• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
C.4/18198 (4-18198)



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-18198presentato daVALLASCAS Andreatesto diMercoledì 18 ottobre 2017, seduta n. 873

   VALLASCAS. — Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il programma straordinario 2015-2017 della regione Sardegna per l'eradicazione della peste suina africana prevede, tra l'altro, misure connesse alla lotta al «suino irregolare» ed al pascolo non-controllato (brado);

   secondo il provvedimento «Il depopolamento sarà rivolto agli animali della specie suina che interponendosi tra le metapopolazioni di cinghiali e gli allevamenti registrati e legali rappresentano il principale fattore di rischio per la persistenza della PSA in Sardegna»;

   al fine di attuare le citate misure, il territorio è stato suddiviso in quattro grandi raggruppamenti (di cui alla mappa 2 del programma), «in funzione di una analisi del rischio che viene periodicamente aggiornata almeno su base semestrale»;

   il programma definisce anche la progressione geografica di attuazione del programma medesimo stabilendo che «In questi territori così raggruppati le suddette azioni saranno attivate in modo coordinato, graduale, progressivo e centripeto, partendo dai comuni alla periferia dei raggruppamenti, secondo un gradiente di rischio predefinito, ed in sinergia con le azioni previste dalla misura 14»;

   l'aggiornamento al citato programma – documento allegato alla delibera della giunta regionale n. 46/4 del 10 agosto 2016 – contiene alcune valutazioni sugli effetti prodotti dal medesimo programma, in particolare, al capitolo 1, «Recente evoluzione della malattia in Sardegna», riferisce che «Nel corso del 2015 e nei primi mesi del 2016 il numero complessivo dei focolai nei suini domestici è nettamente diminuito rispetto agli anni precedenti [...] Anche nei cinghiali, la tendenza è, in generale, di un lieve miglioramento della situazione, anche se ancora fonte di preoccupazione. La “emergenza PSA” degli anni 2011/2013 si è assestata sui livelli decisamente più bassi, soprattutto considerando l'incidenza dei focolai nel domestico»;

   è il caso di osservare che, ai fini di una valutazione del rischio, ogni singolo comune della Sardegna, per un totale di 377 comuni, è stato incluso in una fascia di rischio (da 1 a 4);

   da un confronto tra le mappe, quella del programma, stilata nel 2014, e quella dell'aggiornamento, stilata nel 2016, si rileva una contrazione delle fasce di rischio;

   in particolare, nella prima fascia (zone non infette) il numero dei comuni è passato da 262 a 313, nella seconda fascia (basso rischio) da 34 a 35, nella terza fascia (alto rischio) da 43 a 18, nella quarta fascia (zone infette) da 39 a 11 comuni;

   il quarto provvedimento attuativo nel programma (giugno 2017), per quanto concerne le misure di contrasto alla Psa nelle popolazioni di cinghiali selvatici e allevati, riporta (allegato 1A) la nuova delimitazione della zona infetta «selvatico», dove risulterebbe che la fascia a rischio sarebbe stata estesa rispetto alle mappe del rischio Psa definite nel 2014 e nel 2016;

   è il caso di rilevare che, secondo alcune associazioni di categoria, la nuova delimitazione, comprendendo un territorio molto esteso, non risponde alle disposizioni in materia, con particolare riguardo alla decisione 422/2003 della Commissione europea –:

   di quali informazioni disponga il Governo in merito alla definizione e all'attuazione del programma per l'eradicazione della Psa in Sardegna 2015-2017 e, in particolare modo, sulle modalità con le quali vengono definiti la mappa del rischio e i micro areali infetti del selvatico;

   se il Governo non ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a garantire il puntuale rispetto delle disposizioni nazionali ed europee in materia di contrasto alla Psa su tutto il territorio nazionale, incluso quello sardo
(4-18198)