• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08060 STEFANI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che: con precedenti atti di sindacato ispettivo, 4-05064 e...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08060 presentata da ERIKA STEFANI
martedì 19 settembre 2017, seduta n.877

STEFANI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

con precedenti atti di sindacato ispettivo, 4-05064 e 4-05711, ancora senza risposta, l'interrogante ha esposto la grave emergenza in cui versa il territorio delle province di Vicenza, Verona e Padova, a causa della propagazione della contaminazione da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) in diversi corpi idrici e nei punti di erogazione delle acque potabili, chiedendo limiti massimi certi per le acque potabili e azioni concrete per bloccare le fonti di inquinamento e per dare risposte certe alla popolazione veneta allarmata dal fenomeno; la contaminazione interessa in particolare la zona di Lonigo, ma anche Saregno, Brendola e Vicenza, per la presenza dei PFAS in falda e nei corsi d'acqua superficiali e nel sistema dei pozzi utilizzati per uso potabile;

"Il Giornale di Vicenza" del 7 settembre 2017 riporta le conclusioni dell'ultimo incontro, tra il comitato "Mamme no Pfas genitori attivi zona rossa" e il Presidente della Regione Veneto, gli assessori e i dirigenti della Regione; all'incontro hanno partecipato anche vari ragazzi con le magliette dove espongono stampati i valori altissimi di Pfas, tra le 10 e le 30 volte più alti dei range normali, che sono stati rilevati nel proprio sangue;

la Regione Veneto ha operato su molti fronti, affrontando questa tematica difficile e complessa, e non da ultimo si è dimostrata disponibile a promuovere accordi con i gestori delle risorse idriche per soddisfare una delle richieste urgenti dei genitori che risulta quella di avere acqua a "zero Pfas" per uso alimentare, anche con soluzioni alternative all'acquedotto pubblico, per la distribuzione dell'acqua da fonti pulite attraverso autobotti o le "casette dell'acqua";

attualmente, il limite per l'acqua potabile è di 500 nanogrammi per litro, limite ritenuto congruo dall'Istituto superiore della sanità, tuttavia la Regione ha chiesto ripetutamente l'abbassamento dei limiti di Pfas nell'acqua potabile e insiste sulla propria richiesta, anche ultimamente con lettera del 23 agosto 2017;

inoltre, la Regione ha chiesto la revisione del regolamento europeo "Reach" per imporre il divieto di utilizzo di composti Pfas o quantomeno renderne obbligatoria l'indicazione in etichetta anche per quantità inferiori all'1 per cento, e poter controllare e interrompere alla fonte il processo di diffusione di tali sostanze nell'ambiente;

la popolazione è preoccupata per la diffusione dei Pfas nella catena alimentare e, nonostante l'Istituto superiore di sanità non abbia segnalato criticità, sono in corso analisi per verificare anche l'idoneità degli alimenti che vengono prodotti nell'area contaminata da Pfas, le cui risposte dovrebbero arrivare tra ottobre e novembre 2017;

i problemi della zona potrebbero essere risolti tra 4 anni con l'attuazione del progetto regionale, già inserito nel grande modello degli acquedotti veneti (Mosav), per la sostituzione della portata di 500 litri al secondo proveniente dalla centrale di Almisano con la portata di acqua buona, nel territorio di Lonigo-Almisano, proveniente dai pozzi già realizzati o in via di realizzazione lungo l'alveo del Brenta, a Camazzole-Carmignano;

il Governo ha promesso alla Regione Veneto 80 milioni per la realizzazione del progetto; tuttavia, in una lettera inviata alla Regione il 21 agosto 2017, il Ministro dell'ambiente, nel rinnovare la disponibilità dei propri uffici per la risoluzione delle criticità, fa presente che le risorse si riferiscono al Fondo sviluppo e coesione nazionale in quota ambiente, la cui disponibilità dei finanziamenti è in capo agli uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri e del Ministero dell'economia e delle finanze;

pertanto, al momento, manca la disponibilità finanziaria per la realizzazione degli interventi;

la Regione Veneto ha promesso ai cittadini che non appena i finanziamenti verranno stanziati, nell'attesa dell'erogazione effettiva, la Regione anticiperà 18 milioni per realizzare una prima tratta di acquedotto per collegare Almisano al vecchio acquedotto di Recoaro, per una prima fornitura di acqua pulita non soggetta a Pfas,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo intendano adottare tutte le iniziative indispensabili e urgenti per garantire l'immediato stanziamento delle risorse necessarie alla realizzazione dei progetti per l'approvvigionamento idrico alternativo del territorio di Lonigo-Almisano;

se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non intenda approfondire l'idoneità dei limiti massimi attuali per i PFAS nelle acque, e in particolare per i PFOA e PFOS, ai fini della tutela della salute dei cittadini e della sicurezza della catena alimentare, e promuovere nelle sedi opportune, anche nell'ambito dell'Unione europea, l'abbassamento dei limiti e, comunque, maggiore trasparenza nelle etichette dei prodotti e l'incremento dei controlli per interrompere alla fonte il processo di diffusione di tali sostanze nell'ambiente.

(4-08060)