• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/17702    a metà luglio 2017 in provincia di Reggio Emilia un bambino di circa 13 anni con un evidente deficit cognitivo, per altro ben documentato dalle autorità competenti, è stato adescato da...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17702presentato daBINETTI Paolatesto diMartedì 12 settembre 2017, seduta n. 848

   BINETTI, BUTTIGLIONE, CERA e DE MITA. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   a metà luglio 2017 in provincia di Reggio Emilia un bambino di circa 13 anni con un evidente deficit cognitivo, per altro ben documentato dalle autorità competenti, è stato adescato da un ragazzo più grande di 21 anni, pakistano, mentre andava in bicicletta nei giardini della città. Condotto in un luogo appartato, è stato abusato sessualmente; ciò ha creato nella vittima, oltre ad uno stato di shock che ha allarmato i suoi genitori, anche delle lesioni che sono state curate nel pronto soccorso dell'ospedale, dove il medico che lo ha visitato ha rilasciato anche il relativo certificato;
   la famiglia ha denunciato il fatto e il pakistano, Akthar Nabeel è stato identificato, anche grazie alla descrizione fornita dal bambino, che lo ha riconosciuto. Questi possiede lo status di rifugiato e un regolare permesso di soggiorno, anche se di fatto risulta disoccupato;
   condotto in questura e interrogato ha di fatto ammesso la sua colpa e il magistrato Maria Rita Pantani ha chiesto la custodia in carcere. Il giudice per le indagini preliminari Giovanni Ghini, prima lo ha condannato agli arresti domiciliari, ma poiché il connazionale con cui Akthar Nabeel viveva non ha voluto tenerlo con sé dopo questo fatto, nell'arco di pochissimi giorni lo ha rimesso pienamente in libertà, richiedendogli solo l'obbligo di firma, nonostante i rischi di recidiva paventati dalla famiglia;
   il pakistano a sua difesa e discolpa aveva insistito sul fatto che il bambino fosse consenziente;
   ovviamente la stampa, i Tg regionali, hanno dato ampio spazio alla notizia, omologandola ad una forma di vera e propria pedofilia, che ha indignato profondamente la popolazione;
   il 20 agosto il Giorno pubblicava un articolo dal titolo: «Violentò disabile, già fuori. A Reggio scoppia la rivolta con questo slogan: Il giudice sbaglia, punitelo». Il giorno dopo i giornali titolano: «Pedofilo libero...» e una raccolta di firme di illustri cittadini di Reggio esprime tutto il proprio sconcerto davanti al fatto che un pedofilo reo confesso circoli per le strade della città senza aver subito nessuna condanna;
   le ragioni della violenta reazione nella popolazione sono sostanzialmente riconducibili a quattro punti essenziali: perché il soggetto violentato è minore e per di più disabile, perché l'aggressore è un rifugiato, fino ad allora ben accolto nella città di Reggio, e perché il trattamento che gli è stato inflitto è stato considerato dalla opinione pubblica eccessivamente blando;
   sono stati promossi cortei di protesta davanti al tribunale di Reggio, ed è aumentato il livello di allarme tra i genitori della città, creando ulteriori resistenze all'accoglienza degli stranieri nella città e nei suoi paraggi;
   la stampa locale, il quotidiano Il Giorno, il 21 di agosto ha pubblicato un'inchiesta sta dalla quale sono emerse anche altre situazioni in cui il magistrato Giovanni Ghini aveva formulato sentenze, per lo meno discutibili, e sempre con una interpretazione molto larga della norma; la questione, in ogni caso, è già alla attenzione della prima commissione del Consiglio superiore della magistratura;
   ad avviso degli interroganti occorre intervenire a fronte di un fatto oggettivamente molto grave per il minore e in presenza di una interpretazione della norma così blanda da parte del giudice da ritenere plausibili recidive sia da parte dello stesso soggetto che da parte di altri potenziali emulatori –:
   di quali ulteriori elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e se non ritenga di assumere iniziative normative per rendere più stringenti le misure cautelari per situazioni come quella sopra riportata. (4-17702)