• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/11891    nel comune di Verona, frazione di Montorio, nella zona centrale di un'area di cava esaurita, in variante alla sistemazione prevista dal progetto di recupero della cava dismessa in corso,...



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11891presentato daZARDINI Diegotesto diMercoledì 19 luglio 2017, seduta n. 837

   ZARDINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel comune di Verona, frazione di Montorio, nella zona centrale di un'area di cava esaurita, in variante alla sistemazione prevista dal progetto di recupero della cava dismessa in corso, l'impresa titolare denominata Superbeton spa svolge, su autorizzazione della provincia di Verona rilasciata con determinazione dirigenziale n. 5268/14, attività di recupero rifiuti inerti non pericolosi con produzione di conglomerati bituminosi;
   l'autorizzazione rilasciata in regime semplificato (AUA) al precedente gestore, riguarda un'area fragile dal punto di vista ambientale, avendo rilevato anche la Ulss 20, in sede di parere preliminare, la vicinanza a pozzi dell'acqua potabile;
   fin dalle prime fasi dell'entrata in esercizio del nuovo impianto, la popolazione aveva manifestato preoccupazione per le emissioni odorose e fumose che venivano avvertite, le quali venivano segnalate alle istituzioni competenti;
   nel novembre 2015 la provincia di Verona, a seguito di alcune criticità in materia di emissioni diffuse dell'impianto, riscontrate dall'ARPAV nel corso di un sopralluogo, convocava una conferenza istruttoria per valutare le modifiche e integrazioni al provvedimento Aua rilasciato, richiedendo al gestore una relazione sugli interventi realizzati in ottemperanza alle prescrizioni autorizzative e, alla luce delle risultanze del sopralluogo, le eventuali ulteriori proposte migliorative per la mitigazione degli impatti e i tempi di realizzazione;
   la società Superbeton spa, a seguito di determinazione n. 4057/2015 di volturazione della titolarità dell'impianto, aveva comunicato l'inizio dei lavori di realizzazione dell'impianto di gestione rifiuti in regime ordinario;
   la provincia di Verona con provvedimento del 21 giugno 2016 ha diffidato l'impresa ad adempiere alla corretta gestione dell'impianto di recupero rifiuti non pericolosi, conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 ed alla determinazione dirigenziale n. 1853/2015, stabilendo un termine pari a trenta giorni per l'invio agli enti interessati di idonea documentazione attestante l'avvenuto ripristino della situazione impiantistica conformemente a quanto prescritto, in quanto risultava che il quantitativo massimo annuo di rifiuti trattabili era superato; veniva altresì richiesto di fornire la garanzia dell'efficienza del sistema di raccolta delle acque, di depositare i rifiuti su superfici impermeabilizzate e di evitare la formazione di odori;
   dalla documentazione trasmessa dalla ditta a seguito della diffida, si evince una parziale inottemperanza agli obblighi da rispettare, in particolare riguardo al rispetto dei limiti dei rifiuti stoccabili;
   a seguito della prima diffida del 21 giugno 2016, con determinazione n. 2892/16 del 29 luglio 2016, la provincia emetteva un secondo divieto di prosecuzione delle attività per le reiterate inottemperanze alle prescrizioni indicate nell'Aua, come evidenziate dalle ispezioni compiute da Arpav Verona;
   la ditta è stata menzionata nella relazione territoriale sulla regione Veneto approvata il 23 giugno 2016 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in relazione ad alcune criticità riguardanti l'impianto di Nervesa della Battaglia;
   il 26 gennaio 2017 presso il Tar del Veneto è stato rigettato il ricorso presentato dal comune di Verona avverso la provincia di Verona e di Brunelli Placido Franco srl, in relazione alla determina n. 5268/2014 –:
   se non ritenga opportuno assumere ogni iniziativa di competenza al fine di valutare, in collaborazione con la regione e gli enti locali, il danno ambientale determinato dalle attività in essere e, conseguentemente, adottare i necessari provvedimenti, anche alla luce di quanto previsto dagli articoli 299 e seguenti del decreto legislativo n. 152 del 2006.
   (5-11891)