• Testo INTERPELLANZA

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Atto a cui si riferisce:
C.2/00555 in un mondo globalizzato e aperto ai flussi migratori si impone l'internazionalizzazione degli schemi di protezione sociale; la Commissione europea con la sua comunicazione del 30 marzo...



Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00555presentato daSCOTTO Arturotesto diMartedì 27 maggio 2014, seduta n. 234

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro degli affari esteri, per sapere – premesso che:
in un mondo globalizzato e aperto ai flussi migratori si impone l'internazionalizzazione degli schemi di protezione sociale;
la Commissione europea con la sua comunicazione del 30 marzo 2012 dedicata a «La dimensione esterna del coordinamento in materia di sicurezza sociale nell'Unione europea» ha richiamato l'attenzione degli Stati membri sull'importanza di una strategia comune dell'Unione europea in materia di coordinamento dei regimi di protezione sociale, anche con riguardo ai lavoratori provenienti da Paesi terzi;
la cooperazione tra gli Stati in materia di protezione sociale si manifesta tradizionalmente mediante la stipula di apposite convenzioni bilaterali che consentono l'esportabilità delle prestazioni, la totalizzazione dei contributi e il godimento della pensione anche da parte del lavoratore straniero rimpatriato prima di aver raggiunto l'età pensionabile;
la stipula degli accordi bilaterali in tema di diritti pensionistici mira a raggiungere una parità sostanziale tra lavoratori italiani e stranieri, rimuovendo gli ostacoli che si frappongono ai danni degli stranieri nel godimento delle prestazioni previdenziali per le quali essi hanno nondimeno pagato regolarmente i contributi prevista dalla legge;
si riscontra tuttavia una chiusura negli ultimi anni da parte dell'Italia alla stipula di ulteriori convenzioni bilaterali con i Paesi da cui maggiormente provengono i lavoratori extracomunitari; l'ultima di tali convenzioni, stipulata con la Tunisia, risale al 1987;
con il Senegal, invece, si è giunti alla redazione di testi condivisi, senza tuttavia arrivare alla stipula definitiva;
benché i lavoratori senegalesi abbiano alle spalle una storia di insediamento tra le più lunghe nel nostro Paese, essi sono dunque privi ancora oggi di strumenti di tutela dei diritti previdenziali acquisiti;
l'11 e 12 dicembre 2013 si è tenuta a Dakar una tavola rotonda dal titolo «Costruire un ponte tra Italia e Senegal per la tutela del lavoratore migrante» a cui hanno partecipato rappresentati dei Ministeri del lavoro e degli esteri senegalesi, del Ministero dell'interno italiano, dell'ente di previdenza senegalese IPRES, dell'università «Roma Tre», dell'università di Dakar «Cheikh Anta Diop», delle associazioni italiane «Progetto Diritti onlus» e «Roma-Dakar» e dell'associazione senegalese «Doxandem»;
all'esito della conferenza è stata fortemente e unanimemente ribadita da tutti i partecipanti l'importanza degli accordi bilaterali per la creazione di un contesto migratorio consapevole e sicuro;
l'assenza di convenzioni bilaterali con i Paesi di nuova immigrazione equivale a condannare tante persone, che hanno lavorato regolarmente a pagato giustamente i contributi, a non poter riscuotere le prestazioni maturate;
si tratta di una politica inaccettabile per un paese come l'Italia che è riuscito invece ad ottenere simili accordi con tutti gli Stati in cui i nostri connazionali sono emigrati;
la situazione descritta appare ancora più paradossale se si osserva il regime molto più avanzato istituito dai regolamenti comunitari, secondo i quali i lavoratori di Paesi terzi che hanno circolato sul territorio dell'Unione europea possono beneficiare della totalizzazione dei contributi, anche se l'Italia non ha stipulato una convenzione in tal senso con i Paesi di origine;
in questa situazione il diritto alla pensione rischia di rimanere un miraggio per i lavoratori stranieri (e senegalesi in particolare), per lo meno per coloro che sono orientati al rientro e che sono animati da un progetto migratorio di natura circolare;
l'impossibilità di godere la pensione finisce per incentivare il lavoro nero e lascia inoltre il lavoratore migrante privo di qualsiasi supporto materiale nel momento in cui decide di intraprendere quel difficile cammino di ritorno nel Paese di origine, che spesso consiste in una vera e propria «migrazione all'incontrario» –:
quale sia lo stato dei rapporti tra la delegazione italiana e quella senegalese nella stipula di una convenzione in tema di sicurezza sociale e se sia intenzione del Governo, e, in caso di risposta affermativa, con quali tempi, modalità e contenuti, riprendere i contatti per l'adozione di un accordo bilaterale.
(2-00555) «Scotto, Raciti, Gribaudo, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Duranti, Daniele Farina, Fava, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Kronbichler, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Migliore, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Pilozzi, Piras, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Zan, Zaratti».