• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/07892 DE PETRIS - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante: il...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-07892 presentata da LOREDANA DE PETRIS
mercoledì 26 luglio 2017, seduta n.866

DE PETRIS - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle politiche agricole alimentari e forestali - Premesso che, a quanto risulta all'interrogante:

il Comune di Scala Coeli, in provincia di Cosenza, rischia attualmente di veder ampliata una discarica di rifiuti speciali, che necessiterebbe unicamente di essere sottoposta a bonifica;

la parte della società BiEco Srl, infatti, nel dicembre 2016, ha richiesto al Dipartimento ambiente della Regione Calabria la possibilità di raddoppiare la superficie della discarica situata in località Case Pipino, nonostante la già imponente superficie pari a 60.000 metri quadri, con una capienza che arriva sino alle 250 tonnellate al giorno di rifiuti. L'analisi del progetto è stata avviata nel gennaio 2017;

Scala Coeli conta 1.111 abitanti, producendo una porzione di rifiuti molto bassa (293 chilogrammi per abitante all'anno) che non contempla i rifiuti speciali, trattandosi di una cittadina a scarsa propensione industriale. Il Comune ha, inoltre, già avviato il progetto di raccolta differenziata porta a porta, a conferma della sensibilità ambientale sviluppatasi nel luogo;

il comune cosentino sorge tra l'altro in una zona protetta dal marchio DOP Bruzio, menzione geografica "Colline joniche presilane", ed è immersa in vigneti e terreni coltivati con agricoltura biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91. In questa zona, inoltre, resiste l'allevamento dei bovini di razza podolica, ormai sempre più rari;

la discarica di Scala Coeli è stata autorizzata da decreto dirigenziale regionale n. 4180 del 29 marzo 2010, ed è attiva dal mese di maggio 2015;

oltre a trovarsi, come accennato, in una zona a forte vocazione biologica, la discarica è collocata a pochissima distanza dai torrenti affluenti del fiume Nicà, in un'area in cui, tra l'altro, sono state rinvenute tombe risalenti al periodo ellenistico;

l'ampliamento della discarica è fortemente osteggiato da molti amministratori locali, in primis, dal sindaco di Crucoli. Tale località sarebbe infatti quella più colpita, avendo attualmente la maggior porzione di territorio in cui ricade la discarica. A tal proposito, l'amministrazione locale ha già deliberato negativamente in merito;

allo stesso modo il progetto è osteggiato da numerose associazioni di cittadini e di tutela dell'ambiente del territorio. Pare infatti insensato l'ampliamento di una discarica in una zona a rischio di forte impatto ambientale, senza che sussista, tra l'altro, una reale necessità rispetto allo smaltimento dei rifiuti della zona, soprattutto dopo l'approvazione del piano rifiuti da parte della Regione Calabria, nel dicembre 2016, che ha previsto l'obiettivo di discariche zero entro il 2020;

secondo Legambiente Calabria, contrariamente a quanto riportato nel paragrafo 3.11.2 del SIA (studio dell'impatto ambientale), la zona agricola in cui ricade il progetto di ampliamento è riconosciuta tra i beni identitari sottoposti a vincoli di tutela, in quanto le aziende agricole presenti adottano il metodo della coltivazione biologica;

infine, la discarica si trova a cavallo tra la provincia di Crotone e la provincia di Cosenza: sull'unica via di accesso per la discarica vige un'ordinanza provinciale di Crotone, datata 2015, che vieta il transito ai veicoli, di cui tuttavia non viene assicurato il rispetto. È dunque evidente come le condizioni per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) sulla viabilità di accesso all'impianto di discarica esistente, contenute nel DDG n. 4180/10, non siano state rispettate;

per il giorno 28 luglio 2017 è prevista una manifestazione di protesta contro la possibilità di rilascio dell'AIA da parte della Regione. Al Dipartimento ambiente sono state inviate, inoltre, numerose osservazioni sulle irregolarità della discarica esistente e del progetto relativo al nuovo impianto;

il movimento ha coinvolto cittadini, istituzioni, forze sociali e politiche, agricoltori, associazioni (come Legambiente, Italia nostra, Cia, Coldiretti), operatori economici, turisti ed emigrati, che hanno mostrato sensibilità e partecipazione alla lotta ambientalista per la salvaguardia di una zona ricca di bellezze naturalistiche, corsi d'acqua, vigneti e uliveti coltivati con metodo biologico certificato all'Unione europea, allevamenti di bovino podolico, e protetta, poiché coperta dal marchio DOP,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo non intendano intervenire nell'immediato, per quanto di loro competenza, per monitorare il processo decisionale circa la richiesta di autorizzazione integrata ambientale per la discarica;

se non ritengano di dover verificare autonomamente le condizioni della discarica e di un suo eventuale allargamento, anche in considerazione delle particolari caratteristiche dell'area, che vede rilevanti produzioni con marchio DOP, al fine di tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini.

(4-07892)