• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03892 MARINELLO - Al Ministro della giustizia - Premesso che: l'interrogante ha già segnalato al Ministro in indirizzo, con l'atto di sindacato ispettivo 4-07444, pubblicato il 3 maggio 2017,...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03892 presentata da GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO
mercoledì 19 luglio 2017, seduta n.862

MARINELLO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

l'interrogante ha già segnalato al Ministro in indirizzo, con l'atto di sindacato ispettivo 4-07444, pubblicato il 3 maggio 2017, la paradossale situazione legata al Tribunale di Gela (Caltanissetta), il cui iter autorizzativo, inclusa la successiva edificazione, presenta dei paradossi a giudizio dell'interrogante al limite della legalità;

il tribunale di Gela sorge su un terreno di proprietà privata che, oltre 10 anni fa, è stato preso dal Comune, senza che esso fosse stato legittimamente espropriato; una vicenda surreale iniziata ai tempi della Giunta comunale Crocetta e finita a fine aprile 2017 con un'ordinanza del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana, che apre le porte, se non si dovesse addivenire ad un accordo con i privati, perfino alla possibile demolizione del nuovo tribunale, un edificio inaugurato appena 5 anni fa;

la legalità a fasi alterne del presidente Crocetta si manifesta unicamente, ad avviso dell'interrogante, nell'arte oratoria: quando dalla teoria si passa ai fatti, il principio di legalità viene archiviato nei cassetti delle scrivanie, che contengono le procedure amministrative a lui care; il vate dell'antimafia che si limita al controcanto della retorica risulta, secondo l'interrogante, essere una contraddizione vivente, la cui manifesta incoerenza rischia di avere ripercussioni sui diritti di onesti cittadini;

in 14 anni di contenzioso, l'amministrazione comunale di Gela non ha mai convocato i privati per un confronto sereno e costruttivo sulla vicenda, nonostante i proprietari dei terreni da sempre abbiano assunto un atteggiamento responsabile, cercando unicamente di salvaguardare il loro legittimo interesse al giusto indennizzo per l'esproprio effettuato. Al contrario, l'amministrazione comunale ha offerto inizialmente un indennizzo di 35 euro al metro quadrato. Cifra a parere dell'interrogante inaccettabile, perché lo stesso Comune faceva pagare sui beni l'Ici per un valore stimato dall'ufficio tecnico erariale di 208 euro al metro quadrato. Quindi, l'area veniva valutata scadente, quando occorreva liquidare l'indennizzo di esproprio, ma pregiata, quando si trattava di incassare le tasse;

inoltre, nonostante l'ammontare di denaro pubblico utilizzato per la costruzione del tribunale, tra cui gli svariati milioni di euro spesi per le consulenze di professionisti e direttori dei lavori, sembra paradossale, secondo l'interrogante, che la struttura presenti già gravi danni strutturali; sembrerebbero esserci tutti gli elementi per parlare di insana gestione erariale di soldi pubblici da parte dell'ente comunale;

considerato che:

successivamente alla presentazione dell'atto di sindacato ispettivo, l'interrogante ha richiesto la particolare attenzione del Ministro in indirizzo sulla vicenda, manifestando le sue perplessità in una lettera inviata al Ministro stesso, alla quale non è seguita alcuna risposta;

lo scorso 6 luglio 2017, il sottosegretario di Stato per la giustizia, Cosimo Maria Ferri, durante un convegno a Gela, organizzato dalla Camera civile e presieduto dall'avvocato Emanuele Maganuco, ha affermato con certezza che il Tribunale di Gela non verrà demolito. Al tempo stesso, si è dimostrato certo che ai proprietari dei terreni, così come sentenziato dal Consiglio di giustizia amministrativa, verrà riconosciuto un indennizzo equo e proporzionato, sulla base di un accordo fra le parti,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, nei limiti delle proprie competenze, sollecitare un tavolo di confronto fra le parti in causa, al fine di trovare una soluzione che ripristini lo stato di legalità e garantisca alle famiglie di fatto espropriate dei beni un indennizzo equo e proporzionato al valore dei beni;

se non reputi opportuno, per quanto di competenza, l'invio a Gela di ispettori che valutino la struttura e i gravi danni strutturali già presenti, e, in caso, attuare tutte le azioni necessarie per rivalersi sui professionisti a cui è stata commissionata la realizzazione della struttura e il cui operato sia stato caratterizzato da negligenza e manifesta imperizia.

(3-03892)