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Atto a cui si riferisce:
S.1/00845 premesso che: la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno, cosiddetta direttiva Bolkestein, reca una...



Atto Senato

Mozione 1-00845 presentata da LOREDANA DE PETRIS
martedì 10 ottobre 2017, seduta n.893

DE PETRIS, CERVELLINI, BAROZZINO, BOCCHINO, DE CRISTOFARO, MINEO, PETRAGLIA, MASTRANGELI - Il Senato,

premesso che:

la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno, cosiddetta direttiva Bolkestein, reca una serie di principi finalizzati all'armonizzazione delle normative nazionali e regionali in materia di servizi e promuove una maggiore competitività del mercato;

la direttiva ha previsto, all'articolo 12, che, nel caso in cui il numero delle autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato a causa della scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, l'autorizzazione debba essere rilasciata per una durata limitata e non possa essere previsto un rinnovo automatico e prevede, altresì, che si debba applicare una procedura di selezione tra i candidati potenziali che presenti garanzie di imparzialità e di trasparenza;

il Parlamento europeo, prendendo atto della preoccupazione espressa dalle rappresentanze dei venditori ambulanti su aree pubbliche, rispetto all'applicazione a tale attività della direttiva Bolkestein, già il 5 luglio 2010 aveva invitato gli Stati membri ad escludere il commercio ambulante dall'applicazione della direttiva;

lo Stato italiano ha recepito la direttiva 2006/123/CE con il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, e in particolare con l'articolo 16, che si riferisce alla selezione tra diversi candidati, prevedendo procedure selettive nell'ipotesi in cui il numero di titoli autorizzativi disponibili sia limitato per ragioni correlate alla scarsità delle risorse naturali, come indicato dalla direttiva;

il comma 5 dell'articolo 70 del decreto legislativo in materia di commercio al dettaglio sulle aree pubbliche, prevedeva, attraverso apposita intesa in Conferenza unificata, l'individuazione dei criteri per il rilascio e per il rinnovo della concessione dei posteggi per l'esercizio del commercio su aree pubbliche;

l'intesa in sede di Conferenza unificata, sancita il 5 luglio 2012, ha definito le disposizioni transitorie da applicare alle concessioni in essere alla data di entrata in vigore del decreto legislativo e a quelle prorogate durante il periodo intercorrente dalla data di entrata in vigore del medesimo decreto e fino all'approvazione delle disposizioni transitorie;

non risulta che altri Stati membri, nell'ambito dell'attuazione della direttiva 2006/123/CE, abbiano previsto, come ha fatto l'Italia, una specifica applicazione della disciplina del commercio sulle aree pubbliche;

alle proteste dei commercianti ambulanti si sono aggiunte numerose prese di posizione da parte di importanti amministrazioni quali i Consigli regionali di Piemonte e Puglia che hanno approvato mozioni per una modifica normativa che escluda il commercio ambulante dall'attuazione della direttiva Bolkestein, mentre i Consigli comunali di Roma e Torino hanno approvato mozioni per la sospensione dei bandi relativi alle concessioni dei commercianti ambulanti;

l'applicazione della direttiva Bolkestein, che ha previsto, tra l'altro, la liberalizzazione delle licenze, la messa all'asta delle concessioni, l'apertura a giudizio dei proponenti selvaggia alle società di capitali e alle multinazionali della grande distribuzione, mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro di famiglie che trovano il loro sostentamento nel commercio esercitato sulle aree pubbliche;

è necessario ed improrogabile, quindi, mettere in campo ogni iniziativa a tutela del settore, fornendo garanzie ai lavoratori del commercio su aree pubbliche, contrastando speculazione, illegalità, sfruttamento del lavoro, precarietà e disoccupazione ovvero gravi fenomeni che rischiano di derivare dall'applicazione della direttiva Bolkestein come attuata nel nostro Paese dal decreto legislativo n. 59, in particolare tenuto conto della grave crisi economica che attanaglia il nostro Paese;

si tratta di tutelare circa 200.000 aziende e circa 400.000 lavoratrici e lavoratori che hanno investito i propri risparmi o si sono indebitati per acquistare una licenza e che rappresentano una parte importante del tessuto economico del nostro Paese;

si tratta di tutelare le aziende e i lavoratori scongiurando il rischio della concentrazione del commercio ambulante nelle mani di multinazionali o di poche grandi società, anche attraverso criteri di accesso e preferenze in sede di bando per le aziende e i lavoratori oggi in attività;

la direttiva Bolkestein e altre direttive europee, tra le quali la direttiva 96/71/CE relativa ai "posted worker" e la direttiva 2005/36/CE sulle qualifiche professionali, predisposte in applicazione dei principi del mercato unico europeo, determinano un insostenibile dumping sociale, una grave svalutazione del lavoro e un impoverimento della qualità dei servizi;

ciò rende necessario rivedere l'applicazione dei principi della direttiva 2006/123/CE come attuati dal decreto legislativo n. 59, escludendo i commercianti su suolo pubblico dall'applicazione della direttiva,

impegna il Governo:

1) ad assumere in tempi brevi le ormai improrogabili iniziative legislative volte alla modifica sostanziale dell'articolo 70 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, al fine di escludere il commercio esercitato sulle aree pubbliche dall'applicazione della direttiva Bolkestein;

2) a convocare un apposito tavolo di confronto con i rappresentanti delle associazioni di categoria delle imprese del commercio su aree pubbliche, al fine di definire le necessarie modifiche normative a tutela degli esercenti del commercio su aree pubbliche.

(1-00845)