• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04649 con il decreto interministeriale 6 marzo 2008 è stato adottato il progetto di innovazione industriale «Nuove tecnologie per il Made in Italy»; nel 2010 viene istituita la società...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04649presentato daSEGONI Samueletesto diGiovedì 24 aprile 2014, seduta n. 218

SEGONI, MUCCI, DA VILLA, VALLASCAS e CRIPPA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
con il decreto interministeriale 6 marzo 2008 è stato adottato il progetto di innovazione industriale «Nuove tecnologie per il Made in Italy»;
nel 2010 viene istituita la società INVITALIA, ex SVILUPPO ITALIA, ovvero l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, che agisce su mandato del Governo per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno, e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo, i cui obiettivi prioritari sono:
favorire l'attrazione di investimenti esteri;
sostenere l'innovazione e la crescita del sistema produttivo;
valorizzare le potenzialità dei territori;
SVILUPPO ITALIA era stata già giudicata dall'opinione pubblica «ente inutile», tanto da passare all'onore delle cronache nelle puntate della trasmissione «Report» intitolate «cattivi consigli» (22 ottobre 2006) e più in particolare «buone vacanze» (29 aprile 2007) e tanto da paventarne prima la chiusura, poi l'accorpamento, poi la «razionalizzazione»;
le inchieste giornalistiche citate hanno evidenziato un vasto sistema clientelare, gestito principalmente da alcuni esponenti politici provenienti da Forza Italia, ma senza escludere partecipazioni degli altri partiti. La stessa trasmissione ha evidenziato come SVILUPPO ITALIA fosse di fatto un sistema teso non tanto allo svolgimento della sua missione istituzionale, quanto piuttosto a favorire il sistema bancario attraverso la promessa di crediti poi mai concessi;
l'attuale presidente di INVITALIA è Giancarlo Innocenzi Botti, ex deputato di Forza Italia nella XII legislatura. L'amministratore delegato è Domenico Arcuri, ex manager di Deloitte, società di consulenza e revisione contabile e finanziaria che fra gli altri ha lavorato anche per SVILUPPO ITALIA. Il dottor Arcuri da organi di stampa appare aver firmato, in qualità di amministratore delegato di INVITALIA, alcuni contratti con la DELOITTE CONSULTING, società di consulenza di cui è stato partner fino al 2007;
l'ufficio stampa di INVITALIA afferma, in risposta ad un articolo de Il Fatto Quotidiano, che l'attrazione degli investimenti esteri rappresenta, da sempre, soltanto una parte delle attività dell'Agenzia, che oggi gestisce la quasi totalità delle agevolazioni dello Stato alle imprese e ha notevolmente incrementato il supporto tecnico e operativo alla pubblica amministrazione. Tanto che solo l'attività di attrazione degli investimenti esteri ha un volume di ricavi pari al 3 per cento del totale del fatturato e solo il 2 per cento dell'attuale organico del gruppo Invitalia è impegnato in questo ambito. Si evidenzia pertanto come INVITALIA sia responsabile della verifica contabile e sostanziale dei progetti previsti dal progetto di innovazione industriale «made in Italy», con conseguente sblocco dei fondi necessari al rimborso delle spese sostenute dai vincitori della gara;
a settembre del 2013, il Presidente del Consiglio pro tempore Enrico Letta, con il piano «Destinazione Italia» promette di iniziare il più volte annunciato percorso di privatizzazioni di cui si parla anche nella nota di aggiornamento del DEF 2013. L'ex Premier ha giustificato l'approvazione del piano con la penuria di investimenti in Italia: «Il nostro Paese ha un drammatico bisogno di investimenti diretti esteri. Abbiamo cifre troppo basse» in questo campo. Una «bocciatura» di fatto, benché indiretta, dei risultati ottenuti sul campo da Invitalia, l'Agenzia per l'attrazione degli investimenti controllata al 100 per cento, dallo Stato che a livello di gruppo tra il 2008 e il 2011 ha raddoppiato il rosso di bilancio portandolo da 2,89 a 5,9 milioni di euro; tuttavia, come la stessa INVITALIA ammette, il suo «core business» non è la promozione degli investimenti esteri quanto la gestione degli incentivi statali alle imprese;
con il decreto del Ministro dello sviluppo economico 15 maggio 2012, relativo alla semplificazione delle procedure di gestione dei progetti già agevolati dei bandi «efficienza energetica», «modalità sostenibile» e «nuove tecnologie per il made in Italy», si intende agevolare gli adempimenti amministrativi dei partecipanti e si stabiliscono delle possibilità di proroga dei termini di scadenza inizialmente concessi;
con il decreto ministeriale 29 marzo 2013 si concede un'ulteriore proroga di dodici mesi del termine di chiusura dei progetti «Industria 2015» agevolati a valere sui bandi «mobilità sostenibile», «efficienza energetica» e «nuove tecnologie per il Made in Italy»: lo scopo di tale provvedimento è quello di favorire la positiva conclusione del maggior numero possibile di progetti e di consentire ai proponenti di portare a termine le attività di sperimentazione e sviluppo. Detto provvedimento tuttavia non viene utilizzato da tutte le aziende partecipanti al bando di cui sopra, ma solo da quelle che non sono riuscite a completare i progetti nei tempi precedentemente indicati;
il Ministero dello sviluppo economico ha ammesso ai finanziamenti 104 progetti di innovazione tecnologica, al termine della valutazione del bando del progetto di innovazione industriale «nuove tecnologie per il made in Italy»: il programma non prevedeva aiuti anticipati, ma solo il parziale finanziamento delle spese effettivamente e comprovatamente sostenute dai partecipanti al progetto. I 104 progetti vincitori hanno coinvolto 162 grandi imprese, 128 medie e 455 piccole e micro imprese, per un investimento complessivo di 638 milioni di euro;
vi sono imprese che sono risultate vincitrici di tale bando, che non hanno usufruito delle proroghe di cui in precedenza, ma che a distanza di oltre un anno dall'aver consegnato i risultati e avendo dimostrato le spese delle varie fasi dei progetti da loro eseguiti sono in attesa del contributo ministeriale relativo alle spese sostenute da oltre 15 mesi. Tali imprese non riescono ad ottenere nemmeno notizie certe sul se e sul quando tale contributo verrà erogato;
a causa della sfavorevole congiuntura economica, i potenziali acquirenti dei progetti risultati vincitori sono estremamente restii ad investire in innovazione;
gli interessi passivi relativi ai finanziamenti ottenuti dai partecipanti al bando, sulla base dell'importanza del progetto, del suo relativo promettente sviluppo di mercato e della «garanzia» del contributo ministeriale (arrivando in certi casi a porre a garanzia i beni personali dei soci) stanno facendo rischiare il fallimento alle aziende vincitrici;
la dinamica appena descritta si ravvisa in maniera eclatante nelle micro imprese, che avendo l'unica ricchezza nelle menti dei ricercatori risultano costrette per non perdere completamente i beni personali posti a garanzia, a cedere alle banche i diritti di utilizzazione dei risultati delle loro fruttuose ricerche, augurandosi che ciò sia sufficiente ad evitare la rovina;
gli incentivi inizialmente stabiliti, da aiuto alla ricerca ed alle eccellenze italiane, rischiano di trasformarsi nell'ennesima forma di strozzinaggio legalizzato a danno delle piccole e piccolissime imprese, aggravando ulteriormente la già devastata condizione dell'imprenditoria italiana;
quanto in premessa appare confermare il fatto che INVITALIA non sia tanto dedita all'attrazione di investimenti dall'estero, quanto a consolidare quello che appare agli interroganti un sistema clientelare di accesso agli incentivi statali, in una logica già propria della vecchia Cassa del Mezzogiorno e proseguita poi da SVILUPPO ITALIA, attraverso finanziamenti più o meno a pioggia e più o meno a fondo perduto;
infine, ammesso e tutt'altro che concesso che le aziende vincitrici riescano a sopravvivere imprenditorialmente, ogni vantaggio aziendale che poteva derivare risulterà annullato dal costo dei ritardi nella corresponsione di quanto promesso, e chi ci avrà sicuramente guadagnato saranno, al solito, solo le banche –:
se siano a conoscenza della situazione citata, con particolare riguardo ai ritardi con i quali vengono erogati i pagamenti;
quali siano i costi per lo Stato dell'ente INVITALIA spa, e quali siano l'entità e la qualità dei benefici economici che tale ente ha apportato finora al bilancio dello Stato;
se in un'ottica di risparmio e di efficientamento della pubblica amministrazione intendano o meno assumere iniziative per abolire INVITALIA ovvero accorparla ad altri enti;
quali azioni intendano intraprendere per risolvere il problema riguardante i ritardi nei pagamenti alle aziende vincitrici dei bandi in premessa e quali tempi di attesa si prospettino alle imprese per ricevere quanto è in loro diritto. (4-04649)