• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01944 (2-01944) «Fucci».



Atto Camera

Interpellanza 2-01944presentato daFUCCI Benedetto Francescotesto diGiovedì 21 settembre 2017, seduta n. 855

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   nella notte del 20 settembre è avvenuto un fatto di gravità inaudita: una dottoressa di turno nel posto di continuità assistenziale (ex guardia medica) di Trecastagni, in provincia di Catania, ha subito una violenza sessuale;

   questo gravissimo episodio ha fatto emergere un acceso dibattito sulle condizioni di insicurezza in cui, come dimostrato da numerose cronache degli ultimi anni, operano di notte gli operatori nei posti di continuità assistenziale e nei pronto soccorso;

   l'interpellante condivide i toni di estrema preoccupazione espressi dai rappresentanti di categoria delle professioni mediche, a partire da quelli utilizzati dalla presidente della Federazione nazionale dell'ordine dei medici e dei chirurghi secondo cui bisogna pensare, in una situazione tanto allarmante, di «spostare le guardie mediche all'interno delle Stazioni dei Carabinieri, che sono capillari sul territorio, o delle postazioni di Polizia»;

   si è appreso che dopo il drammatico episodio il Ministro interrogato ha disposto l'attivazione di verifiche ispettive a campione presso i presidi di tutto il territorio nazionale per verificare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari durante il servizio di continuità assistenziale e che, una volta esaminato quanto emergerà dalle verifiche, il Ministero della salute potrà avviare gli interventi ritenuti necessari per garantire la sicurezza dei professionisti sanitari all'interno dei presidi;

   da una ricerca effettuata qualche anno fa dal settore continuità assistenziale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, che ha intervistato circa 2.458 medici di guardia, è emerso che il 90 per cento di essi dichiarava di aver subito atti di violenza, il 64 per cento minacce verbali, l'11 per cento atti vandalici, il 22 per cento percosse e ben il 13 per cento minacce a mano armata con armi improprie. Ben 9 medici su 10 durante tutta la loro attività hanno subìto almeno una volta un'aggressione e 8 su 10 ne hanno subìta più di una. Solo il 13 per cento degli operatori di continuità assistenziale, dopo aver subito un'aggressione, deciderebbe di rivolgersi alle autorità per denunciare l'accaduto;

   un effetto dei tagli alla sanità è che, a differenza del passato, sono sempre più frequenti i casi in cui il medico di turno nelle ore notturne si trovi in servizio completamente da solo, essendo così esposto a maggiori potenziali pericoli; accade inoltre che sempre più spesso il medico di guardia – oltre a ricevere gli assistiti in sedi isolate e senza vigilanza – si debba recare da solo in visita domiciliare durante la notte, con mezzi propri, in luoghi non familiari e in casa di sconosciuti;

   a parere dell'interpellante, il quadro descritto è non solo preoccupante ma anche emblematico del fatto di come vi sia la necessità che il Ministero della salute sul piano tecnico e il Governo tutto come atto di responsabilità politica non si limitino ad intervenire quando fatti inauditi come quello accaduto in Sicilia si sono ormai consumati;

   si richiama, al riguardo, l'interrogazione a risposta scritta n. 4-14953, rimasta senza risposta, in cui si sollecitavano nel dicembre 2016 «urgenti iniziative con riguardo particolare da un lato al tema delle risorse e dell'organizzazione del servizio di continuità assistenziale, e dall'altro alle condizioni di insicurezza oggi esistenti» –:

   quali urgenti iniziative di competenza il Governo intenda assumere per porre finalmente gli operatori delle ex guardie mediche in condizione di lavorare in sicurezza.
(2-01944) «Fucci».