• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08237 PERRONE - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che: il disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio 2016, lungo la tratta Andria-Corato, che ha causato la...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08237 presentata da LUIGI PERRONE
giovedì 12 ottobre 2017, seduta n.897

PERRONE - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Premesso che:

il disastro ferroviario avvenuto in Puglia il 12 luglio 2016, lungo la tratta Andria-Corato, che ha causato la morte di 23 persone e oltre 50 feriti, ha fatto emergere la necessità di risolvere l'annoso problema della messa in sicurezza delle linee ferroviarie regionali;

il legislatore, infatti, ha ritenuto di prevedere un distinguo tra la disciplina applicata alle ferrovie statali e quelle regionali in concessione, che seguono standard di sicurezza;

mentre Rete ferroviaria italiana è gestita con fondi statali ed ha l'obbligo di conformarsi agli standard europei di sicurezza, le linee locali regionali in concessione sono gestite dalle Regioni e dalle società concessionarie;

la differenza più rilevante riguarda la scelta di prevedere diversi organi preposti ad effettuare verifiche e controlli e al rispetto di diverse normative. I treni che si muovono sulla rete nazionale Rfi sono sotto la competenza dell'Ansf, l'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie, ente terzo preposto al rilascio delle licenze e di controlli; quelle regionali sono invece controllate dall'Ustif, un ente periferico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti organizzato in 7 divisioni interregionali;

ciò significa che sono le singole Regioni, in accordo con le società, che gestiscono le linee e a decidere gli standard di sicurezza da adottare con le risorse economiche disponibili. In questo senso, il tratto tra la città Corato e quella di Andria, in cui si verificò l'incidente, non sarebbe stato a norma secondo i criteri dell'Ansf e quindi non percorribile, mentre secondo le regole applicate l'Ustif era perfettamente in regola con gli standard di sicurezza;

dal momento che ogni Regione gestisce secondo la propria discrezione le reti ferroviarie locali con risorse economiche molto differenti, negli anni si è venuta a creare una forte disparità di servizi tra le regioni del Nord e quelle del Sud. Al riguardo si evidenzia che il rapporto sul trasporto locale 2016, redatto da Legambiente, ha sottolineato come nei 3.400 chilometri di rete regionale i livelli dei servizi presentino enormi squilibri;

dal monitoraggio è emerso, infatti, che in tutte le regioni del Sud Italia, Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, si effettuano ogni giorno complessivamente 1.738 corse, contro le 2.300 della sola Lombardia, anche se la popolazione delle regioni meridionali conta il doppio degli abitanti rispetto all'area lombarda. La Puglia, in particolare, è la regione è con la domanda più alta di trasporto pendolare, con 153.000 persone che si spostano ogni giorno, la gran parte proprio nell'area di Bari;

a quanto detto, si aggiunge quanto emerso dal rapporto sulla sicurezza ferroviaria nel 2016 presentato ad aprile dall'Ansf, che ha evidenziato come il traffico di tali reti è solo in minima parte coperto da sistemi automatici di protezione della marcia del treno e che, pertanto, "è necessario seguire un percorso di attrezzaggio tecnologico e di allineamento agli standard nazionali";

la regione Puglia è stata, tra l'altro, ancora protagonista di un altro incidente ferroviario avvenuto il 13 giugno 2017 tra due treni delle Ferrovie Sud Est che si sono scontrati sulla tratta Lecce-Otranto, a pochi chilometri da Lecce, nel quale sono rimaste ferite 7 persone e c'è stata una decina di contusi;

con l'entrata in vigore delle norme previste dal decreto ministeriale 5 agosto 2016 del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, in merito all'individuazione delle reti ferroviarie rientranti nell'ambito di applicazione del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112, per le quali sono attribuiti alle Regioni le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione, anche le linee regionali ricadono sotto la competenza e gli standard imposti dall'Anfs;

tuttavia, in assenza di una normativa di coordinamento che disciplini a livello nazionale competenze e poteri tra Regioni, società concessionarie e Anfs e che definisca risorse economiche adeguate, si rischia di paralizzare il traffico ferroviario regionale. Ne è un esempio la Puglia, dove sono avvenuti i due disastri ferroviari, dove l'aver introdotto il limite di 50 chilometri orari le tratte regionali e l'adeguamento degli standard di sicurezza, a fronte di mezzi sostitutivi insufficienti a servire la quantità giornaliera di passeggeri, sta arrecando gravi disagi ai pendolari ed al sistema economico locale;

in questa fase di transizione, si è raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni un'intesa che prevede di portare sotto il controllo dell'Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria circa 1.850 chilometri di linee regionali per aumentare in maniera significativa la sicurezza sulle ferrovie regionali, con un investimento di 300 milioni di euro,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno, nell'ambito delle sue competenze, acquisire le necessarie informazioni in merito allo stato di avanzamento dei lavori nella tratta regionale della ferrovia Bari nord, per conoscere quando verrà ripristinata la normale velocità dei convogli ferroviari adesso ridotta su tutta la linea a 50 chilometri orari, nonché la riapertura della tratta Corato-Andria interrotta a seguito dell'incidente del 12 luglio 2016, al fine di ridurre al minimo le difficoltà dei pendolari che lamentano forti criticità quotidiane nello svolgimento delle loro normali attività, in violazione del disposto dall'art. 16 della Costituzione, che garantisce ad ogni cittadino il diritto a circolare in qualsiasi parte del territorio nazionale e, quindi, di usufruire di un sistema di mobilità pubblica.

(4-08237)