• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12264 (5-12264)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12264presentato daAGOSTINI Robertatesto diLunedì 25 settembre 2017, seduta n. 857

   ROBERTA AGOSTINI, AMATO, BECHIS, IORI, LOCATELLI, PATRIZIA MAESTRI, MARZANO, MURER e NICCHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nel 1975 la legge n. 405 istituisce i consultori familiari con lo scopo di assicurare obiettivi legati alla salute delle donne e dei componenti il nucleo familiare: dall'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile, alla somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile, alla divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza, fino all'informazione e all'assistenza sui problemi della sterilità e della infertilità e sulle procedure per l'adozione e l'affidamento familiare;

   negli anni immediatamente successivi all'emanazione della legge nazionale tutte le regioni hanno recepito la norma con proprie leggi regionali;

   la legge n. 194 del 1978 sottolinea il ruolo centrale del consultorio nella promozione della procreazione responsabile, dell'educazione sessuale e della prevenzione dell'aborto;

   la legge n. 119 del 2013 affida ai consultori il compito di «recupero e di accompagnamento dei soggetti responsabili di atti di violenza nelle relazioni affettive, al fine di favorirne il recupero e di limitare i casi di recidiva»;

   per le attività che sono chiamati a svolgere, i consultori rivestono un ruolo sociale oltre che sanitario, con un approccio multidisciplinare che richiede la compresenza e la collaborazione tra figure mediche e figure a competenza sociale e psicologica;

   nel 2008 il Ministero della salute pubblica il primo rapporto nazionale sui consultori familiari pubblici presenti in Italia. Dal rapporto si evince come solo in poche regioni le asl prevedano un capitolo di bilancio ad essi adibiti e che solo nel 4 per cento dei casi l'organico multidisciplinare sia al completo;

   nella relazione del Ministro della salute sull'attuazione della legge n. 194 del 1978 del settembre 2013 si legge che il numero dei consultori familiari pubblici notificato nel 2011 dalle regioni è 2110 (erano 2204 nel 2010), pertanto risultano 0,7 consultori per 20.000 abitanti, e non 1 ogni 20.000 come previsto dalla legge n. 34 del 1996;

   associazioni ed operatori lamentano che l'attuale attività dei consultori e la conseguente modalità di rapportarsi all'utenza non rispondono più alle intenzioni e non permettono di favorire un rapporto di fiducia tra operatori e cittadini. Recentemente la presidente della consulta cittadina permanente dei consultori familiari di Roma, Giuseppina Adorno, ha scritto una lettera di denuncia pubblica sullo snaturamento dei consultori sottolineando i tanti problemi quotidiani (accoglienze limitate in spazi e tempi ridotti, visite ginecologiche ogni 15 minuti come nei poliambulatori, scarsi operatori e altro). Secondo uno studio della Consulta permanente dei consultori familiari di Roma, l'81 per cento dei consultori opera nell'ambito della salute degli adolescenti con corsi di educazione alla sessualità, attività in costante diminuzione a causa della carenza di personale e dei diversi obiettivi aziendali. Pochi giorni fa la presidente del collegio delle ostetriche per le province di Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra e Oristano, Maria Rosaria Lai, ha espresso pubblicamente il timore che i consultori possano scomparire;

   con la risoluzione conclusiva di dibattito n. 8/00038 la Commissione affari sociali in data 6 marzo 2014 ha impegnato il Governo pro tempore ad assumere iniziative per valorizzare e ridare piena centralità ai consultori familiari, a promuoverne un'equa diffusione sul territorio nazionale e a favorirne l'integrazione con le strutture ospedaliere, rappresentando il consultorio uno strumento essenziale per le politiche di prevenzione e promozione della maternità e della paternità libera e consapevole –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta e cosa intenda fare al fine di riorganizzare il sistema dei consultori familiari, in modo da portare il servizio su tutto il territorio nazionale ad un livello di fruibilità e funzionalità adeguato.
(5-12264)