• Testo RISOLUZIONE IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.7/01362 (7-01362) «Braga, Mariani, Realacci, Bratti, Zardini, Carrescia, De Menech, Cominelli, Rubinato, Terrosi».



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-01362presentato daBRAGA Chiaratesto diMartedì 10 ottobre 2017, seduta n. 867

   La VIII Commissione,

   premesso che:

    la qualità ambientale e la gestione sostenibile dei corpi idrici, e più in generale dei bacini idrografici, è questione fondamentale trattata dalla direttiva comunitaria 2000/60/CE, direttiva quadro sulle acque – Dqa, e dalla direttiva 2007/60/CE, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni; in particolare la Dqa ha l'obiettivo generale di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo dello stato delle acque e assicurarne un utilizzo sostenibile;

   a livello nazionale, tenuto conto dello stato di qualità dei corpi idrici e della fragilità del territorio, acuita dagli impatti dei cambiamenti climatici, il raggiungimento di questi obiettivi richiede sempre più un approccio integrato e multidisciplinare ed una governance delle acque e dei suoli che valorizzi la partecipazione e la cooperazione dei diversi portatori di interesse e il coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali che insistono sui territori interessati;

    tale esigenza ha portato diverse regioni italiane a sperimentare processi partecipativi attraverso cui gestire in modo integrato le risorse idriche e i territori di competenza a scala locale, che hanno trovato espressione nell'esperienza dei contratti di fiume, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale, così come definiti a livello normativo dall'articolo 68-bis del decreto legislativo n. 152 del 2006 (Norme in materia ambientale), nel testo modificato dall'articolo 59 della legge n. 221 del 2015 (Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali);

    i contratti di fiume hanno trovato progressivo riconoscimento nelle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico, di difesa del suolo e di programmazione intersettoriale a livello centrale; sono riconosciuti nelle linee guida per il contrasto al rischio idrogeologico redatte dall'unità di missione Italia sicura, sono richiamati nella strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, quali azioni di tipo non strutturale, e sono presenti nei criteri di selezione previsti per il Programma di sviluppo rurale nazionale del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali;

    l'esigenza di accompagnare lo sviluppo di esperienze locali diffuse ad un'azione di coordinamento ed armonizzazione, ha portato nel 2007 alla costituzione di un tavolo nazionale dei contratti di fiume; grazie al lavoro svolto dal tavolo nel 2010 si è giunti alla condivisione in sede di Conferenza Stato-regioni di una carta nazionale dei contratti di fiume, a cui hanno già aderito allo stato attuale 14 regioni, mentre le altre hanno già avviato le procedure di adesione. Anche il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, partecipando al tavolo sin dalla sua costituzione, ha concorso a questo processo a traverso l'elaborazione di linee guida sui criteri di qualità dei contratti di fiume;

    i contratti di fiume si stanno dimostrando uno strumento particolarmente efficace, in grado di indirizzare i diversi portatori d'interesse verso forme di collaborazione che superino l'approccio settoriale alle problematiche e agli ostacoli che spesso si incontrano nei territori per mancanza di dialogo con le comunità; essi favoriscono la partecipazione, la condivisione delle informazioni e l'assunzione di responsabilità da parte dei soggetti coinvolti, aumentando l'efficienza dei processi decisionali e migliorando la qualità progettuale degli interventi e il grado di accettabilità sociale degli stessi nel territorio;

    in questa fase appare quanto mai necessario rafforzare la capacità istituzionale e di governance tra gli attori coinvolti nell'attivazione e nella realizzazione dei contratti di fiume, in modo da armonizzare la loro applicazione e migliorare le capacità programmatorie-gestionali e tecnico-operative, anche attraverso una maggiore integrazione tra le azioni locali e la pianificazione di distretto idrografico e regionale e la finalizzazione di risorse utili a diffondere queste esperienze innovative nell'intero territorio nazionale,

impegna il Governo:

   ad assumere iniziative per istituire una struttura nazionale di coordinamento per l'attuazione dei contratti di fiume, attraverso la creazione di un Osservatorio nazionale dei contratti di fiume che operi in stretta relazione alle regioni e alle autorità di distretto, con l'obiettivo primario di indirizzo, monitoraggio, supporto informativo e di formazione ai vari livelli, regionali e locali;

   a dar seguito con sollecitudine, in stretto raccordo con le regioni e le autorità di distretto interessate, alle attività formative e di supporto tecnico già previste dall'apposito progetto proposto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nell'ambito del PON governance 2014-2020;

   a valorizzare, in tale contesto, le competenze e le professionalità specifiche maturate in questi anni nello sviluppo dei processi di contratto di fiume già attivi e dal tavolo nazionale dei contratti di fiume;

   ad assumere iniziative per destinare apposite risorse finalizzate a sostenere e diffondere tali processi, selezionati, sulla base di criteri di qualità ed efficacia, avvalendosi delle strutture dell'Osservatorio nazionale e del coordinamento nazionale così costituite;

   ad adottare iniziative per riconoscere apposite premialità per il finanziamento di azioni e progetti previsti dai programmi d'azione di contratti di fiume, sottoscritti ed ufficializzati, e definiti in stretto raccordo con le misure previste dai piani di gestione di distretto e dai piani di tutela delle acque regionali.
(7-01362) «Braga, Mariani, Realacci, Bratti, Zardini, Carrescia, De Menech, Cominelli, Rubinato, Terrosi».