• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/17890 (4-17890)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17890presentato daMATARRESE Salvatoretesto diGiovedì 21 settembre 2017, seduta n. 855

   MATARRESE, VARGIU, DAMBRUOSO e PIEPOLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   secondo quanto si evince dagli organi di stampa, sembrerebbe che, a fronte delle rilevanti risorse stanziate per il contrasto al dissesto idrogeologico nel corso di questa legislatura, persistano problematiche procedurali che impediscono l'aggiudicazione delle gare di appalto, l'inizio dei lavori e quindi la spesa dei fondi;

   sembra, infatti, che il 94 per cento dei 9.230 progetti facenti parte del piano antidissesto siano «non cantierabili»;

   il processo che dovrebbe consentire l'esecuzione dei lavori in tutto il Paese sembrerebbe chiuso in un circolo vizioso: da un lato, si rileva l'incapacità degli enti locali a dotarsi di progetti idonei a consentire la spesa delle risorse stanziate, dall'altro, le stazioni appaltanti pare non possano affidare progettazioni esecutive di opere se queste non risultano debitamente finanziate. Inoltre, gli enti locali lamentano iter procedurali troppo complessi e stringenti che impediscono l'utilizzo dei fondi stanziati;

   secondo quanto si evince dalla risposta del Governo ad un recente atto di sindacato ispettivo (interrogazione n. 5-12057), a parere degli interroganti, non si registra alcun risultato apprezzabile nell'avanzamento delle progettualità, nemmeno a seguito dell'istituzione del «Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico» che il Governo ha reso disponibile nel 2015 per favorire l'efficace avanzamento dello stato progettuale relativo alle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e per renderle immediatamente cantierabili;

   la conseguenza di questo stallo decennale è l'impossibilità di far fronte ad un problema che tutti i governi che si sono succeduti nel corso delle legislature hanno paradossalmente definito «urgente» e gli effetti di questa situazione di impasse sono ancora oggi evidenti in diverse regioni d'Italia;

   in Puglia, ad esempio, la difficoltà degli enti locali di elaborare i progetti si unisce alle predette lungaggini burocratiche che complicano ancor di più la loro definizione;

   secondo quanto si evince dagli organi di stampa, i 100 milioni di euro stanziati dalla regione nell'ambito del «Patto per il Sud» ... potrebbero essere persi perché i comuni pugliesi non sono in grado di predisporre i progetti da mandare in gara... e perché «...le procedure previste da Palazzo Chigi per attingere al fondo di rotazione dei progetti sono a dir poco complicate: ben cinque diversi passaggi prima di poter ottenere una quota dei 12 milioni di euro destinati alla Puglia...»;

   i particolari della vicenda pugliese sono rilevanti poiché comuni alle difficoltà che affrontano tutti gli enti locali del Paese. Affinché la progettazione esecutiva sia finanziata, infatti, le proposte «...devono essere inserite nel Registro nazionale per la difesa del suolo, sottoposte ad una fase di istruttoria dell'Autorità di distretto, poi a quella amministrativa del Ministero dell'Ambiente, quindi a quella dell'appaltistica e della cantierabilità della struttura di missione della Presidenza del Consiglio dei ministri e poi a quella dell'ISPRA...»;

   le difficoltà che devono affrontare gli enti locali nell'ambito della definizione dei loro progetti non risultano compatibili con i tempi entro i quali è possibile acquisire i fondi disponibili; si tratta di tempi che appaiono insufficienti: nel caso dei Patti per il Sud per la Puglia, infatti, hanno un limite fissato al 31 dicembre 2019 per l'assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti –:

   se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative di competenza, anche normative, volte a definire una riorganizzazione complessiva dell'intero processo amministrativo che disciplina l'accesso alle risorse stanziate per il contrasto al fenomeno del dissesto idrogeologico al fine di garantirne lo snellimento, la semplificazione ed il miglioramento della funzionalità, nonché al fine di contribuire ulteriormente all'accelerazione delle procedure necessarie alla cantierizzazione dei progetti, considerato che resta fermo l'obbligo per gli enti locali di dotarsi di progetti idonei allo scopo e conformi alle disposizioni di legge.
(4-17890)