• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00922 CASTALDI, GIROTTO, PETROCELLI, MOLINARI, VACCIANO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che: in data 14 aprile 2014 il Governo...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00922 presentata da GIANLUCA CASTALDI
martedì 29 aprile 2014, seduta n.238

CASTALDI, GIROTTO, PETROCELLI, MOLINARI, VACCIANO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'economia e delle finanze - Premesso che:

in data 14 aprile 2014 il Governo ha comunicato l'imminente deposito per il tramite del Ministero dell'economia e delle finanze, presso la sede delle società Enel, Eni e Finmeccanica delle liste per il rinnovo dei rispettivi organi sociali in occasione delle prossime assemblee degli azionisti. Con riferimento all'assemblea: 1) degli azionisti di Enel SpA, convocata per il 22 maggio, il Ministero, titolare del 31,24 per cento del capitale, depositerà presso la sede della società la seguente lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione: Patrizia Grieco, Francesco Starace, Alberto Pera, Alberto Bianchi, Salvatore Mancuso, Paola Girdinio; 2) degli azionisti di Eni SpA, convocata per l'8 maggio, il Ministero, titolare del 4,34 per cento del capitale e per il tramite di Cassa depositi e prestiti (partecipata al 80,10 per cento dal Ministero), di un ulteriore 25,76 per cento, depositerà le seguenti liste per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione e del collegio sindacale: per il primo Emma Marcegaglia, Claudio Descalzi, Fabrizio Pagani, Luigi Zingales, Diva Moriani, Andrea Gemma; per il collegio sindacale Paola Camagni (sindaco effettivo), Alberto Falini (sindaco effettivo), Marco Seracini (sindaco effettivo), Massimiliano Galli (sindaco supplente), Stefania Bettoni (sindaco supplente); 3) degli azionisti di Finmeccanica SpA, convocata per il 9 maggio in prima convocazione e il 15 maggio in seconda, il Ministero, titolare del 30,2 per cento del capitale, depositerà presso la sede della società la seguente lista per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione: Gianni De Gennaro, Mauro Moretti, Marta Dassù, Guido Alpa, Alessandro De Nicola, Marina Calderone, Fabrizio Landi;

il Governo ha altresì comunicato che per "quanto riguarda la società Terna SpA, le cui nomine spettano al consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, le proposte dei vertici CDP saranno coerenti con i criteri seguiti dal Governo nelle nomine di propria competenza";

come si può leggere sul sito del Ministero dell'economia, nell'area dedicata alle società partecipate, "le nomine dei componenti degli organi sociali delle società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze sono definite da un pacchetto di norme organiche con l'intento di stabilire processi trasparenti orientati a una selezione basata su merito e competenza nonché onorabilità e professionalità". Ed ancora che: "Il Ministro dell'economia e delle finanze designa i componenti degli organi di amministrazione e controllo delle società direttamente partecipate dal MEF, sulla base di una procedura curata dal Dipartimento del Tesoro con il supporto di società specializzate (Spencer Stuart Italia e Korn Ferry international) e previo parere del Comitato di Garanzia" (composto dal presidente professor Cesare Mirabelli, dal dottor Vincenzo Desario e dalla professoressa Maria Teresa Salvemini);

la società Spencer Stuart Italia risulta affidataria, in data 12 marzo 2014, da parte di Cassa depositi e prestiti SpA, dell'incarico di consulenza in materia di ricerca di candidati al ruolo di membri del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale delle società partecipate dalla stessa Cassa, per un importo pari a 210.000 euro;

risulta agli interroganti che il Dipartimento del tesoro aveva attivato una casella di posta elettronica, non in formato PEC (posta elettronica certificata), per consentire a chi fosse interessato di inviare la propria candidatura, ma non è possibile sapere esattamente quante ne siano arrivate;

considerato che:

nella risoluzione approvata l'8 aprile 2014 (Doc. XXIV n. 26) dalla 10ª Commissione permanente del Senato (Industria, commercio, turismo) a conclusione dell'esame dell'affare assegnato sui risultati delle principali società direttamente o indirettamente partecipate dallo Stato, con particolare riferimento ai settori di interesse della Commissione, è stato chiesto al Governo di: impostare su base meritocratica la formazione delle liste per i consigli di amministrazione delle società nelle quali il Ministero esercita, direttamente o indirettamente, il controllo di diritto o di fatto, avendo particolare cura di evitare situazioni di conflitto di interesse; subordinare l'eventuale riconferma dei presidenti e degli amministratori delegati uscenti alla valutazione del ruolo di ciascuno e dei risultati della società sul piano industriale, su quello della remunerazione del capitale investito dall'azionista, nonché sui risultati dei bilanci di sostenibilità, e in ogni caso avendo come limite massimo quello di tre mandati; trasmettere al Parlamento una relazione che illustri le ragioni e le finalità delle scelte fatte nella formazione delle liste e nella designazione di presidenti e amministratori delegati, nonché degli obiettivi generali loro affidati; rispettare nella definizione delle liste i requisiti di onorabilità, oltre a quelli di professionalità, indicati nella mozione sulle nomine approvata il 19 giugno 2013 dal Senato (1-00060, testo 4);

la direttiva ministeriale del 24 giugno 2013, in ordine all'adozione di criteri e modalità per la nomina dei componenti degli organi di amministrazione e di politiche per la remunerazione dei vertici aziendali delle società controllate direttamente o indirettamente dal Ministero, prevede, tra l'altro, che nella procedura di selezione e valutazione dei diversi profili di soggetti, non dipendenti dell'amministrazione azionista o vigilante, idonei a ricoprire le cariche negli organi societari in scadenza nelle società direttamente controllate, il Dipartimento del tesoro dovrà tener conto dei seguenti elementi: presenza dei requisiti di eleggibilità già previsti dalla legge, dagli statuti ovvero da direttive del Ministro; comprovata professionalità ed esperienza in ambito giuridico, finanziario o industriale; assenza di conflitti di interesse, anche in riferimento ad eventuali cariche in società concorrenti;

la direttiva esplicita che per la carica di presidente "occorrerà che i profili individuati assicurino in ogni caso la presenza di una adeguata autorevolezza per lo svolgimento dell'incarico". Si afferma, inoltre, che per la carica di amministratore delegato, si dovrà tenere conto, tra gli altri, dei seguenti parametri: esperienza pregressa per un periodo congruo in incarichi di analoga responsabilità ovvero in ruoli dirigenziali apicali nel settore pubblico o privato; esperienza, in via alternativa: 1) in conduzione di aziende nel settore industriale di riferimento; 2) in conduzione di aziende comparabili per dimensione o complessità; 3) nei mercati internazionali, qualora la società operi in misura consistente in contesti esteri; 4) in posizioni di responsabilità di vertice in situazioni societarie oggetto di processi di ristrutturazione e riorganizzazione; autorevolezza adeguata all'incarico, verificabile sulla base della reputazione, dei risultati conseguiti nei ruoli apicali in precedenza ricoperti nel settore pubblico o privato e della riconoscibilità nei mercati di riferimento;

prevede altresì per lo svolgimento delle procedure di selezione e di individuazione dei candidati alla carica di amministratore, di procedere, con il supporto delle società specializzate, allo svolgimento di "un'istruttoria di carattere qualitativo e attitudinale dei potenziali candidati, valutando anche le candidature pervenute", e, successivamente, di "sottoporre al Ministro dell'economia e delle finanze una lista ristretta di nominativi, accompagnata da una relazione di sintesi che illustri i criteri adottati, anche in relazione alle specifiche caratteristiche della singola società, nonché i profili dei candidati proposti, anche prevedendo la valutazione delle candidature pervenute";

nell'allegato alla direttiva, rispetto ai requisiti di onorabilità necessari per ricoprire le cariche, si evidenzia che "la sentenza di applicazione della pena ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale è equiparata alla sentenza di condanna";

considerato inoltre che:

il compito del comitato di garanti di cui al decreto ministeriale del 24 giugno 2013 è anche quello di verificare il rispetto dei criteri e delle procedure di selezione ed individuazione dei candidati medesimi;

il piano triennale di prevenzione della corruzione (triennio 2014-2016) del Ministero prevede al punto 3.5.2. (L'attribuzione di incarichi) che "Le misure attualmente adottate per il contenimento del rischio sono le seguenti: è stata emanata la direttiva del MEF del 24 giugno 2013, la quale regola, in modo dettagliato, i requisiti per la nomina e la relativa procedura; è previsto il supporto di società specializzate nella ricerca e selezione dei top manager nonché il parere di un comitato di garanzia e l'intervento di una commissione interna";

nel medesimo piano è previsto che "a seguito dell'acquisizione degli esiti dell'istruttoria, il Ministro dell'economia e delle finanze procederà alla designazione previa acquisizione di un parere positivo - relativo al rispetto dei criteri e delle procedure indicati nella Direttiva - da parte di un comitato di garanzia, costituito con carattere di stabilità e composto da personalità di riconosciuta indipendenza e comprovata competenza ed esperienza in materia giuridica ed economica. All'esito delle relative assemblee, il DT pubblicherà nel sito del MEF [l'elenco] delle nomine effettuate, con indicazione del curriculum vitae dei componenti dei consigli di amministrazione";

considerato altresì che:

la legge 20 luglio 2004, n. 215, recante "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi", prevede all'articolo 2, comma 1, lettera b), che: "Il titolare di cariche di governo, nello svolgimento del proprio incarico, non può (...) ricoprire cariche o uffici o svolgere altre funzioni comunque denominate in enti di diritto pubblico, anche economici"; e, ai sensi del comma 4, tale incompatibilità perdura per 12 mesi dal termine della carica di governo nei confronti di enti di diritto pubblico, anche economici, nonché di società aventi fini di lucro che operino prevalentemente in settori connessi con la carica ricoperta;

la candidata designata per il consiglio di amministrazione di Finmeccanica SpA, dottoressa Marta Dassù, è stata Viceministro degli affari esteri nel Governo Letta fino al 21 febbraio 2014;

la dottoressa Marta Dassù, come riferisce il sito del Ministero degli affari esteri, "oltre ad aver fatto parte del Comitato scientifico di Confindustria e della Trilateral commission, è nel Comitato direttivo dello IAI (Istituto Affari internazionali) di Roma e nel board dei seguenti istituti: Centro di alti studi sulla Cina contemporanea di Torino, Istituto di Studi diplomatici di Roma, IISS (International institute for strategic studies) di Londra. È, inoltre, membro dell'Advisor Board della School of Government della Luiss Guido Carli di Roma";

la società Finmeccanica ha una solida presenza nei mercati esteri, tale da rendere, a parere degli interroganti, leso il principio di vincolo previsto dall'articolo 2 della legge 20 luglio 2004, n. 215;

considerato infine che:

a fronte delle inequivocabili indicazioni contenute nella direttiva del 24 giugno 2013, nonché nella risoluzione approvata dalla 10ª Commissione permanente del Senato l'8 aprile 2014, è stata da più parti rilevata una serie di violazioni nelle liste predisposte. Anche gli organi di stampa ne hanno dato ampio risalto. A titolo di esempio, il giornale on line "Diritto di critica", il 15 aprile 2014 in un articolo titolato "Partecipate, dalle quote rosa al conflitto di interessi", segnalava una situazione di conflitto di interessi relativa alla scelta di Emma Marcegaglia alla presidenza dell'Eni, dato che le aziende di famiglia hanno, proprio su temi energetici, un rapporto strettissimo con l'azienda del "cane a sei zampe". Ma, soprattutto, la Marcegaglia e la sua famiglia (padre e fratello) sono stati protagonisti con l'Eni e con l'Enel della vicenda giudiziaria Eni power ed Enel power, relativa a presunte tangenti versate per aggiudicarsi alcuni appalti delle controllate del Ministero. Per quei fatti, il fratello, Antonio Marcegaglia, ha patteggiato nel 2008 una pena poi sospesa di 11 mesi per corruzione e pagato oltre 6 milioni di euro. Dalle indagini sono emersi alcuni conti cifrati intestati anche a Emma Marcegaglia e su cui erano transitati fondi neri. Suo fratello Antonio aveva ammesso candidamente che si trattava di risorse riservate che erano state sempre utilizzate nell'interesse del gruppo per le sue esigenze non documentabili;

l'articolo da ultimo citato riferisce altresì della scelta di Alberto Bianchi per il consiglio di amministrazione di Enel. «Il più clamoroso è quello che porta nel Cda dell'Enel l'avvocato di Matteo Renzi e del suo braccio destro Marco Carrai, Alberto Bianchi, già presidente delle fondazioni del Presidente del Consiglio dei ministri: Big Bang e poi Open, sulla cui opera di raccolta fondi si è incentrato anche l'interesse della Guardia di finanza. Una società di Alberto Bianchi avrebbe finanziato la pubblicità per Renzi e lo stesso Bianchi avrebbe garantito un mutuo chiesto dalle fondazioni del premier. (...) Alberto Bianchi è stato condannato dalla Corte dei conti a pagare 4 milioni e 700.000 euro per danno erariale per una vicenda relativa alla liquidazione del carrozzone di Stato Efim SpA. In qualità di commissario liquidatore - è l'accusa - Bianchi avrebbe accettato di pagare parcelle milionarie (più di 9 milioni, poi ridotti a cinque e passa) per spese legali. E questo nonostante sapesse dell'arrivo prossimo (5 giorni dopo) di una legge - 296/06, art.1, comma 492 - che impone un tetto massimo molto inferiore al milione di euro per il patrocinio legale. La Corte dei conti ha condannato Bianchi a pagare la differenza per l'esborso alla società Ligresta subentrata alla Efim, in quanto, afferma il giudice - scrive Il Tirreno - "si attiva in prosieguo perché i difensori possano intascare effettivamente le somme così generosamente elargite"»;

con riferimento a Poste SpA, nell'articolo si evidenzia che: «a Finmeccanica approda il manager Fabrizio Landi ex della fondazione Big Bang e renziano della prima ora, nel cda Eni c'è Diva Moriani ex amministratrice del gruppo di proprietà di un amico e finanziatore di Renzi. Poi figura l'economista della scuola di Chicago, Luigi Zingales, che prima di arruolarsi con Oscar Giannino (poi abbandonato) era stato visto alla prima Leopolda, come pure il manager tv Antonio Campo dall'Orto, senza dimenticare l'ex commissario agli Uffizi di Firenze (nominato da Sandro Bondi), Elisabetta Fabbri, che Renzi l'ha conosciuto lavorando sul campo. Anche Fabrizio Pagani all'Eni è vicino al Pd, sembra a Letta e Padoan»,

si chiede di sapere:

se il Governo ritenga di voler rendere note le modalità dell'istruttoria di carattere qualitativo e attitudinale dei candidati, di composizione della lista definita anche con l'ausilio delle società Spencer Stuart Italia e Korn Ferry International, nonché la relazione di sintesi che illustri i criteri adottati, anche in relazione alle specifiche caratteristiche della singola società, i profili dei candidati proposti ritenuti compatibili e di quelli esaminati ma non ritenuti compatibili, il numero e l'elenco delle candidature pervenute all'indirizzo mail attivato e quelle valutate dalle due società esterne;

se ritenga compatibili i nominativi inseriti nelle liste con l'invito contenuto nella risoluzione Doc. XXIV n. 26 approvata dalla 10ª Commissione permanente del Senato l'8 aprile 2014, volto ad evitare situazioni di conflitto di interesse;

se consideri pienamente rispettati i criteri di onorabilità previsti dalla direttiva del Ministero dell'economia e delle finanze del 24 giugno 2013;

se sia compatibile la designazione della dottoressa Marta Dassù con quanto previsto dalla legge 20 luglio 2004, n. 215;

sulla base di quali criteri, vagliati anche dalle società specializzate, siano stati individuati i profili per la carica di presidente in grado di assicurare "una adeguata autorevolezza per lo svolgimento dell'incarico";

sulla base di quali elementi il comitato di garanti abbia verificato il rispetto dei criteri e delle procedure di selezione ed individuazione dei candidati medesimi;

quali siano stati gli elementi valutati ai fini della riconferma del presidente di Finmeccanica SpA e quelli per il diniego al rinnovo per Enel SpA ed Eni SpA.

(3-00922)