• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/17928 (4-17928)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-17928presentato daCATANOSO Basiliotesto diMartedì 26 settembre 2017, seduta n. 858

   CATANOSO. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la Strategia energetica nazionale (Sen) è il documento di programmazione ed indirizzo nel settore energetico adottato con decreto ministeriale dell'8 marzo 2013, in scadenza il 31 dicembre 2017;

   la Sen è stata elaborata dall'Italia, quale documento programmatorio, all'indomani dell'adozione di altri documenti programmatori di settore, quali, ad esempio, il Piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili (Pan) del 2010 di recepimento degli obiettivi definiti dalla direttiva UE 2009/28/UE, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili;

   da quando l'Italia ha deciso di puntare sulle energie rinnovabili e, quindi, anche sulle agroenergie si ripete il medesimo copione, ovvero: dimostrando nessuna lungimiranza e nessun rispetto per il mondo imprenditoriale, si sta per lasciare ancora una volta il settore senza riferimenti normativi; questo è quello che viene in particolare evidenziato in un articolo del n. 33 de L'Informatore agrario;

   il 31 dicembre 2017, vale a dire tra poco più di 90 giorni, cesserà la possibilità di accedere ai meccanismi di incentivazione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, di cui al decreto interministeriale del 23 giugno 2016 e nessuno si è preoccupato di disporre una proroga in merito;

   questo si tradurrà nella totale paralisi degli investimenti, ovvero nell'impossibilità per gli imprenditori zootecnici di puntare sul biogas per integrare un reddito sempre più risicato e per le imprese forestali e i proprietari boschivi di pianificare la valorizzazione degli scarti delle lavorazioni in bosco;

   va garantita agli operatori del settore primario la serenità necessaria per poter progettare un investimento di portata significativa, come quello legato alla costruzione di un impianto per la produzione di energia rinnovabile;

   tanto più che, in questa fase, sono proprio le imprese di medie dimensioni, le più preziose per il presidio del territorio e che meno incidono sull'ambiente per una ridotta concentrazione zootecnica, a non avere ancora realizzato gli impianti;

   l'unica soluzione, a giudizio dell'interrogante, e anche alla luce delle considerazioni espresse ne L'Informatore agrario, per rispondere al dovere di garantire la base normativa per sostenere le «rinnovabili», è la proroga integrale, senza modifiche, dei tempi previsti per l'accesso agli incentivi sopra citati, di cui al decreto del 23 giugno 2016, prevedendone un'estensione fino a tutto il 2018;

   gli operatori del settore agricolo rilevano che ogni qualvolta si è reso necessario un nuovo decreto in materia, l'attesa è durata almeno un anno: quello del 23 giugno 2016 è arrivato dopo 18 mesi di discussioni e modifiche al testo originario;

   anche attendere l'adozione di un nuovo decreto-legge coerente con la Strategia energetica nazionale non sembra una strada praticabile ed auspicabile: solo la gestione delle osservazioni raccolte con la consultazione pubblica sulla Sen, appena conclusasi comporterà mesi di lavoro ai quali seguiranno mesi di discussioni tra Governo e parti sociali;

   il sostegno alle agroenergie, nell'ambito di regole che si sono sempre più affinate, privilegiando i piccoli impianti alimentati a scarti agrozootecnici o forestali, è un investimento con ricadute positive per il sistema Paese;

   tale sostegno consente di preservare il potenziale zootecnico nazionale e, in secondo luogo, è un fattore di attivazione economica da non sottovalutare. Intorno agli impianti biogas o biomassa ruota un'economia di artigiani e industrie (dediti alla costruzione e alla manutenzione) con centinaia di migliaia di occupati;

   anche dal punto di vista finanziario la proroga dei termini previsti in materia di incentivi alle energie rinnovabili dal decreto del 2016 è plausibile, visto che negli ultimi mesi risulta che il costo per il famigerato contatore del Gse plafonato che avrebbe dovuto essere di 5,8 miliardi di euro (soglia massima stabilita per legge all'ammontare degli aiuti finanziari destinati alle energie rinnovabili in Italia) ha subìto, dopo un pericoloso avvicinamento al valore limite, una regressione a meno di 5,5 miliardi di euro –:

   quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per risolvere la problematica esposta in premessa.
(4-17928)