• Testo RISOLUZIONE IN ASSEMBLEA

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Atto a cui si riferisce:
C.6/00344    premesso che:     in ripetute occasioni nell'arco degli ultimi anni i Governi italiani hanno pubblicamente rivendicato un «ruolo guida» in eventuali missioni internazionali...



Atto Camera

Risoluzione in Assemblea 6-00344presentato daALTIERI Trifonetesto diMercoledì 2 agosto 2017, seduta n. 847

   La Camera,
   premesso che:
    in ripetute occasioni nell'arco degli ultimi anni i Governi italiani hanno pubblicamente rivendicato un «ruolo guida» in eventuali missioni internazionali di stabilizzazione della situazione in Libia;
    l'Italia è evidentemente – per elementari ragioni geografiche – il Paese più direttamente coinvolto dalle ondate migratorie;
    su un piano diverso, l'Italia è a sua volta interessata – come tutta la comunità internazionale – a prevenire e contrastare ogni rischio terroristico e l'avanzata in atto delle componenti jihadista e fondamentaliste anche in Nord Africa;
    con la lettera del Presidente Sarraj del 23 luglio 2017, il Consiglio presidenziale libico/Governo di Accordo Nazionale ha chiesto al Governo italiano supporto logistico e tecnico per la Guardia costiera libica nel comune contrasto al traffico di esseri umani, da svolgersi anche in acque libiche con unità navali della nostra Marina militare;
    il 25 luglio 2017 il Presidente francese Emmanuel Macron, con atto non preventivamente concordato con l'Unione europea e gli altri partner coinvolti nelle azioni di contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani nel Mediterraneo, ha convocato il vertice di Celle-Saint-Cloud alla presenza del premier libico Fayez al Sarraj e del generale Khalifa Haftar a capo della Cirenaica;
    al termine dell'incontro gli esponenti libici si sono impegnati a rinunciare alla lotta annata, a combattere i gruppi terroristici, e ad un processo di cessate il fuoco essenziale per qualsiasi progresso, con l'accordo di avviare un processo di pace e di riconciliazione volto a portare nella primavera del prossimo anno di libere elezioni, nel contesto dell'accordo di Skyrat, firmato nel dicembre 2015 sotto l'egida dell'ONU;
    all'indomani dell'intesa di Parigi il premier libico Fayez al Sarraj ha incontrato a Roma il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni per affrontarci temi del conflitto in atto sul suolo libico e del continuo e costante flusso di migranti che dalla Libia arrivano in Italia;
    in una nota diffusa il 28 luglio 2017 dal Consiglio presidenziale, si chiarisce che l'accordo raggiunto con il governo italiano è di completamento del programma già in essere di sostegno alla Guardia costiera e di addestramento e rifornimento di armi e di attrezzature volte al salvataggio dei migranti e al contrasto «delle organizzazioni criminali responsabili dell'immigrazione illegale e delle operazioni di contrabbando, in aggiunta al sostegno alle Guardie di frontiera che verranno dotate di apparecchiature elettroniche per la messa in sicurezza e il controllo dei confini meridionali», ribadendo che «la sovranità nazionale è una linea rossa invalicabile»;
    è del tutto evidente che nessun passo avanti è stato compiuto per il passaggio della missione EUNAVOR MED operazione SOPHIA, alla piena operatività della Fase 2 e il passaggio alla Fase 3 per l'effettivo smantellamento delle reti del traffico e della tratta di esseri umani dalle coste libiche verso quelle italiane;
    pertanto scopo della missione rimane fornire supporto alle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell'immigrazione illegale e del traffico di esseri umani mediante un dispositivo aeronavale e integrato da capacità ISR (Intelligence, Surveillance, Reconaissance), con l'aggiunta di alcuni compiti rispetto a quelli già svolti dal dispositivo aeronavale nazionale apprestato per la sorveglianza e la sicurezza nell'area del Mediterraneo centrale;
    tale operazione si configura come mera missione di ausilio e assistenza in funzione sostanzialmente secondaria e subordinata, così come ipotizzata da alcuni dei protagonisti dello scacchiere libico;
    le unità operative coinvolte si limitano ad un non meglio precisato numero di mezzi terrestri, ad un'unica unità navale funzionale al supporto tecnico logistico e un pattugliatore già in servizio nell'Operazione nazionale denominata «Mare Sicuro»;
    non risultano chiari obiettivi, tempi e regole d'ingaggio della missione italiana;
    su un piano diverso, l'Italia è a sua volta interessata – come tutta la comunità internazionale – a prevenire e contrastare ogni rischio terroristico e l'avanzata in atto delle componenti jihadista e fondamentaliste anche in Nord Africa;
    il Governo italiano non deve scendere a compromessi con le ONG che non hanno sottoscritto il codice di condotta, ribadendo che queste non si vedranno riconoscere la garanzia di portare i migranti salvati nei porti italiani, se l'area in cui sono stati soccorsi non è quella di competenza italiana,

propongono all'Assemblea di autorizzare la missione nonché di definire per il Governo i seguenti impegni:

   a chiarire in modo preciso obiettivi, tempi e regole d'ingaggio della missione italiana, riferendo alle competenti Commissioni parlamentari, con cadenza trimestrale, sull'andamento dell'operazione e sull'eventualità di apportare cambiamenti anche attraverso un maggior impiego di mezzi e uomini;
   a proseguire ogni sforzo diplomatico a livello internazionale per rendere pienamente operativo il passaggio dalla fase 2 alla fase 3 dell'operazione EUNAVOR MED operazione SOPHIA, alla piena operatività della Fase 2 e il passaggio alla Fase 3 per l'effettivo smantellamento delle reti del traffico e della tratta di esseri umani dalle coste libiche verso quelle italiane;
   a definire con le autorità libiche le modalità per il trasferimento dei migranti soccorsi in mare in porti sicuri libici;
   a chiarire in modo esplicito che le ONG che non accettino le indicazioni delle istituzioni italiane non abbiano l'autorizzazione all'attracco delle loro imbarcazioni nei porti italiani;
   su un piano più generale, a definire linee in materia di immigrazione che confermino l'accoglienza per i profughi di guerra, ma pongano limiti assolutamente rigorosi per i cosiddetti migranti economici, stabilendo anno per anno non solo un numero massimo evidentemente limitato, ma anche la tipologia di lavoratori che possano essere positivamente assorbiti dal nostro mercato del lavoro, prevedendo negli altri casi la necessaria non permanenza sul nostro territorio.
(6-00344) «Altieri, Vargiu, Capezzone, Ciracì, Corsaro, Chiarelli, Fucci, Distaso, Latronico, Matarrese, Marti».