• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12253 (5-12253)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12253presentato daIANNUZZI Cristiantesto diGiovedì 21 settembre 2017, seduta n. 855

   CRISTIAN IANNUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il 23 agosto 2017, Gloria Pompili è stata trovata morta, vicino Prossedi (Latina): le indagini dei carabinieri di Latina hanno condotto all'arresto di due parenti della vittima che l'avrebbero prima indotta a prostituirsi e poi più volte picchiata per costringerla a continuare a farlo, dietro la minaccia di farle togliere i figli;

   la violenza contro le donne, come testimoniato dalle cronache, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, rappresenta un'emergenza sanitaria mondiale: è la prima causa di morte e di invalidità permanente tra le donne di età tra i 16 e i 44 anni;

   il 35 per cento delle donne nel mondo (una su tre) è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti, a prescindere dal ceto sociale cui appartengano;

   nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2017 le violenze denunciate sono state 2333. Dati recenti forniti dal Ministero dell'interno evidenziano che sono in aumento le violenze sessuali commesse dagli italiani (1534 nei primi sette mesi di quest'anno), mentre diminuiscono di poco quelle che vedono gli stranieri responsabili dei 3/5 degli stupri (904 da gennaio a luglio di quest'anno);

   con la legge 27 giugno 2013, n. 77, l'Italia è stata tra i primi Paesi europei a ratificare la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, ha introdotto una serie di disposizioni penali, volte a prevenire e reprimere la violenza domestica e di genere e ha previsto l'adozione di un piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, con lo scopo di affrontare in modo organico e in sinergia con i principali attori coinvolti, a livello sia centrale che territoriale, il fenomeno della violenza contro le donne;

   il 2 marzo 2017 la Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non aver agito con sufficiente rapidità per proteggere una donna e suo figlio dagli atti di violenza domestica perpetrati dal marito, che hanno poi portato all'assassinio del ragazzo e al tentato omicidio della moglie;

   la tragedia, secondo i giudici di Strasburgo, non sarebbe imputabile alle leggi in vigore in Italia, ma all'atteggiamento «passivo» adottato dalle forze dell'ordine e dai magistrati, di fronte agli atti di violenza domestica subiti e denunciati dalla donna;

   nel mese di giugno 2017, la corte d'appello di Messina ha stabilito che per l'omicidio di Marianna Manduca ci fu dolo e colpa grave nell'inerzia dei due pm che, dopo i primi segnali di violenza da parte del marito, non trovarono il modo di fermarlo, nonostante le reiterate denunce della donna –:

   se, dato l'aumento delle violenze, non si ritenga necessario assumere le iniziative di competenza per la nomina di un Ministro che si occupi delle politiche di genere;

   se non intendano adottare urgentemente un piano straordinario che metta in atto misure di prevenzione, anche attraverso interventi nel campo dell'istruzione e della comunicazione e che garantisca nel tempo adeguate forme di assistenza e di sostegno alle donne vittima di violenza;

   quali iniziative intendano adottare per implementare i centri antiviolenza esistenti sul territorio nazionale;

   se intendano assumere iniziative per aumentare le somme da destinare alla prevenzione e al contrasto della violenza sulle donne;

   se intendano, con la massima urgenza, impartire indirizzi alle forze dell'ordine, al fine di garantire tempestive azioni di monitoraggio e interventi a protezione e sicurezza delle donne vittime di minacce e atti persecutori;

   se intendano valutare l'assunzione di iniziative volte a prevedere l'obbligatorietà dell'adozione di mezzi elettronici o altri strumenti tecnici di controllo nei casi di condanna per atti persecutori, ai sensi dell'articolo 612-bis del codice penale.
(5-12253)