• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/04921 sul territorio della città di Roma sono presenti ben 105 immobili occupati dai cosiddetti «Movimenti per la casa» e da centri sociali, di cui il 70 per cento pubblici e il restante 30 per...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04921presentato daMELONI Giorgiatesto diMartedì 20 maggio 2014, seduta n. 232

GIORGIA MELONI, RAMPELLI, CIRIELLI, CORSARO, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI, TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
sul territorio della città di Roma sono presenti ben 105 immobili occupati dai cosiddetti «Movimenti per la casa» e da centri sociali, di cui il 70 per cento pubblici e il restante 30 per cento privati, che portano ad un costo per i romani, in base agli ultimi studi forniti ad aprile 2013 dalla Commissione Sicurezza di Roma Capitale, di 60 milioni di euro. Spesso gli edifici occupati versano in condizioni precarie e risultano essere privi dei certificati di abitabilità previsti per legge;
gli stabili occupati vengono gestiti da quelle che appaiono talora vere e proprie associazioni a delinquere facenti capo ai suddetti Movimenti, costituite da un sottobosco metropolitano gestito da pochi leader che raccolgono masse di disperati senza un tetto sulla testa, in gran parte immigrati, quasi sempre irregolari sul territorio italiano;
tali movimenti si distinguono in tre grandi blocchi: Blocchi precari metropolitani, Coordinamento cittadino di lotta per la casa e il movimento Action. All'interno di questi tre grandi blocchi si sviluppano altri sottogruppi come Ram, Rete abitativa metropolitana, Abitare nella crisi, Cagne sciolte, Disobbedienti romani e Acrobax;
sono circa 60 a Roma i procedimenti penali e civili a carico dei soggetti autori delle occupazioni gestite dai Movimenti per il diritto all'abitare. «Associazione a delinquere» ed «estorsione» sono i reati ipotizzati a carico di alcuni esponenti del Comitato popolare di lotta per la casa. Negli anni le indagini hanno portato a scoprire che proprio all'interno di alcune strutture occupate, è anche possibile reperire documenti e permessi di soggiorno falsi per «regolarizzare» la presenza in Italia di soggetti illegalmente presenti sul territorio;
in questi casi gli immigrati, in attesa di regolare permesso, vengono «gestiti» da loro connazionali, nel frattempo divenuti attivisti dei vari Movimenti per la casa (occupando talvolta anche ruoli di spicco). Si verificano, infatti, casi in cui nelle manifestazioni organizzate per il diritto alla casa, siano presenti in maggioranza extracomunitari in attesa di soggiorno, in realtà «convocati» sotto ricatto da connazionali senza scrupolo già inseriti nelle realtà cosiddette «antagoniste». Un modus operandi questo, che approfitta del disagio sociale per cercare, e ottenere, numeri utili da portare in piazza e contrapporre alle forze dell'ordine. Altrettanto accade nei confronti dei cittadini italiani «reclutati» attraverso le occupazioni abusive, ai quali gli organizzatori del Movimento chiedono soldi per l'affitto e prestazioni come la partecipazione a presidi, cortei, banchetti, picchetti, oltre che il voto per i candidati prescelti alle elezioni;
negli ultimi anni, per acquisire più visibilità, i Movimenti hanno lanciato l'iniziativa denominata «Tsunami tour», ovvero giornate dedicate alle occupazioni che vengono effettuate contemporaneamente in vari punti della città. Questa strategia, è tesa a disorientare le forze di polizia impegnate nel garantire l'ordine pubblico e a creare forti disagi in termini di traffico e incolumità pubblica lungo le arterie principali della Capitale, dando così maggior risalto alle iniziative intraprese;
nel VII Municipio esiste uno sportello sociale (Agenzia dei Diritti), che dal 2008 fornisce consulenza ai cittadini in difficoltà abitativa. Il servizio sussiste grazie a un contributo del Municipio pari a 170mila euro annue, ottenuto attraverso un bando a invito, ed è gestito, ufficialmente, da quattro cooperative: Stand Up, Arancia, Spheafresia e Bastiani. In realtà, in maniera nemmeno troppo nascosta, l'Agenzia è gestita da Action. A testimoniarlo c’è una pagina sul sito del movimento. L'Agenzia dei Diritti, gestisce anche i servizi nel residence comunale di via Campo Farnia a Roma. Tale edificio ex Inpdap, acquistato nel 2005 dalla Cogeim Spa, fu occupato abusivamente nello stesso anno da Action. Grazie alla trattativa politica condotta dall'ex Presidente dell'allora X Municipio, la situazione venne «sanata», facendo diventare Campo Farnia un residence comunale a tutti gli effetti. Motivo per cui il Campidoglio paga circa 2 milioni di euro l'anno a Cogeim;
l'attuale Amministrazione capitolina di fatto appare connivente ai Movimenti per la casa, non chiedendo quasi mai lo sgombero degli edifici occupati, e anzi attivandosi in senso contrario quando per intervento della magistratura la forza pubblica è chiamata a intervenire;
il 21 marzo 2014, nell'ambito dell'indagine che ha portato allo sgombero degli edifici occupati in via delle Acacie, del cosiddetto ex Hertz e dell'Angelo Mai e ad iscrivere al registro degli indagati 39 persone, di cui 15 per associazione a delinquere, veniva intercettata la telefonata del vicesindaco di Roma Capitale Luigi Nieri, eletto con Sel, con Giorgina Pilozzi (una portavoce degli occupanti), nella quale il vicesindaco si impegnava ad evitare lo sgombero dell'Angelo Mai concordando le mosse con gli occupanti dello stabile, promettendo che avrebbe «forzato la mano» al tribunale di Roma;
nell'ambito della suddetta indagine veniva intercettata anche un'altra conversazione di un'altra leader dei movimenti, Pina Vitale, che minacciava ritorsioni nei confronti dell'assessore alla casa e al patrimonio di Roma Capitale, Daniele Ozzimo, qualora fosse venuto meno l'impegno preso dal comune rispetto alla difesa dell'Angelo Mai e delle altre occupazioni dai paventati sgomberi. In altre intercettazioni tra i leader del «movimento» si fanno riferimenti espliciti alla strategia «entrista» degli estremisti, che si preoccupano di garantirsi l'agibilità politica e istituzionale promuovendo il tesseramento nei partiti di sinistra per assumere il controllo o comunque condizionare la linea delle loro articolazioni territoriali. Sono di pubblico dominio le iniziative elettorali a sostegno dei candidati della sinistra all'interno del circuito delle occupazioni abusive, nel corso delle quali in cambio dei voti veniva promessa la tutela e la tolleranza delle attività illegali e abusive. Questa vicinanza è emersa in maniera ancora più evidente con la candidatura e la successiva elezione al Consiglio comunale di Roma di due leader dei «Movimenti» (Nunzio D'Erme e Andrea Alzetta), l'ultimo dei quali è stato eletto nel 2008 e rieletto nel 2013 nelle liste di Sel, e solo grazie all'entrata in vigore della cosiddetta legge Severino dichiarato ineleggibile perché pregiudicato per reati contro il patrimonio;
il vice del Sindaco Marino si fa dunque sostanzialmente garante nei confronti del Coordinamento per la Lotta alla Casa, un'organizzazione senza scrupoli che gestiva a proprio piacimento alloggi e mense, che imponeva agli occupanti, molti dei quali extracomunitari irregolari, non solo degli affitti mensili, ma anche la partecipazione attiva a manifestazioni e cortei, pena l'espulsione dalle strutture;
ad avviso degli interroganti quanto sopra conduce a ritenere che l'amministrazione Marino sia fortemente compromessa con i movimenti estremisti e che sia promotrice di una politica che ha sempre premiato l'illegalità e favorito l'abuso, in particolare su temi importanti come quello della casa dove ai loro «compagni», che occupano immobili, vengono riservate corsie preferenziali e punteggi altissimi per garantire assegnazioni di case popolari, scavalcando, di fatto, gli aventi diritto, le persone oneste e rispettose della legge;
in questo quadro di connivenza e sudditanza da parte dell'Amministrazione capitolina rispetto a tale contesto, figura anche la Regione Lazio che ha predisposto un nuovo bando (Determinazione Dirigenziale del 31 dicembre 2012 ai sensi dell'articolo 1 del Regolamento Regionale del Lazio n. 2 del 30 settembre 2000), per assegnare in locazione gli alloggi di edilizia residenziale pubblica di proprietà, o comunque nella disponibilità, di Roma Capitale. Nel bando, non vi sono requisiti tali da garantire preferenza a coloro che sono legittimamente in graduatoria rispetto ai soggetti che occupano illegalmente gli alloggi. Una pratica, questa, che per quanto risulta agli interroganti le giunte Veltroni e Rutelli hanno sempre promosso, garantendo di fatto l'assegnazione di alloggi, a soggetti già riconosciuti come occupanti abusivi;
dalle indagini svolte e dalle intercettazioni pubblicate, emerge un quadro che dimostra come l'attuale maggioranza che governa il Campidoglio e la Regione, sia ad avviso degli interroganti di fatto complice e connivente di queste vere e proprie associazioni a delinquere, dalle quali riceve sostegno, elettorale e politico in cambio della copertura istituzionale e della protezione loro accordata, o quantomeno sia intimidita e ricattata nelle persone di assessori e consiglieri che vengono minacciati nella loro incolumità personale qualora agiscano contro l'interesse privato dei loro associati –:
se sia al corrente dei fatti descritti, e, in caso positivo, quali misure intenda adottare;
se non ritenga doveroso chiedere al prefetto di Roma di procedere all'immediato sgombero di tutti gli immobili occupati illegalmente;
se non ritenga necessario procedere, in base alla normativa vigente, ove ne siano verificati i presupposti, allo scioglimento del Consiglio comunale di Roma Capitale, essendo evidenti i collegamenti diretti e indiretti di alcuni amministratori locali con queste organizzazioni, e lo stato di condizionamento, se non di complicità e correità, dell'amministrazione comunale da parte di una vera e propria associazione a delinquere, capace di dettare legge alle istituzioni, un'associazione a delinquere che usa i metodi e assume le caratteristiche delle associazioni di stampo mafioso: l'uso organizzato della violenza, il racket dei posti letto, il voto di scambio con partiti e singoli candidati, il sostituirsi allo Stato nel gestire e speculare sulle condizioni di bisogno degli strati più poveri e marginali della popolazione, la minaccia e l'intimidazione verso le istituzioni e gli avversari politici. (4-04921)