• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/00926 MANCONI, GOTOR, FINOCCHIARO, MARTINI, TRONTI, LO GIUDICE, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA, COMPAGNA, VALENTINI, GRANAIOLA, SERRA, ORELLANA, MUSSINI, PEPE, BENCINI, CASALETTO, ALBANO, PEZZOPANE,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00926 presentata da LUIGI MANCONI
mercoledì 30 aprile 2014, seduta n.240

MANCONI, GOTOR, FINOCCHIARO, MARTINI, TRONTI, LO GIUDICE, DE CRISTOFARO, PETRAGLIA, COMPAGNA, VALENTINI, GRANAIOLA, SERRA, ORELLANA, MUSSINI, PEPE, BENCINI, CASALETTO, ALBANO, PEZZOPANE, GUERRA, GUERRIERI PALEOTTI, PADUA, ORRU', LO MORO, GATTI, FORNARO, Maurizio ROMANI, LAI, IDEM, CAMPANELLA, SCIBONA - Ai Ministri della difesa, della giustizia e dell'interno - Premesso che:

qualche minuto prima delle ore 01.30 della notte tra il 2 e il 3 marzo 2014, nel quartiere fiorentino di Borgo San Frediano, Riccardo Magherini è morto mentre subiva, o appena dopo aver subito, un'operazione di fermo e di contenimento attuata da militari dell'Arma dei Carabinieri;

Riccardo Magherini aveva perso il controllo di sé, presumibilmente a seguito di assunzione di sostanze stupefacenti e di un successivo attacco di panico, ed era stato bloccato da militari;

una volta prono a terra, i carabinieri lo hanno fermato al suolo bloccandolo di peso, ed hanno applicato le manette di sicurezza ai polsi dietro la schiena;

in questa posizione innaturale Magherini è rimasto per un lungo periodo, certamente superiore ai 15 minuti, prima che gli venisse prestato soccorso;

nel quartiere, dove Magherini era molto conosciuto, molti hanno potuto ascoltare le sue grida d'aiuto; numerose testimonianze hanno riferito di calci ed altri maltrattamenti che lo stesso Magherini avrebbe subito a terra;

la sequenza dell'operazione di contenimento è stata ripresa da almeno due video registrazioni tramite telefono cellulare;

con una semplice operazione, al computer, è stato possibile schiarire le immagini e il sonoro e riconoscere parole inizialmente non distinguibili: alle richieste di aiuto di Magherini si alternano frasi come "lo prendi a calci", e "vuoi ancora un altro po' (...)?". D'altra parte, le immagini mettono in evidenza il fatto che, per diversi minuti, 4 militari hanno gravato con tutto il loro peso sul corpo di Magherini, e che, per tutto questo tempo, lo stesso era riverso per strada, con il volto sull'asfalto, il corpo senza forze e le braccia dietro la schiena con i polsi ammanettati;

nella sentenza passata in giudicato relativa al caso Aldrovandi, si afferma che: "subito dopo l'ammanettamento la persona deve essere rimessa nella posizione più comoda per essere accompagnata dove deve essere condotta. La raccomandazione fondamentale è che l'operazione deve essere condotta nel più breve tempo. Un errato calcolo dei tempi necessari e un prolungarsi delle fasi di contenzione, aumentano i pericoli legati all'intrinseca pericolosità di ogni aspro scontro fisico. L'obbiettivo deve essere accompagnare il soggetto dopo avergli fatto riacquistare uno stato di calma e tranquillità; ciò implica un costante monitoraggio delle sue condizioni fisiche" (pag. 545) ed inoltre che "la persona deve essere immobilizzata ma non deve essere colpita od offesa, tanto meno devono essere prodotte lesioni strumentali all'immobilizzazione. L'idea di ferire, colpire, ledere come passaggio necessario all'immobilizzazione è non solo rifiutata nei protocolli operativi imposti agli operatori di polizia ma non è neppure necessaria o inevitabile neppure in situazioni eccezionali" (pag. 544);

secondo numerose e convergenti notizie di stampa, il pubblico ministero incaricato delle indagini avrebbe inviato all'avvocato di una delle parti coinvolte nel procedimento (il legale cui la famiglia Magherini si è inizialmente rivolta) un'e-mail nella quale, anticipando l'esito delle indagini, sosteneva che vi fosse il fondato motivo di ritenere che "almeno uno dei militari intervenuti [avesse] colpito il ragazzo con dei calci al fianco mentre era a terra ammanettato", e avrebbe prefigurato a carico di quel militare "quanto meno" l'applicazione "dell'articolo 581 c.p.";

non si comprende come tale e-mail, se autentica, possa conciliarsi con una nota fatta pervenire all'Ansa il 24 aprile scorso dalla Procura di Firenze nella quale si sosterrebbe che "nei filmati in possesso di questo ufficio, che concernono esclusivamente la fase degli accadimenti successivi alla immobilizzazione del giovane, non si evidenziano violenze di alcun genere contro il medesimo"; e nel medesimo comunicato si anticiperebbero presunti risultati della autopsia, prima che tali risultati siano stati ufficializzati e trasmessi alle parti,

si chiede di sapere:

quale sia il numero esatto dei militari coinvolti nell'operazione;

se le modalità di immobilizzazione di Riccardo Magherini fossero compatibili con quanto disposto nei protocolli operativi imposti agli operatori di pubblica sicurezza, così come rilevato nei passi citati della sentenza sul caso Aldrovandi;

se risulti la ragione per cui le prime testimonianze dell'accaduto siano state raccolte da questi stessi militari, posto che durante l'operazione, o subito dopo, si è verificato il decesso della persona fermata;

per quale ragione i primi soccorsi siano stati prestati a Magherini solo dopo moltissimi minuti dall'inizio dell'operazione di contenimento;

se si siano verificate fughe di notizie e se il Ministro della giustizia intenda attivare i propri poteri ispettivi per accertarlo;

se, alla luce del fatto che l'autopsia non avrebbe dato riscontro di violenze, in evidente distonia rispetto alla documentazione video raccolta sul momento, non sia opportuno favorire una seconda autopsia sul corpo di Riccardo Magherini;

se i Ministri in indirizzo possano fornire elementi ulteriori in ordine ai fatti esposti e quali provvedimenti urgenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano adottare per far luce sulla vicenda e per verificare (anche indipendentemente dall'accertamento di reati) irregolarità o violazioni di legge e le correlate responsabilità disciplinari.

(3-00926)