• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/04004 NUGNES, CASTALDI, GIARRUSSO, GIROTTO, MORONESE, PAGLINI, SANTANGELO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della giustizia - Premesso che: recentemente è...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-04004 presentata da PAOLA NUGNES
martedì 26 settembre 2017, seduta n.883

NUGNES, CASTALDI, GIARRUSSO, GIROTTO, MORONESE, PAGLINI, SANTANGELO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della giustizia - Premesso che:

recentemente è tornata alla ribalta in Italia la drammatica situazione degli orsi malgrado rappresentino innegabilmente uno straordinario patrimonio naturalistico, capaci di arricchire, attraverso il turismo culturale e ambientale, tutti i territori dove ancora riescono a sopravvivere;

in data 12 agosto 2017 si è verificato l'abbattimento dell'orsa KJ2 in attuazione dell'ordinanza emessa dal presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, per garantire, secondo sue dichiarazioni, "la sicurezza delle persone" dopo che un uomo era stato aggredito dall'orsa, spaventata dal cane che accompagnava l'uomo, il 22 luglio 2017, durante una passeggiata nei pressi del lago di Lamar;

risulta agli interroganti che, secondo alcune ricostruzioni, per ora senza conferme ufficiali, il 22 luglio sarebbe stato l'uomo ad aggredire per primo l'orsa e non viceversa;

l'ENPA (Ente nazionale protezione animali) ha scritto in un comunicato del 13 agosto: "quello che si è consumato in Trentino, ovvero l'uccisione a sangue freddo di un'orsa, è un vero e proprio delitto, un crimine contro gli animali, la natura, la biodiversità e in spregio ai milioni di cittadini italiani che hanno chiesto di lasciare in pace l'orsa, per chiarire le dinamiche dell'incidente e trovare le soluzioni alternative";

in data 18 agosto il sito "trentinocorrierealpi" pubblicava un'intervista al presidente del parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise, Antonio Carrara, il quale, relativamente alla problematica degli abbattimenti degli orsi, così rispondeva ad una domanda: "No, la nostra missione è quella di tenerli vivi. E, se vogliamo dirla tutta, evitare, come è successo, che i nostri orsi siano uccisi: dai bracconieri, con il veleno. O anche che finiscano sotto ad un'auto. Quella dell'orso marsicano è una razza autoctona che, da 40 anni, stiamo difendendo. Noi, va detto, abbiamo gli orsi dentro un Parco: ci sono insediamenti ma non è la stessa cosa che averli liberi su tutto il territorio come da voi";

alla domanda sulla presenza degli orsi "confidenti" presenti in Abruzzo, Carrara così rispondeva: "Beh, siamo finiti su tutti i giornali quando, a fine luglio, uno dei nostri orsi è entrato dentro una casa. Siamo intervenuti: preso e portato molto più in alto, lontano da lì"; ed ancora, alla domanda del giornalista; "da voi, non vorremmo però portare jella, non ci sono mai stati casi di persone aggredite da orsi, no?", così rispondeva: "Sì in 40 anni non c'è mai stata una persona aggredita da uno dei nostri marsicani. Come prevedono i protocolli se un orso è troppo confidente viene seguito, poi colpito con i proiettili di gomma. Se serve spostato in un'altra zona. La gente che vive più vicina a dove gli orsi ci sono sempre stati ha un atteggiamento più tranquillo se ne incontra uno. Chi non è abituato si comporta con molta meno freddezza";

considerato che:

come rilevabile da numerosi articoli apparsi su "greenreport" esistono degli orsi cosiddetti "confidenti", ovvero alcuni esemplari che, nel frequentare i centri abitati alla ricerca di fonti alimentari, in particolare pollai o frutteti, non fuggono alla vista dell'uomo. Per distogliere questi esemplari dalle loro abitudini è stato redatto un "protocollo operativo per la prevenzione e la gestione del fenomeno degli orsi confidenti e/o problematici" che prevede una serie di azioni di "dissuasione" che vanno dalla postura intimidatoria assunta dall'operatore, al lancio di sassi, petardi e, in ultimo, proiettili di gomma sparati da un apposito fucile; tale protocollo è mutuato da esperienze condotte su popolazioni nord americane (orso nero e grizzly), con decine di migliaia di esemplari, responsabili negli ultimi 10 anni di ben 28 vittime a seguito di aggressioni all'uomo. Tale protocollo, a parere degli interroganti, appare pertanto inidoneo, sovradimensionato e pericoloso per la ridottissima e mansueta popolazione di orso bruno marsicano;

il parco nazionale d'Abruzzo è stato istituito quasi 100 anni fa allo scopo di preservare l'esistenza di due specie a rischio d'estinzione: il camoscio d'Abruzzo e l'orso marsicano. A differenza del Trentino, quindi, l'orso in Abruzzo non si è mai estinto (ad oggi nell'Appennino centrale ci sono circa 50 esemplari di orso marsicano). In Trentino-Alto Adige infatti l'orso è tornato grazie al progetto europeo "Life Ursus" che ha importato dalla vicina Slovenia una decina di esemplari di orsi bruni per iniziare un graduale ripopolamento del parco naturale Adamello Brenta. Il fatto che si tratti di due popolazioni diverse rende impraticabile l'ipotesi che il parco nazionale d'Abruzzo possa accogliere gli orsi "indesiderati" della provincia di Trento;

secondo quanto riportato dal quotidiano on line "Next", il 22 agosto 2017 il presidente del parco nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise ha dichiarato che i video che ritraggono l'orsa Amarena dimostrano che "l'orso bruno marsicano è un animale pacifico, ma possono determinarsi delle condizioni potenzialmente molto pericolose, sia per i cittadini che per l'orso";

considerato inoltre che:

il sindaco di Bisegna (L'Aquila), Antonio Mercuri, aveva emanato un'ordinanza per non far adoperare fucili con proiettili in plastica né l'uso di petardi contro l'orsa Amarena. In un post su "Facebook" ha scritto: "Ogni 23 agosto facciamo la festa dell'orso, con pane del forno a legna e miele. Ma il trattamento riservato a questi orsi confidenti da parte dei responsabili parco naz. d'abruzzo e delle loro guardie è da criminali. L'orso viene annualmente narcotizzato, radiocollarato con un pacco batterie che emette un bip. (…) La gente anziana del paese vuole che all'orso non venga fatto del male perché fa parte della loro storia, dei loro racconti. Appena eletto sindaco ho subito fatto l'ordinanza di non molestare l'orso con proiettili o petardi. Ma subito sono stato contattato dal pres. del parco naz d'abruzzo, il quale contestava l'ordinanza dandomi dell'incapace. Ovviamente a quelle persone che contestano, presso gli uffici del p.n.a., la presenza dell'orso in paese gli viene risposto che è colpa del sindaco, scaricandosi loro di ogni responsabilità. Il 20 agosto, in un terreno fuori il paese, alla presenza di decine di ragazzi, un guardaparco si è permesso di tirare un grosso mattone all'orso colpendolo tra in muso e gli occhi. Alcuni bambini si sono messi a piangere ma loro indifferenti avevano raggiunto il loro scopo...colpire l'orso";

come riportato da " greenreport","la notte del 29 luglio scorso Mario, un orso bruno marsicano di circa tre anni, entra in una cantina di Villavallelonga in Abruzzo e, in cerca di una via di fuga, penetra in casa dove dormono i genitori con due bambini. Dopo le prime, doverose, dichiarazioni di solidarietà alla famiglia coinvolta e di sconcerto e preoccupazione per l'episodio inizia ad emergere un'altra versione: l'orso Mario aveva tentato di avvicinarsi ad un pollaio e la squadra di dissuasione in servizio quella notte a Villavallelonga aveva deciso che era il caso di intervenire per allontanare il selvatico. L'animale, spaventato, si è infilato in un vicolo cieco, ha scavalcato un muretto basso ed ha imboccato la prima porta che si è trovato davanti, appunto quella della cantina, da lì in casa ecc. ecc.";

considerato altresì che come dichiarato dal professor Franco Tassi, ex direttore del parco nazionale d'Abruzzo, in un'intervista del 23 ottobre 2016 a Linda Kelly del Gruppo orso Italia, "Nessuno comprende infatti perché mai tutte le iniziative, che in passato avevano avuto grande successo (Campagna Alimentare, Operazione In bocca all'Orso e Progetto Mela-Orso), siano state abbandonate a partire dalla primavera dell'anno 2002, e poi sostituite con tattiche disastrose, e con metodi di attrazione e dissuasione francamente assai discutibili";

considerato infine che, a parere degli interroganti:

appare ormai chiaro come le azioni di dissuasione non solo non ottengono gli effetti sperati, considerato che gli orsi destinatari tornano immancabilmente sui luoghi, ma rischiano di costituire le vere uniche occasioni di pericolo nell'incontro tra uomo e orso; gli orsi frequentano i paesi, probabilmente, per una serie di motivazioni che vanno dalla ricerca di fonti alimentari che, in periodi critici come la passata stagione estiva, non riescono a reperire a sufficienza in natura, alla necessità di sfuggire (giovani o madri con cuccioli) alle attenzioni non benevole di maschi dominanti;

sarebbe utile ristabilire, con le dovute modifiche suggerite dall'esperienza, alcune buone pratiche avviate negli anni '90 dal parco stesso, quando si organizzavano campagne di piantumazione di essenze fruttifere, alberi e arbusti, prevedendo la creazione di una fascia "trofica" a non molta distanza dai paesi che consentirà un regolare approvvigionamento in caso di necessità, in particolare alla fascia debole della popolazione ursina, riducendo se non eliminando l'accesso ai centri abitati;

nel nostro Paese la tutela degli animali è di fatto inattuata, sia in ragione dell'esiguità delle pene previste per i reati in danno degli animali, sia in ragione dell'inesistenza di qualsivoglia forma di controllo da parte delle forze dell'ordine, che non pongono in atto alcuna attività di tipo repressivo;

la violenza sugli animali è stata scarsamente contrastata e arginata per l'esiguità delle sanzioni previste, che non prevedono quasi mai il ricorso al regime detentivo, e per le lungaggini processuali, che hanno determinato spesso la prescrizione dei reati,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se non ritengano di dover urgentemente predisporre interventi di competenza aventi quale obiettivo la protezione dell'ambiente e della popolazione ursina che vive nei parchi naturali;

se non reputino necessario avviare una fattiva attività di sensibilizzazione e informazione, nell'ottica di protezione dell'ambiente e della popolazione ursina che vive nei parchi e al di fuori;

se, nell'ambito delle specifiche competenze, non intendano assumere iniziative atte a modificare il codice penale, il codice di procedura penale, il codice civile e alcune leggi speciali in materia di tutela degli animali;

se ritengano che il protocollo operativo per la prevenzione e la gestione del fenomeno degli orsi confidenti e/o problematici, relativamente ad alcune azioni di dissuasione adottate, non si ponga in contrasto con l'attuale normativa che disciplina il reato di maltrattamento degli animali (art. 544-ter del codice penale), mancando tra l'altro lo stato di necessità previsto dalla norma, ovvero "dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona";

se non ritengano che sia necessario giungere ad una nuova formulazione delle strategie di conservazione, in particolare per l'orso marsicano Ursus arctos marsicanus sottospecie endemica italiana, alla luce delle più recenti ricerche svolte nell'ambito della biologia e della socio-ecologia degli ursidi;

quali provvedimenti di competenza intendano assumere per pervenire a un rafforzamento della tutela giuridica dell'animale sotto diversi profili, ovvero contro sia la violenza intenzionale e diretta che la violenza indiretta derivante dalle condizioni innaturali di vita alle quali è costretto l'animale.

(3-04004)