• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/17828 (4-17828)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17828presentato daCAPARINI Davidetesto diLunedì 18 settembre 2017, seduta n. 852

   CAPARINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   a causa dalla metodologia di ripartizione del fondo di solidarietà comunale (Fsc) che, come noto, si basa sulla capacità fiscale, anche per l'anno 2018, la distribuzione di tale fondo si rivelerà svantaggiosa per i piccoli comuni;

   la capacità fiscale, infatti, in questi centri, risulta gonfiata dal gettito potenziale di Imu e Tasi, determinata da un patrimonio immobiliare spesso abbandonato, ma considerato ancora potenzialmente produttivo di reddito da parte del fisco;

   tale problematica è stata nuovamente sollevata, in sede di audizione presso la Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale, dalla direttrice generale del dipartimento delle finanze Fabrizia Lapecorella che ha spiegato come nei piccolissimi comuni (sotto i 500 abitanti) la capacità fiscale pro capite per il 2018 raggiungerà quota 629 euro. Nella classe demografica che va da 500 e mille abitanti, invece, si scende a 491 euro pro capite, ma si tratta sempre di cifre che, se appaiono realistiche per un comune di grandi dimensioni (483 euro è infatti la capacità fiscale pro capite degli enti tra 60 mila e 100 mila abitanti) risultano abnormi per un mini-ente;

   ciò è possibile, perché l'ingente patrimonio immobiliare presente in questi piccoli comuni, costituito spesso da seconde case non più abitate, spalmato su una popolazione esigua, porta inevitabilmente la capacità fiscale pro capite a livelli pari a quelli delle metropoli (695 euro è il valore di riferimento per le città sopra i 250.000 abitanti);

   dunque, nel 2017, essendo la ripartizione della quota perequativa del Fsc basata sulla capacità fiscale, il 40 per cento di tale quota è stato attribuito sulla base della differenza tra capacità fiscale e fabbisogni standard e in futuro il peso dei due parametri è destinato a crescere progressivamente visto che la fetta di risorse distribuite sulla base delle capacità fiscali e dei fabbisogni salirà al 55 per cento nel 2018, al 70 per cento nel 2019, all'85 per cento nel 2020 e al 100 per cento a decorrere dal 2021;

   i piccoli comuni sono quindi penalizzati, perché il loro alto valore di capacità fiscale, che non viene compensato da elevati fabbisogni come nel caso delle grandi città, rischia di portare inevitabilmente a una penalizzazione nella distribuzione delle risorse;

   durante la stessa audizione, la direttrice delle Finanze ha sottolineato come nel 2018 si ripresenterà il medesimo problema, nonostante il valore complessivo della capacità fiscale si attesterà a quota 25,2 miliardi di euro (3,4 miliardi in meno rispetto al 2017). Il calo, ha spiegato Lapecorella, è ascrivibile soprattutto alla riduzione della componente Imu-Tasi (-1 miliardo), a sua volta determinata dalla variazione della base dati di riferimento (il gettito effettivo 2015 in luogo di quello 2012) e dalla sterilizzazione del gettito dell'Imu degli immobili di proprietà comunale. La riduzione della capacità fiscale porterà a una riduzione della quota perequativa del fondo di solidarietà comunale 2018, fermo restando che il totale delle risorse a disposizione dei comuni resterà invariato;

   si tenga infine presente che la stessa criticità si presenta anche per i comuni ad alta vocazione turistica –:

   quali iniziative il Ministro intenda immediatamente adottare al fine di non penalizzare, come esposto in premessa, i «mini enti», così come pure i comuni a vocazione turistica, in modo da evitare che l'elevata capacità fiscale prodotta da questi non causi una sproporzionata riduzione della quota perequativa del fondo di solidarietà comunale per il prossimo anno;

   se il Ministro non intenda adottare ulteriori iniziative per ristorare i «mini enti», almeno per il passato biennio 2016-2017 delle mancate risorse non ricevute a causa dell'iniqua distribuzione del Fsc, in considerazione della posizione di svantaggio derivante della qualità di comuni piccoli, spesso montani e quasi del tutto spopolati.
(4-17828)