Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
Atto a cui si riferisce:
C.5/11961 recentemente si è tenuto a Amburgo il summit del G20, caratterizzato anche questa volta purtroppo da scontri tra manifestanti (140 fermati) e agenti (196 feriti);
vi sono...
Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-11961presentato daD'INCÀ Federicotesto diMartedì 25 luglio 2017, seduta n. 841
D'INCÀ e MANLIO DI STEFANO. —
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale
. — Per sapere – premesso che:
recentemente si è tenuto a Amburgo il summit del G20, caratterizzato anche questa volta purtroppo da scontri tra manifestanti (140 fermati) e agenti (196 feriti);
vi sono anche dei cittadini italiani tra gli oltre 140 manifestanti fermati dalle forze dell'ordine tedesche, perché coinvolti negli scontri di Amburgo; tredici dei 16 connazionali sono stati rilasciati nella serata di domenica 9 luglio, mentre altri sei sono stati rinviati a giudizio. In particolare, risultano coinvolti due cittadini italiani originari di Feltre, Maria Rocco, detenuta ormai da più di due settimane, e Fabio Vettorel, che invece è stato trasferito fin dal primo momento nel carcere minorile di Hahnofersand, dal momento che ha appena 18 anni ma in quel Paese si diventa maggiorenni a 21;
i legali della famiglia Rocco stanno esplorando tutte le strade per riportarla in Italia, compreso un ricorso; nel frattempo il suo primo difensore Serrangeli si è attivato per chiedere un intervento deciso delle istituzioni («La nostra diplomazia non si è proprio mossa e siamo di fronte a una grossa ingiustizia che riguarda dei cittadini italiani. Bisogna che le coscienze si sveglino, affinché Rocco e Vettorel possano tornare a casa, insieme ai quattro italiani.») e avviare una petizione postata in internet «Maria e Fabio liberi subito»;
da quel che si legge sul quotidiano Corriere delle Alpi, Maria Rocco non ritiene di dover ammettere le circostanze che le vengono addebitate, perché afferma di non avere niente da confessare: «Manifestare rimane un diritto, ma prende le distanze dalla violenza che ci può essere stata, nel senso che non era sua intenzione sostenere una manifestazione di quel tipo. Quella mattina ha soccorso una ragazza che aveva una frattura esposta alla gamba sinistra. Le contestano di non essersi allontanata, ma se l'avesse fatto, le sarebbe stata addebitata l'omissione di soccorso. Non poteva andarsene, allo stesso tempo non poteva restare. Non si sarebbe mai aspettata una reazione così pesante e di finire in un tritacarne» ha affermato il suo difensore;
l'avvocato Serrangeli prosegue affermando anche che qualcosa non tornerebbe nei verbali d'interrogatorio: «Mi dice di non aver mai pronunciato parole che pure sono state trascritte nell'interrogatorio di garanzia del 7 luglio: non era in alcun modo travisata, anche se indossava un foulard per difendersi, eventualmente, dal gas dei lacrimogeni, e non si è messa a lanciare oggetti. Adesso abbiamo meno di dieci giorni, per convincere la Corte d'Appello a scarcerare i due ragazzi, prima delle vacanze di agosto. Non possiamo più aspettare: bisogna per forza muoversi –:
come il Ministro interrogato stia seguendo la vicenda evidenziata in premessa e quali iniziative diplomatiche siano state adottate, o si intendano adottare, affinché la situazione giunga al più presto alla sua conclusione con il ritorno in patria dei connazionali fermati. (5-11961)