• Testo DDL 2456

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Atto a cui si riferisce:
S.2456 Interventi urgenti di bonifica dell'area della ex centrale a lignite di Pietrafitta, nella Valnestore, in comune di Piegaro, provincia di Perugia


Senato della RepubblicaXVII LEGISLATURA
N. 2456
DISEGNO DI LEGGE
d'iniziativa dei senatori CANDIANI e ARRIGONI

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 30 GIUGNO 2016

Interventi urgenti di bonifica dell'area della ex centrale a lignite di Pietrafitta, nella Valnestore, in comune di Piegaro, provincia di Perugia

Onorevoli Senatori. -- Il presente disegno di legge intende trovare una soluzione definitiva per la grave situazione di crisi che si è venuta a creare nella provincia di Perugia ed in particolare nella Valnestore, tristemente portata alla ribalta dai giornali degli ultimi mesi come la «Valle dei fuochi». L'ipotesi è quella di un disastro ambientale nell'area della ex centrale a lignite di Pietrafitta, piccola frazione del comune di Piegaro, in provincia di Perugia. Il disastro ambientale sarebbe avvenuto in un periodo a cavallo degli anni ’80 e ’90, in un contesto di assenza di regole e di perpetrato sfruttamento del suolo, non soltanto per l'estrazione della lignite.

I mass media riportano alcune testimonianze che rilevano la sepoltura di rifiuti e ceneri nella Valnestore, tra i paesi di Panicale e Piegaro. Il sito, ora coperto dalla vegetazione, si trova precisamente a due passi da Pietrafitta, dove negli anni '50, con la costruzione della centrale termoelettrica detta «Città di Roma», lo sfruttamento del giacimento di lignite nel sottosuolo divenne intensivo portando all'esaurimento i banchi in poco più di vent'anni.

A metà degli anni ’80, nel territorio del comune di Piegaro erano presenti due discariche di rifiuti: una, di proprietà privata, per lo smaltimento di rifiuti urbani e speciali, con esclusione di tossici e nocivi, e l'altra per lo smaltimento di rifiuti urbani al servizio del comune di Piegaro e poi anche dei comuni di Paciano e Panicale. La discarica privata fu autorizzata a smaltire anche i rifiuti speciali costituiti dalle ceneri provenienti dalla centrale Enel di Pietrafitta e successivamente, sia pure per un periodo limitato, anche dalle centrali di Vado Ligure e di La Spezia, fino ad una quantità massima di 50.000 metri cubi. Nella discarica comunale, situata in località Trebbiano, invece, non fu mai autorizzato lo smaltimento di ceneri.

In quei vent’anni il materiale di risulta dalla combustione della lignite veniva interrato in discariche, sia nei terreni di proprietà dell'Enel che di privati, previa concessione di autorizzazione da parte della regione. Ma non solo, ad un certo punto alcune aziende locali che gestivano il trasporto delle ceneri verso le discariche si resero conto che le ceneri erano un ottimo rilevato per costruire strade o argini e utilizzarle per ogni uso edile e stradale; tale utilizzo divenne quindi all'ordine del giorno.

Oggi si scopre che quelle ceneri venivano usate anche per coprire i rifiuti. Le testimonianze raccolte raccontano come i camion della nettezza urbana dei comuni andassero regolarmente a scaricare rifiuti nelle discariche adibite alle ceneri. Infatti, negli anni, la frazione di Pietrafitta è stata al centro di un viavài di rifiuti e ceneri, come conferma anche la presenza di numerose ditte di autotrasporti che negli anni hanno ottemperato alle commesse della centrale.

Di quell'attività non sembra esserci traccia; nessuna delimitazione o indicazione. Niente che faccia immaginare la presenza di una discarica controllata. Eppure, specialmente quando per le avverse condizioni atmosferiche si creano frane e smottamenti, sacchetti di plastica e buste affiorano dal terreno, come anche residui che sembrano rifiuti sopra un fondo di impasto nero.

Non esiste una mappatura precisa della situazione; ultimamente, il comune di Piegaro ha avviato un'indagine interna per ricostruire l'iter autorizzativo degli ultimi sessant'anni, con redazione di mappature e autorizzazioni dal 1950 ad oggi. Il tutto nasce da un esposto di un cittadino contenente una descrizione dettagliata e precisa che racconta quello che avveniva in quegli anni.

Sembra che nella Valnestore siano arrivate anche le ceneri da carbone della centrale Enel di La Spezia (che si sospetta possano avere più alte concentrazioni di isotopi radioattivi) e quindi sarebbe opportuno capire se, nell'ambito dello smaltimento delle ceneri, fossero stati autorizzati anche i trasporti e gli interramenti delle ceneri provenienti dalla centrale ligure.

Oggi, sopra queste discariche e in quella che viene definita la «Valle dei fuochi», ci sono terreni coltivati e vegetazione; ci sono anche campi arati e coltivati, nonostante la polvere grigia che viene fuori a chiazze larghe decine di metri.

C’è da tenere conto anche del contenzioso sorto dopo la fine della produzione, per la difesa del posto di lavoro, conclusosi con la firma del protocollo d'intesa tra Enel e regione Umbria, che ha portato alla costruzione e all'avvio, nel 2004, della centrale di Pietrafitta Nuova, a turbogas con ciclo combinato, di potenza complessiva pari a 450 MW, in luogo della vecchia centrale a lignite che nel 1958 erogava 48 MW.

L’attività della centrale termoelettrica «Città di Roma» si è conclusa nel 2001, con la fine della lignite, e ora non restano che le ceneri, probabilmente miste a spazzatura, oltre che le inchieste attivate dalle stesse amministrazioni, dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) e dalla procura della Repubblica di Perugia. Gli abitanti della Valnestore chiedono di sapere quanto queste ceneri possano aver inquinato. L'Arpa ha già effettuato alcune analisi trovando valori di concentrazioni al di sopra della norma, tanto da richiedere approfondimenti delle indagini e temendo pericoli da eventuali scarichi di materiali diversi, che non escludono la possibilità che composti con attività radioattiva possano essere migrati nelle falde.

In particolare, gli organi di stampa locale fanno riferimento ad uno studio del 2002, firmato da tre docenti del dipartimento di Scienze agroalimentari dell'Università di Perugia, che avrebbe posto in evidenza il forte inquinamento scaturito da combustioni presente nei terreni della Valnestore con elevati valori di concentrazione di piombo, titanio e cromo e presenza di zinco, piombo e titanio, con valori doppi rispetto alle altre zone d'Italia.

A questo si aggiunge che in questa zona, da un primo studio, risulta in aumento il tasso di incidenza e mortalità delle patologie oncologiche, che risulta in ogni caso più alto della media regionale, nonostante le caratteristiche rurali dell'area. Il tasso di incidenza dal 2001 al 2010, per tutti i tipi di tumori, vede il comune di Piegaro, con riferimento agli uomini, a quota 1023.05, secondo solo a Città di Castello (1102.9) ma davanti a dimensioni urbane come Perugia (860), Terni (933.5) e Foligno (964.8) e alla media regionale che si attesta a 915.6. Lo stesso dato, con riferimento alle donne, pone il comune di Piegaro in cima alle città analizzate, a quota 620.4; la media umbra si attesta a 581.6, Città di Castello a 607.8, Foligno a 571.2, Perugia a 563.2 e Terni a 612. Si tratta di dati che esigono indagini epidemiologiche approfondite per stabilire eventuali collegamenti tra le patologie oncologiche e i fattori tossici o cancerogeni dell'inquinamento dell'area.

Nella mattinata di mercoledì 15 giugno 2016, il Nucleo operativo ecologico (Noe) dei carabinieri di Perugia ha eseguito il decreto di sequestro preventivo emesso dalla procura della Repubblica per un'area di 255 ettari tra Perugia, Piegaro e Panicale. I giornali riportano che si tratta dell'ex bacino minerario utilizzato per l'estrazione della lignite da parte di Enel Spa, nonché di due pozzi ubicati a Tavernelle (nel comune di Panicale) e all'interno della vecchia centrale Enel di Pietrafitta di Piegaro.

Il sequestro dell'area è stato disposto, dopo una prima fase di ispezioni e controlli condotte dai carabinieri del Noe con prelievi e campionamenti effettuati dai tecnici dell'Arpa e della Usl di Perugia, allo scopo di effettuare ulteriori approfondimenti finalizzati ad accertare la sussistenza di eventuali criticità di natura ambientale e sanitaria e, quindi, stabilire se esiste un collegamento tra i rifiuti e i materiali di scarto seppelliti e il tasso di tumori e patologie oncologiche registrati nella popolazione della Valnestore.

Secondo le dichiarazioni dei carabinieri del Noe ai giornali, il sequestro ha la finalità di impedire che nella richiamata zona possano essere effettuate movimentazione del terreno anche per fini agricoli, senza la preventiva autorizzazione da parte delle autorità competenti.

Il presente disegno di legge, attraverso procedure di urgenza e in parziale deroga alla prassi seguita di norma per l'istituzione dei siti di interesse nazionale, istituisce il Sito di interesse nazionale (SIN) dell'area interessata dalla bonifica della ex centrale a lignite di Pietrafitta, nel comune di Piegaro, allo scopo di poter interessare direttamente e immediatamente il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare della situazione critica della zona, permettere la celere perimetrazione dell'area inquinata e consentire le procedure di messa in sicurezza e sanitarie come previste dalla normativa vigente per i siti di interesse nazionale.

Inoltre, il disegno di legge prevede un finanziamento di 10 milioni di euro per i primi interventi di messa in sicurezza del sito, allo scopo di garantire l'immediata tutela della salute dei cittadini e bloccare l'eventuale propagazione dell'inquinamento alle falde idriche.

Si augura un celere esame della presente iniziativa parlamentare affinché lo Stato possa adottare quanto prima provvedimenti precisi per limitare gli eventuali danni ambientali e le ripercussioni sulla salute dei cittadini.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

1. In deroga alla procedura di cui al comma 2, dell'articolo 252, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, l'area della ex centrale a lignite di Pietrafitta situata nella Valnestore, nel territorio del comune di Piegaro, in provincia di Perugia, è qualificata sito di interesse nazionale.

2. Con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il comune e la regione interessati, si provvede alla perimetrazione dell'area inquinata.

3. Ai fini dell'attuazione della procedura di bonifica si applicano i commi da 4 a 8 del citato articolo 252 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni.

4. All'articolo 1, comma 4, della legge 9 dicembre 1998, n. 426, dopo la lettera p-sexiesdecies, è aggiunta la seguente:

«p-septiesdecies) area della ex centrale a lignite di Pietrafitta, nel territorio del comune di Piegaro (Perugia)».

5. In sede di prima applicazione della presente legge e ai fini della realizzazione dei primi interventi di messa in sicurezza dell'area di cui al comma 1, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

6. All'onere derivante dall'attuazione del comma 2 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di conto capitale iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017-2019, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.