• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08234 GIROTTO, PETROCELLI, CASTALDI, MONTEVECCHI, DONNO, GIARRUSSO, CAPPELLETTI, NUGNES, LUCIDI, SERRA, LEZZI, MORONESE, BUCCARELLA, PUGLIA, BERTOROTTA, SANTANGELO, MORRA - Al Ministro dello...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08234 presentata da GIANNI PIETRO GIROTTO
giovedì 12 ottobre 2017, seduta n.897

GIROTTO, PETROCELLI, CASTALDI, MONTEVECCHI, DONNO, GIARRUSSO, CAPPELLETTI, NUGNES, LUCIDI, SERRA, LEZZI, MORONESE, BUCCARELLA, PUGLIA, BERTOROTTA, SANTANGELO, MORRA - Al Ministro dello sviluppo economico - Premesso che secondo quanto risulta agli interroganti:

sul sito del Ministero dello sviluppo economico, in data 15 settembre 2017, è apparsa la notizia che il ministro Carlo Calenda ha nominato il professor Ernesto Somma capo di gabinetto del Ministero;

il professor Ernesto Somma è ordinario di Economia industriale all'università degli studi di Bari. Nel corso della XVI Legislatura, in qualità di dirigente generale presso il Dipartimento per gli affari regionali, il professor Somma ha curato la scrittura della riforma dei servizi pubblici locali, della riforma del mercato della distribuzione del gas e la redazione della legge delega sul federalismo fiscale e dei successivi decreti legislativi di attuazione. Ha curato la gestione di programmi nazionali e interregionali finanziati da fondi comunitari e la definizione di numerose intese in sede di Conferenza Stato-Regioni e Conferenza unificata;

nella sua carriera professionale ha ricoperto numerosi incarichi nell'ambito delle attività industriali relative al settore dell'energia degli idrocarburi: nomina a senior regional stakeholder advisor da parte della società Trans Adriatic pipeline (TAP), con il compito di lavorare a stretto contatto con le autorità locali in Puglia e rafforzare la visibilità del progetto TAP; carica di consigliere della Erogasmet SpA, società attiva dal 21 giugno 2004 che opera in attività distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte; incarico di consigliere della Veneta Gas SpA, società che operava nell'ambito della distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte dal 22 dicembre 2015 fino al 14 aprile 2017, data in cui la società è stata incorporata nella Erogasmet SpA; amministratore unico di Tecnopolis parco scientifico e tecnologico (Tecnopolis PST scarl);

considerato che, per quanto risulta agli interroganti:

dalla "Relazione sulle questioni ambientali connesse a prospezione, produzione e trasporto di idrocarburi in Basilicata", approvata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati nella seduta del 20 febbraio 2017, emerge l'esistenza di una serie di relazioni e di intrecci societari e familiari tra il professor Somma e numerose società che ruotano intorno alla società Tecnoparco Valbasento SpA, con sede a Pisticci (Matera), le cui azioni sono detenute da Consorzio per lo sviluppo industriale della Provincia di Matera, Ecomediterranea Srl, Finpar SpA e altre società partecipate. Nella medesima relazione si legge che l'amministrazione della società Tecnoparco Valbasento SpA è affidata a: "SAVINO Nicola, presidente del consiglio di amministrazione, rappresentante dell'impresa, indagato nel procedimento penale 4542/2010 della procura della Repubblica di Potenza" e a "SOMMA Michele, amministratore delegato, rappresentante dell'impresa";

in particolare il documento riferisce che Finpar SpA, con sede a Bari, corso Trieste 11, esercente l'attività di sviluppo del tessuto produttivo locale, attraverso la partecipazione al capitale di rischio di imprese, nuove o già costituite, ha un capitale sociale di 1.917.653,40 euro, detenuto, tra gli altri, da "Ecomediterranea Srl (...) per azioni pari ad 1.499.32.50 euro (78,19 per cento del capitale sociale), da Fincast Srl, con sede in Matera, Borgo Venusio, via Germania 10/O, (...), per azioni pari ad euro 320.204 (9,02 per cento del capitale sociale), da Gbs Holding Srl, con sede in Roma, Largo Anzani 15, (...) per azioni pari ad euro 131.696 (3,71% del capitale sociale), da SOMMA Francesco, (...) per quote pari ad euro 126.533 (3,56% del capitale sociale), da SOMMA Ernesto, per azioni pari ad euro 126.533 (3,56% del capitale sociale), (...) e da SOMMA Faustino, (...) per azioni pari ad euro 12.549,60 (0,65% del capitale sociale)";

la Commissione ha rivolto l'attenzione alle problematiche che riguardano il territorio lucano a seguito delle recenti vicende, anche giudiziarie, che hanno portato alla massima evidenza l'attività petrolifera in Basilicata, che necessita, si legge nella relazione, di "un'analisi tempestiva che tenga conto di più fattori, e non esclusivamente di quello giudiziario o della sua frammentaria divulgazione, sulla base di un campo di osservazione ampio, qual è nella natura dell'attività parlamentare e di quella delle inchieste parlamentari in particolare";

le indagini della magistratura hanno riguardato a vario titolo le emissioni in atmosfera del centro oli Val d'Agri di Viggiano (Potenza), di proprietà ENI, e le operazioni di gestione, smaltimento e reimmissione delle acque di separazione provenienti dal ciclo produttivo del centro oli, dalla cui classificazione si fa discendere l'ipotesi di traffico illecito di rifiuti, con il coinvolgimento, tra gli altri, dell'impianto Tecnoparco Valbasento di Pisticci;

le relazioni e gli intrecci familiari che ruotano intorno al professor Somma sono stati descritti anche nell'articolo d'inchiesta del settimanale "l'Espresso", intitolato "Tap, quei 'rischi estremamente rilevanti' nei nuovi studi", pubblicato on line il 3 ottobre 2017, secondo cui "quella per il gas è una vocazione di famiglia. Impes Service, amministrata dai suoi fratelli Francesco e Michele, ha partecipato alla realizzazione del Centro Olio Val d'Agri dell'Eni in Basilicata, oggetto di un'indagine della Procura di Potenza in cui è coinvolta anche la Tecnoparco di Michele Somma";

in particolare, nella "Relazione annuale sulle attività svolte dal Procuratore nazionale e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo nonché sulle dinamiche e strategie della criminalità organizzata di tipo mafioso nel periodo 1° luglio 2015 - 30 giugno 2016", pubblicata dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo ad aprile 2017, si afferma che: "il Centro Oli (detto anche COVA) nel processo legato all'attività estrattiva produceva anche liquidi di scarto (cd. acque di estrazione), smaltiti in parte presso l'impianto di smaltimento di Tecnoparco; in parte reimmessi nel terreno attraverso un cd. processo di 'reiniezione', attività quest'ultima regolarmente autorizzata alle condizioni di cui al provvedimento emesso dalla Regione Basilicata (Autorizzazione Integrata Ambientale del maggio 2011)". Tale ultima attività è stata recentemente sospesa con delibera di Giunta della Regione il 7 ottobre 2017, in seguito alla segnalazione dell'Agenzia regionale per l'ambiente della Basilicata (Arpab), che ha rilevato la presenza di sostanze pericolose (Tec e Medea, appartenenti alla categoria delle ammine) in una delle vasche di stoccaggio e nella testa del pozzo;

si riferisce inoltre che gli "approfondimenti investigativi consentivano di acclarare un vero e proprio traffico illecito di rifiuti (ex art. 260 DL 152/2006) consumato dai manager e dai funzionari di entrambe le strutture aziendali: in particolare, veniva accertato, attraverso consulenze tecniche, che i liquidi prodotti dal Centro Oli dovevano qualificarsi come rifiuti pericolosi e che, pertanto, agli stessi dovevano attribuirsi codici CER differenti da quelli utilizzati in concreto ed essere smaltiti con procedure diverse da quelle utilizzate in concreto. L'ENI, infatti, a seguito di un provvedimento normativo nazionale intervenuto nel 2012 che aveva innalzato alcuni parametri di riferimento tecnico, incidenti sulla qualificazione del rifiuto, aveva iniziato a dequalificare le acque estratte, considerandole come rifiuti non pericolosi; con questa classificazione i rifiuti venivano conferiti a Tecnoparco che provvedeva a smaltirli";

considerato inoltre che, per quanto risulta agli interroganti:

dall'indagine della Direzione distrettuale antimafia (DDA) di Potenza (p.p. n. 4542/2010-21 DDA), che ha consentito di svelare le attività criminali nel settore dei rifiuti di una delle più importanti aziende del nostro Paese, l'ENI, cui si è "fondatamente addebitato" il reato di cui agli artt. 81, comma 2, e 110 del codice penale e 260 del decreto legislativo n. 152 del 2006, emerge chiaramente il ruolo svolto da alcuni membri della società Tecnoparco Valbasento SpA;

come noto e riferito anche nell'articolo pubblicato su "la Repubblica", intitolato "Inchiesta rifiuti nel centro Eni di Viggiano: 6 arresti. Indagato compagno della Guidi", del 31 marzo 2016, l'indagine ha portato a 6 arresti per traffico e smaltimento di rifiuti, 60 indagati, la sospensione della produzione di petrolio ENI in val d'Agri e le dimissioni del Ministro dello sviluppo economico pro tempore, Federica Guidi;

i filoni dell'inchiesta che portò alle dimissioni del ministro pro tempore erano 3: il primo sullo smaltimento dei rifiuti prodotti nel centro oli di Viggiano; il secondo sui lavori per la realizzazione del centro oli di Corleto Perticara (Potenza) della Total; il terzo sul progetto di stoccaggio del greggio estratto in Basilicata nel porto di Augusta (Siracusa);

secondo quanto riferito nell'articolo pubblicato da "il Fatto Quotidiano", in data 18 aprile 2017, intitolato "Inchiesta petrolio Basilicata, rinviate a giudizio 47 persone e 10 società tra cui Eni", il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Potenza ha rinviato a giudizio 47 persone e 10 società, fra le quali ENI, nell'ambito dell'inchiesta del 2016 sulle estrazioni di petrolio in Basilicata. Fra gli imputati del processo, che comincerà nel novembre 2017, ci sono due ex responsabili del distretto meridionale di ENI, Ruggero Gheller e Enrico Trovato, e altri dipendenti della compagnia petrolifera, nonché, rispettivamente, il presidente e il direttore tecnico di Tecnoparco Valbasento, Nicola Savino e Domenico Scarcelli;

considerato infine che la situazione del professor Ernesto Somma appare, ad avviso degli interroganti, incompatibile con la delicatezza dell'incarico ministeriale affidatogli. L'eventuale conflitto di interessi in capo al nuovo capo di gabinetto, connesso ai suoi rapporti di natura personale, imprenditoriale e familiare, non risulta idoneo all'incarico, che dovrebbe essere improntato all'interesse esclusivo del Paese, all'imparzialità e al buon andamento amministrativo,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, in un'ottica di imparzialità e trasparenza nella gestione della cosa pubblica, procedere con urgenza alla verifica, rispetto alle attività professionali svolte in precedenza dal professor Ernesto Somma e alle cariche dallo stesso ricoperte in diverse società operanti in ambiti attigui a quelli della pubblica amministrazione interessata, di eventuali situazioni di incompatibilità o conflitti di interessi relativamente all'esercizio dell'incarico di capo di gabinetto del Ministero dello sviluppo economico, anche al fine di non compromettere la correttezza delle funzioni di cui è investito.

(4-08234)