappresenta il primo trattato internazionale per la tutela della salute pubblica giuridicamente vincolante, ratificato dall'Italia con la legge n. 75 del 2008, chiede ai Governi l'elaborazione di una base legislativa solida, nonché di programmi tecnici che tendano a dissuadere le persone dal cominciare a fumare e ad incoraggiarli a smettere;

il piano nazionale di prevenzione 2014-2018 annovera tra gli obiettivi da conseguire la riduzione del 10 per cento della prevalenza dei fumatori e l'aumento dell'offerta di approccio comportamentale o farmacologico per le persone con fattori di rischio per malattie croniche non trasmissibili;

gli ultimi dati "Passi" (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), derivati dal sistema di sorveglianza di popolazione condotta dalle ASL e coordinata dall'ISS rilevano che: la quota di ex fumatori cresce con l'avanzare dell'età ed è maggiore fra le persone senza difficoltà economiche; solo alla metà dei fumatori intervistati è stato espressamente consigliato dal proprio medico o da un qualche operatore sanitario di smettere di fumare, e solo al 38 per cento dei fumatori è stato chiesto espressamente "lei fuma?";

le difficoltà insite nel percorso di disassuefazione dal fumo emergono in maniera molto chiara nell'indagine condotta dall'associazione di pazienti francesi FFAAIR (Fédération française des associations et amicales de malades respiratoires), da cui risulta che il 70 per cento dei fumatori prova a smettere da 4 a 9 volte; nel 68 per cento dei casi i medici, di fronte alla diagnosi di malattie respiratorie, hanno suggerito di smettere di fumare, ma senza proporre strategie o procedere ad un follow-up sul paziente; la stessa percentuale di soggetti ha riferito di essersi sentita sola quando ha deciso di smettere di fumare; il 25 per cento dei soggetti ritiene che i costi finanziari rappresentino una barriera molto alta al proposito di salute; per la metà dei soggetti intervistati la decisione di smettere di fumare è coincisa con la diagnosi della patologia respiratoria;

ritenuto infine che:

la maggior parte delle linee guida cliniche nazionali ed internazionali per promuovere la cessazione dal fumo raccomandano l'uso integrato di trattamenti farmacologici e di counselling;

diversi Paesi europei hanno adottato programmi di assistenza che includono anche la rimborsabilità, totale o parziale, dei farmaci contro la dipendenza da fumo: in particolare, questi farmaci sono rimborsati in Inghilterra, Portogallo, Olanda, Svezia, Svizzera, Irlanda, Finlandia e Francia;

in Italia, invece, il cittadino che intenda ricorrere ad una terapia farmacologica per essere supportato nel percorso di disassuefazione dal fumo deve sostenerne interamente il costo, pure in presenza di accertate patologie cronico-invalidanti. Soltanto in alcune specifiche aziende sanitarie sono state adottate autonome (e sporadiche) iniziative atte a garantire la somministrazione gratuita dei farmaci antifumo;

la rimborsabilità dei trattamenti farmacologici a carico del Servizio sanitario nazionale aumenterebbe le chance di successo dei percorsi di disassuefazione e consentirebbe di conseguire significativi risparmi derivanti dall'abbattimento dei costi diretti (patologie correlate al fumo, ospedalizzazioni) e indiretti (perdita di produttività) legati al tabagismo;

secondo alcuni dati, i costi ospedalieri per le patologie correlate al fumo rappresentano circa l'8 per cento della spesa sanitaria totale (5,7 miliardi di euro) e lo 0,47 per cento del prodotto interno lordo, cui sono da aggiungere i costi delle cure domiciliari e quelli derivanti dalle giornate lavorative perse,

impegna il Governo a porre in essere ogni iniziativa idonea a:

1) realizzare l'obiettivo di riduzione della prevalenza dei fumatori di cui al piano nazionale di prevenzione 2014-2018;

2) promuovere efficaci percorsi di cura dal tabagismo, garantendo un approccio integrato tra le diverse metodologie di disassuefazione e valutando anche la possibilità di prevedere la somministrazione gratuita di terapie farmacologiche;

3) promuovere percorsi di formazione specifici sul trattamento medico-farmacologico del tabagismo;

4) coinvolgere attivamente medici e farmacisti di comunità nei percorsi di disassuefazione dal fumo.

(1-00806)