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Atto a cui si riferisce:
S.1/00258 premesso che: l'ultimo decennio ha visto una crescita costante nei cittadini della preoccupazione per la tutela degli animali e l'82 per cento dei cittadini europei secondo "Eurobarometro"...



Atto Senato

Mozione 1-00258 presentata da SILVANA AMATI
martedì 27 maggio 2014, seduta n.248

AMATI, BONDI, CIRINNA', COCIANCICH, COMPAGNA, DE PETRIS, FABBRI, FISSORE, FUCKSIA, GRANAIOLA, LIUZZI, MARIN, MATTESINI, MAZZONI, MERLONI, PETRAGLIA, PEZZOPANE, REPETTI, SCHIFANI, SILVESTRO, SPILABOTTE, VALENTINI, ZANETTIN - Il Senato,

premesso che:

l'ultimo decennio ha visto una crescita costante nei cittadini della preoccupazione per la tutela degli animali e l'82 per cento dei cittadini europei secondo "Eurobarometro" afferma di essere d'accordo che sia un dovere proteggere i diritti degli animali, indipendentemente dai costi;

la legislazione comunitaria ha seguìto questa evoluzione e alcuni parziali ma importanti miglioramenti sono stati raggiunti: il box individuale per i vitelli a carne bianca è stato vietato in tutta l'Unione europea dal 2007 e le gabbie di batteria per le galline ovaiole sono vietate dal 2012. I test cosmetici sugli animali sono stati aboliti ed è stato introdotto il bando europeo alla commercializzazione nell'Unione di prodotti cosmetici testati su animali. È vietato da alcuni anni importare e commercializzare le pelli di cane, gatto e foca;

nel 1997 l'Unione europea ha dato un nuovo status agli animali riconoscendoli come "esseri senzienti" in un protocollo allegato al Trattato di Amsterdam. Questo principio è stato promosso 10 anni dopo (su proposta, nel 2003, della presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea) nell'articolo 13 delle disposizioni di applicazione generale del Trattato di Lisbona imponendo al legislatore comunitario e agli Stati membri di tenere pienamente in considerazione il benessere degli animali nel processo di formazione delle norme. Questa importante conquista tuttavia, non trova ancora adeguata applicazione;

la tutela degli animali da compagnia non ha ancora una normativa europea. Alcuni Stati membri uccidono indiscriminatamente gli animali randagi, altri alimentano commerci illegali di centinaia di migliaia di cuccioli con tassi di mortalità altissimi, rischi sanitari, operando veri e propri maltrattamenti, mentre l'Italia già nel 1991 ha introdotto una legge (n. 281) che vieta le uccisioni per combattere il randagismo introducendo la sterilizzazione obbligatoria di cani e gatti randagi e la promozione della loro adozione, e nel 2010 (n. 201) ha indicato la strada all'Unione europea in materia di traffico di cuccioli con una legge innovativa ed avanzata di repressione del fenomeno di illegalità. Conseguentemente nel novembre 2010 il Consiglio dei ministri dell'Unione ha adottato delle conclusioni chiedendo alla Commissione europea di proporre azioni per la tutela dei cani e gatti;

dal prossimo 1° luglio l'Italia eserciterà la presidenza del Consiglio dell'Unione europea,

impegna il Governo a caratterizzare tale periodo di presidenza con azioni tese:

1) a dare piena applicazione al riconoscimento degli animali come "esseri senzienti", facendo pesare questo precetto del Trattato nel processo di formazione ed emanazione delle normative dell'Unione europea a partire dall'annunciata "legge quadro europea sul benessere animale" annunciata dalla Commissione;

2) a rafforzare l'Ufficio veterinario della Commissione europea al fine di garantire un efficace controllo dell'applicazione delle normative comunitarie a tutela degli animali;

3) ad introdurre una normativa comunitaria per la tutela degli animali d'affezione e la prevenzione del randagismo che fra l'altro preveda il divieto di uccisione di cani randagi e gatti vaganti, lo sviluppo di programmi di prevenzione con adeguati programmi di sterilizzazione e adozione, identificazione tramite microchip e registrazione obbligatoria collegata a un sistema di tracciabilità europea, contrasto al traffico di cuccioli, anche attraverso l'Europol ed ai combattimenti fra cani;

4) a realizzare una legislazione che renda l'Unione libera dalla prigionia degli animali per fini ludici;

5) considerata la peculiarità di Rete natura 2000, a vietare l'attività di uccisione di animali selvatici;

6) a vietare l'importazione e la commercializzazione delle "specie invasive aliene" e che i metodi di loro contenimento prevedano unicamente misure incruente, rispettose della vita e della sofferenza dei soggetti interessati;

7) a sostenere il riconoscimento e l'utilizzazione dei metodi sostitutivi di ricerca all'uso di animali ed estendere il divieto di test animali sui cosmetici e loro ingredienti ai prodotti di detergenza e loro ingredienti;

8) a sostenere l'emanazione di normative che prevedano standard obbligatori minimi negli allevamenti che si applichino alle specie oggi prive di specifiche norme di tutela come mucche, conigli, tacchini e pesci, e l'emanazione di una legislazione che vieti la clonazione degli animali per la produzione di cibo;

9) a sostenere l'armonizzazione del mercato interno estendendo a livello comunitario il divieto di allevamento di animali per la principale finalità di ottenere pellicce già adottato da alcuni Stati membri;

10) a realizzare una conferenza sull'applicazione della direttiva 1999/22/CE sulla detenzione degli animali nei giardini zoologici a 15 anni dalla sua emanazione e di una conferenza per la presentazione e lo studio delle condizioni scientifiche ed economiche per la revisione del regolamento (CE) n. 1/2005 sui tempi di viaggio e la densità del trasporto degli animali a fini commerciali.

(1-00258)