• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/01950 (2-01950) «Pesco, Crippa, Sibilia, Alberti, Fico, Pisano, Ruocco, Villarosa, Cancelleri».



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-01950presentato daPESCO Danieletesto diMartedì 26 settembre 2017, seduta n. 858

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   da un articolo della «La Stampa» si evince: «Sono almeno 9 miliardi di risparmi degli italiani e si appoggiano su gambe che mostrano qualche incrinatura. Si tratta del prestito sociale delle Coop e la colpa non è solo della crisi dei consumi e di una concorrenza sempre più aggressiva, ma anche di un legame tra Coop e finanza che tra impegni “di sistema” e avventure azzardate nell'azionariato di grandi banche (Mps e Carige principalmente) rischia di diventare insopportabile (...)»;

   alle cooperative, come a tutti i soggetti diversi dalle banche, è fatto divieto di effettuare raccolta «rimborsabile a vista». Le cooperative ingenerano nel pubblico l'idea di una sostanziale equiparazione della suddetta raccolta a quella effettuata dalle banche utilizzando sui loro siti le denominazioni «libretto di risparmio», «zero spese di apertura-chiusura conto, zero spese per operazioni e per tenuta conto» «la cooperativa riconosce al depositante un tasso di interesse competitivo rispetto agli investimenti con caratteristiche analoghe» ... «totalmente gratuito» ed addirittura le accezioni «capitale garantito, di cui potrai chiedere il rimborso in ogni momento»;

   diversi sono i casi di default delle cooperative che hanno rimborsato solo quota parte del prestito sociale ad esempio dall'Emilia Romagna al Friuli Venezia Giulia: Coop Muratori di Reggiolo (raccolti 49 milioni di euro, restituiti solo 19), Orion (raccolti 5 milioni di euro, restituiti 2); oltre a cooperativa di costruzioni Di Vittorio di Fidenza, Coopsette e Unieco di Reggio Emilia, e Coop di consumo come Coop Carnica e Trieste;

   non esiste fondo di garanzia comune e le vicende descritte testimoniano, secondo gli interpellanti, la carenza di solidarietà di Legacoop. Totalmente assente appare la consapevolezza dei risparmiatori/soci della mancanza delle garanzie del prestito sociale rispetto ai depositi bancari;

   il prestito sociale finanzia l'attività economica della cooperativa, ma gran parte dei fondi sono stati destinati ad investimenti azionari senza frammentazione del rischio e diversificazione patrimoniale. Gli scopi non sono chiari e si evidenziano, ad avviso degli interpellanti, esclusivamente relazioni politiche, come il caso Monte dei Paschi di Siena e Carige e l'acquisizione della maggioranza del gruppo UGF;

   le varie cooperative di consumo detengono la maggioranza azionaria del gruppo Unipol UGF sia attraverso un controllo diretto che attraverso un, intreccio di società: Holmo, Spring2 e Finsoe;

   tale sistema piramidale, secondo gli interpellanti, è funzionale al mantenimento in bilancio della partecipazione di controllo in Unipol a valori non coerenti con la realtà. Nel bilancio delle varie cooperative viene inserito il valore al costo di acquisto storico delle azioni Unipol detenute nella società contenitore Finsoe e di Holmo e Spring2 proprietarie a loro volta di quote del contenitore, senza peraltro tener conto dei debiti delle società «satelliti». Attraverso tale complesso meccanismo si ottiene una valorizzazione nei bilanci delle cooperative, indiretta e nascosta, di circa 13,50 euro per azione Unipol UGF (media), contro i 3,80 euro della quotazione di borsa attuale. Quanto descritto si evidenzia da una perizia rilasciata dalla società di revisione Deloitte, in cui si tenta di dimostrare una valorizzazione del gruppo UGF in base agli utili attesi nel (precedente) piano industriale e mai realizzato) più un premio di maggioranza per la quota di controllo calcolato in base a dati di acquisizioni realizzati, non recentemente, ma bensì all'inizio del 2000 (periodo pre-crisi);

   di recente è stata deliberata la scissione di Finsoe che, a parere degli interpellanti, non è servita a semplificare e rendere trasparente la catena di controllo di Unipol, ma probabilmente a evitare a FINSOE il ruolo di capogruppo assicurativa/bancaria, con conseguenti obblighi di trasparenza di bilancio e controlli da parte Ivass e Bankitalia ed obblighi di valutazione in bilancio delle attività maggiormente stringenti per gruppi bancari assicurativi, dovuti all'introduzione obbligatoria dei criteri di valutazione IFRS 9 dal 1º gennaio 2018. Difatti, attraverso la delibera di scissione, non si semplifica nulla, si rende ancora più complessa la struttura piramidale, costituendo 22 nuove società per azioni, una per ciascun socio Finsoe (con aggiunta nel nome di suffisso 2), ove confluiranno (di fatto) pro-quota le azioni Unipol al prezzo attuale di carico in Finsoe;

   da un'attenta analisi delle partecipazioni incrociate contabilizzate nei vari bilanci 2016, risulterebbero agli interpellanti delle ipervalutazioni delle azioni UGF rispetto ai valori di mercato correnti delle azioni Unipol: Coop Alleanza 3.0 le iscrive al 580,42 per cento, Spring2 al 694,40 per cento, creando una valutazione complessiva pari a 870 milioni di euro, mentre il valore netto intrinseco sottostante a quotazioni di borsa delle azioni Unipol al netto dei debiti delle società veicolo nella forchetta più alta nell'ultimo anno è di solo di 144 milioni di euro. La maggiore valutazione di 736 milioni confluisce a patrimonio netto, consentendo alla cooperativa di poter raccogliere fino ad ulteriori 2,2 miliardi di euro prestito sociale;

   una corretta valutazione al fair value di quotazione media di borsa di Unipol, a giudizio degli interpellanti porterebbe alle seguenti minusvalenze in milioni di euro: Coop Alleanza 3.0: 736, Coop Liguria: 133, Nova Coop: 113, UnicoopTirreno: 114, CoopcentroItalia: 14, Unicoop Firenze minusvalenze: 13;

   le partecipazioni in Monte dei Paschi di Siena e banca Carige permangono anch'esse valorizzate a valori che appaiono agli interpellanti non congrui rispetto alle quotazioni di borsa ed una corretta valutazione al fair value condurrebbe alle seguenti minusvalenze: Coop Liguria, azioni Carige, 33 milioni di euro; Coop Centro Italia, azioni Monte dei Paschi di Siena, 84 milioni;

   il quadro delineato, peraltro parziale, prende in esame solo il valore in bilancio delle partecipazioni, e non della valorizzazione degli immobili ad esempio, e restituisce valori di minusvalenze latenti superiori a 1,5 miliardi di euro –:

   se il Governo abbia contezza dei fatti narrati, se intenda darne evidenza e se intenda intervenire con iniziative normative per tutelare i risparmiatori;

   se il Governo abbia acquisito o intenda acquisire elementi in ordine alla perizia Deloitte sulla valorizzazione delle azioni Finsoe, le quali a cascata avrebbero determinato la ipervalutazione delle azioni UGF, e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda eventualmente intraprendere per risolvere questa discrepanza, tutelando i soci risparmiatori;

   se intenda promuovere, per il prestito sociale, la creazione di una forma di garanzia solidale equivalente a quella erogata dal Fondo interbancario per la tutela dei depositi per i depositi bancari;

   se si intendano assumere iniziative rivolte ad un maggior controllo, sia sui bilanci che sulle forme e sulle modalità di raccolta dei fondi, delle cooperative che usufruiscono dei prestiti sociali;

   se si intendano assumere iniziative per eliminare la possibilità per le associazioni di cooperative di vigilare sulle consociate, eliminando palesi conflitti di interesse.
(2-01950) «Pesco, Crippa, Sibilia, Alberti, Fico, Pisano, Ruocco, Villarosa, Cancelleri».