• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/03961 DE PETRIS, PETRAGLIA, CASTALDI, MINEO, BOCCHINO, CERVELLINI, BAROZZINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che: un imponente incendio, sviluppatosi a partire dal 19...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-03961 presentata da LOREDANA DE PETRIS
martedì 12 settembre 2017, seduta n.872

DE PETRIS, PETRAGLIA, CASTALDI, MINEO, BOCCHINO, CERVELLINI, BAROZZINO - Al Presidente del Consiglio dei ministri - Premesso che:

un imponente incendio, sviluppatosi a partire dal 19 agosto 2017, ha coinvolto vaste porzioni del territorio abruzzese, aggredendo, in modo particolare, la preziosa area del Parco della Majella;

il fuoco ha quasi distrutto il monte Morrone e divorato circa 3.000 ettari in una zona di importanza primaria per l'ecosistema del nostro Paese. I roghi si sono susseguiti per giorni e sono stati appiccati in zone anche molto lontane tra loro, lasciando pensare a una regia criminale che, con metodo scientifico, ha colpito un'area di incredibilmente vaste dimensioni;

proprio per la gravità del fenomeno appare a giudizio degli interroganti inspiegabile la superficialità con cui gli organi di controllo e governo del territorio si sono avvicinati alla questione: l'incendio è infatti andato avanti per settimane senza che si riuscisse a contrastarne con efficacia la violenza;

soltanto le piogge verificatesi negli ultimi giorni hanno consentito la risoluzione della questione. È evidente tuttavia come non sia possibile affidarsi agli eventi metereologici per gestire un fenomeno annoso come quello degli incendi, ma sia necessaria, invece, una corretta e lungimirante strategia di prevenzione e contrasto in merito ad ogni aspetto;

sono note, infatti, le molteplici cause che possono dar origine agli incendi, tra cui le condizioni metereologiche, fortemente condizionate dagli sconvolgimenti connessi al cambiamento climatico (che tuttavia, è ormai più norma che eccezionalità) e il dolo, di natura intenzionale (speculazione agraria, zootecnica ed edilizia, piromania, interessi di singoli lavoratori stagionali) o dovuto a noncuranza e negligenza;

l'estate 2017 è stata in tal senso particolarmente drammatica per la nostra penisola, con incessanti notizie relative a intere aree distrutte dal fuoco;

appare sempre più dirimente la questione delle attività di prevenzione e spegnimento degli incendi. La prevenzione può essere in tal senso di tipo indiretto (attraverso pratiche come la scelta di specie appropriate, la realizzazione di diradamenti e di interventi di pulizia del sottobosco in grado aumentare resistenza e resilienza delle formazioni forestali) o diretto (attraverso la realizzazione e la manutenzione di fasce tagliafuoco, la riduzione del materiale combustibile, o ancora la pulizia delle fasce laterali delle strade e di quelle sottostanti le linee di comunicazione);

ancor più grave la situazione dal punto di vista della governance del settore, su cui è pesantemente intervenuta la riforma, cosiddetta Madia (legge n. 124 del 2015), soprattutto attraverso il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177;

la riforma è stata negli ultimi mesi oggetto di numerose critiche, connesse in particolar modo allo smembramento cui è stato sottoposto il Corpo forestale, inglobato dall'Arma dei Carabinieri e dei Vigili del fuoco. Una scelta che, oltre a militarizzare un organismo di grande esperienza sul piano della prevenzione e del monitoraggio del territorio, ha condotto a una immediata perdita di competenze, mezzi e personale, anche nel settore del contrasto agli incendi;

si calcola, ad esempio, che il solo personale con qualifica di direttore delle operazioni di spegnimento (passato ai Vigili) sia attualmente rintracciabile intorno alle 750 unità, a fronte di un numero precedente alla riforma di 1.056. Il personale antincendio boschivo era invece rintracciabile intorno alle 2.000 unità. Allo stesso modo, molti dei mezzi necessari agli incendi sono rimasti intrappolati nell'intasamento burocratico successivo alla riforma, con competenze divise tra Regioni, Vigili del fuoco, Protezione civile e Carabinieri forestali: ad agosto, ad esempio, la maggior parte dei 32 elicotteri del Corpo forestale (divisi tra Carabinieri e Vigili del fuoco) risultava fermo negli hangar per mancanza di fondi, lavori di manutenzione straordinaria e complicazioni di tipo burocratico;

una situazione critica, che ha manifestato tutta la sua drammaticità nel corso delle settimane che hanno divorato l'Abruzzo, conducendo ad un disastro ambientale gravissimo arginato principalmente dal coraggio e dell'abnegazione dei volontari. Un incubo di fuoco che ha messo in evidenza la mancanza di controlli e risposte adeguate al fenomeno, i ritardi e gli intralci burocratici, la mancanza di coordinamento e la scarsità di uomini e mezzi connessa al disastro compiuto dalla riforma Madia;

preso atto delle dichiarazioni rilasciate dal capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, in audizione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri sull'andamento della campagna estiva 2017, il quale, ha rilevato, rispetto alle modifiche introdotte dalla riforma ed all'impiego dei direttori delle operazioni di spegnimento, che "purtroppo va da incidere in particolar modo sull'operatività delle regioni Abruzzo, Marche, Umbria, Basilicata e Sicilia, che non dispongono di una propria flotta regionale";

considerato che:

la Regione Abruzzo ha una superficie forestale di quasi 400.000 ettari, caratterizzata da formazioni forestali montane situate al di sopra dei 1.000 m. sul livello del mare, boschi collinari e rimboschimenti realizzati nel corso del secolo scorso;

il 30 per cento del territorio regionale è occupato da aree protette. Le superfici forestali comprese in aree protette, parchi nazionali, parchi regionali e riserve, si estendono per circa ettari 179.800;

considerato che gli incendi della stagione estiva 2017 hanno rivelato una enorme difficoltà di gestione dell'emergenza. Basti richiamare in proposito gli interventi a mezzo stampa del segretario regionale il sindacato autonomo dei Vigili del fuoco, Conapo, il quale ha affermato che "le risorse stanziate dalla Regione Abruzzo per la prevenzione e la lotta attiva agli incendi boschivi estivi sono del tutto insufficienti a garantire un sistema di contrasto adeguato da parte dei vigili del fuoco",

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga necessario e urgente intervenire nell'immediato al fine di procedere all'adozione di interventi correttivi del decreto legislativo n. 177 del 2016, finalizzati a garantire la piena utilizzazione del personale competente e di tutti i mezzi disponibili nel settore dell'antincendio boschivo, allo scopo di assicurare, almeno, il raggiungimento dei livelli di operatività precedenti allo scioglimento del Corpo forestale dello Stato;

se non ritenga necessaria, vista l'entità dei danni registrati alle aree naturali protette nel corso della stagione estiva, l'urgente definizione di un piano di monitoraggio e intervento specificamente dedicato agli incendi boschivi nei parchi nazionali, con adeguate risorse per gli interventi di bonifica, di prevenzione, di monitoraggio e rivolti alla dotazione dei mezzi e delle tecnologie necessarie;

quali iniziative intenda mettere in campo per intervenire nell'immediato nelle zone abruzzesi devastate dagli incendi, tenuto conto che la Regione non è dotata, nonostante il vasto e prezioso patrimonio boschivo di competenza, di una propria flotta aerea di intervento;

se non intenda infine procedere, alla prima occasione utile, alla dichiarazione dello stato di emergenza, come richiesto dalla Regione Abruzzo.

(3-03961)