• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
C.3/03220    il 23 dicembre 1984, verso le 19, un ordigno di matrice mafiosa ha provocato l'esplosione del treno rapido n. 904 che procedeva da Napoli in direzione Milano, all'interno del tunnel...



Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-03220presentato daROMANINI Giuseppetesto diMartedì 12 settembre 2017, seduta n. 848

   ROMANINI, PATRIZIA MAESTRI, MANZI, FRAGOMELI, SCHIRÒ, PRINA, NARDUOLO, LENZI, AMATO, CINZIA MARIA FONTANA, SCUVERA, VENITTELLI, CARRA, ROSSI, MINNUCCI, ALBANELLA, FABBRI, TIDEI, AMODDIO, IORI, GRASSI, PATRIARCA, PAOLA BOLDRINI, MONTRONI, GALPERTI, ZAN e PIAZZONI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   il 23 dicembre 1984, verso le 19, un ordigno di matrice mafiosa ha provocato l'esplosione del treno rapido n. 904 che procedeva da Napoli in direzione Milano, all'interno del tunnel della Grande galleria dell'Appennino, in località Vernio. L'esplosione ha causato 16 morti e oltre 260 feriti;
   tra le vittime anche Susanna Cavalli, originaria di Gaiano di Collecchio, e Pier Francesco Leoni di Parma, giovanissimi fidanzati che si trovavano su quel treno in ritorno da un pellegrinaggio in Vaticano. In memoria dei due, ogni anno, l'amministrazione comunale di Collecchio promuove una cerimonia di commemorazione molto partecipata presso il famedio eretto all'interno del cimitero frazionale di Gaiano;
   l’iter processuale a carico degli esecutori della strage è iniziato il 25 febbraio 1989 presso la corte d'assise di Firenze e si è concluso il 14 marzo 1992, dopo la ripetizione del processo d'appello ordinato dalla Corte di cassazione, con la conferma degli ergastoli per Giuseppe Calò, Guido Cercola e le condanne di Franco Di Agostino a 24 anni e di Friedrich Schaudinn a 22. Ad Alfonso Galeota, Giulio Pirozzi e Giuseppe Misso sono state comminate condanne minori;
   il 27 aprile 2011 la direzione distrettuale antimafia di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti del boss mafioso Salvatore Riina, con l'accusa di essere il mandante della «strage del Natale 1984». Il processo di primo grado ha preso avvio a Firenze il 25 novembre 2014 e si è concluso il 14 aprile 2015 con l'assoluzione di Riina per mancanza di prove. Contro la sentenza di assoluzione è stato presentato appello dalla procura;
   secondo quanto riferito nei giorni scorsi dalla stampa, a causa dell'imminente pensionamento del presidente della terza sezione della corte d'assise d'appello di Firenze, Salvatore Giardina, le udienze del processo sarebbero state rinviate a data da destinarsi, scatenando la comprensibile indignazione dei familiari delle vittime e dell'opinione pubblica, in particolare quella delle comunità di Collecchio e di Parma per il legame con le due giovani vittime ricordate all'inizio della premessa;
   intervistato dal quotidiano «La Repubblica» il giudice Giardina ha attribuito alla recente riforma dell'articolo 603 del codice di procedura penale il dilungarsi dei tempi del dibattimento, tanto da non renderli compatibili con la sua permanenza in servizio fino all'imminente pensionamento;
   la stampa ha riferito che, per far luce sulle circostanze del rinvio, il Ministro della giustizia avrebbe richiesto al tribunale di Firenze una «dettagliata relazione» –:
   quali siano le iniziative effettivamente promosse dal Ministro interrogato in relazione al rinvio, a data da destinarsi, del dibattimento volto ad accertare le responsabilità dei mandanti della strage del rapido 904 e quali, in ogni caso, intenda porre in essere, per quanto di competenza, al fine di agevolare l'accertarsi della verità sugli eventi di stampo mafioso occorsi nel dicembre 1984.
(3-03220)