• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/18083 (4-18083)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18083presentato daPARENTELA Paolotesto diLunedì 9 ottobre 2017, seduta n. 866

   PARENTELA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   a Gioia Tauro, sono finiti in manette alcuni imprenditori della zona ed il boss Gioacchino Piromalli che risulta «avesse le mani» sul depuratore e sul termovalorizzatore. Nell'inchiesta è indagato pure il boss di Siderno Giuseppe Commisso, già detenuto. «L'indagine “Metauros” – afferma il procuratore De Raho – ha disvelato che la ’ndrangheta controlla sostanzialmente il termovalorizzatore sin dalla costruzione, dalla successiva gestione con l'inserimento di imprese per la manutenzione». Gli investigatori sono riusciti a ricostruire come tutto si muoveva ed era finalizzato a vantaggio della cosca Piromalli: «Gli indagati – aggiunge il procuratore – avevano creato un meccanismo di imprese di trasporto dei rifiuti dai luoghi di raccolta (Crotone, Sambatello, Siderno) che attraverso la sovrafatturazione dei costi riuscivano a coprire la tangente che spettava alla ’ndrangheta. Sia quella dei Piromalli che quella dei Commisso di Siderno»;

   da notizie a mezzo stampa si apprende che: oltre ad imprenditori e alle ben note cosche è finito in manette «l'ex sindaco di Villa San Giovanni, Rocco La Valle, reale patron della ditta di famiglia che si occupava dei trasporti su gomma, considerato “collettore” delle tangenti e unico interlocutore delle cosche “beneficiarie” delle estorsioni imposte alle società che hanno gestito nel corso del tempo il termovalorizzatore di Gioia Tauro. Ma fra i fermati c'è anche Giuseppe Luppino, presidente del consiglio d'amministrazione di “Piana Ambiente s.p.a.” nonché consulente esterno dell'ufficio legale del commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Calabria, considerato dagli inquirenti il politico di riferimento dei Piromalli»;

   la direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza relativo alle quote azionarie della «Iam», la «Iniziative Ambientali Meridionali Spa» che, a ridosso del porto di Gioia Tauro, gestisce da molti anni il depuratore. Anche qui, il meccanismo era lo stesso: «Quello della sovrafatturazione dei costi – ribadisce Cafiero – finalizzata a coprire il peso della tangente da dare ai clan»;

   nell'inchiesta è emerso l'interessamento della cosca Piromalli non solo nel riscuotere la mazzetta dagli imprenditori che operano nel suo territorio, ma anche nella trasformazione illegale degli scarti industriali in fertilizzanti. «Abbiamo scoperto – spiega il procuratore Cafiero de Raho – che i fanghi industriali che dovevano essere smaltiti venivano venduti a imprese compiacenti che li trasformavano in fertilizzanti. Si tratta di un'operazione estremamente pericolosa per la salute dei cittadini, le cui ricadute sono ancora in via di valutazione». Nell'affare erano coinvolte ditte calabresi e siciliane, oggi tutte finite sotto sequestro preventivo e urgente, in alcuni casi già coinvolte o lambite da inchieste antimafia. «Non appena le misure nei loro confronti venivano annullate o perdevano di efficacia – commenta con preoccupazione Cafiero de Raho – quelle imprese ricominciavano a fare esattamente quello che veniva loro imputato e non si è riusciti a provare. Si tratta di un dato preoccupate e che deve far riflettere»;

   fermo restando che sarà la magistratura ad accertare gli illeciti da perseguire – tra i reati contestati associazione mafiosa, concorso esterno con la ’ndrangheta, estorsione e intestazione fittizia di bene aggravata dalle modalità mafiose – è più che evidente che si è in presenza di una vicenda molto grave dal punto di vista politico ed amministrativo della quale devono essere informati i cittadini di Gioia Tauro la cui salute potrebbe, altresì, essere stata messa seriamente a rischio dalla trasformazione illegale degli scarti industriali in fertilizzanti –:

   di quali elementi informativi disponga il Governo con riferimento alla richiamata vicenda e se non ritenga opportuno che vengano svolte, per quanto di competenza, delle verifiche da parte del Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini delle aree coinvolte.
(4-18083)