• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08264 SIMEONI, DE PIETRO - Al Ministro dell'interno - Premesso che secondo quanto risulta alle interroganti: la vicenda dell'attentatore tunisino Ahmed Hanachi, che il 1° ottobre 2017 ha...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08264 presentata da IVANA SIMEONI
martedì 17 ottobre 2017, seduta n.900

SIMEONI, DE PIETRO - Al Ministro dell'interno - Premesso che secondo quanto risulta alle interroganti:

la vicenda dell'attentatore tunisino Ahmed Hanachi, che il 1° ottobre 2017 ha ucciso due ragazze alla stazione ferroviaria di Saint-Charles, a Marsiglia, sta sollevando ragionevoli dubbi in seno all'opinione pubblica, in merito ad un'eventuale presenza o meno di cellule jihadiste sul territorio italiano;

Hanachi, invero, avrebbe soggiornato in Italia già dal 2006, sposando successivamente una donna italiana e quindi, dal 2009 al 2014, beneficiando di un permesso di soggiorno scaduto lo scorso gennaio e del quale avrebbe presentato richiesta di rinnovo. Questi, durante la sua permanenza in Italia, avrebbe eletto domicilio presso la residenza della moglie, ovverosia ad Aprilia, in provincia di Latina, ove effettuava lavoretti salutari nei campi di coltivazioni e nei cantieri, pur essendo noto alle forze dell'ordine per alcuni episodi di furto e spaccio;

la stessa località ha ospitato nel 2015 Anis Amri, un altro uomo tunisino, autore della strage al mercatino natalizio di Berlino il 19 dicembre 2016, che riuscì financo a fuggire dalla Germania e fare rientro in Italia per alcuni giorni, finché non fu ucciso da due poliziotti a Sesto San Giovanni. Anche in questo caso l'attentatore era conosciuto alle autorità, dacché tratto agli arresti in seguito ad una rivolta occorsa presso un centro di accoglienza;

nonostante, come si legge da notizie di stampa, si sia proceduto a perquisire il casolare dove Amri era stato ospitato in località Campoverde di Aprilia, e dove, pare, sia tornato poche settimane prima dell'attentato in Germania, non sembrerebbero essere emersi contatti tra i due tunisini. Ciononostante, gli agenti dell'Antiterrorismo hanno rilevato contatti tra Amri e altri 4 tunisini espulsi dal Ministero dell'interno nell'area di Latina: il 19 marzo 2016 veniva espulso Triki Mohamed, in quanto distribuiva una rivista radicale all'esterno del centro di preghiera islamica; il 20 gennaio 2017 un altro tunisino colto, mentre minacciava di vendicare la morte del "fratello Amri"; il 25 febbraio 2017 era il turno di Moez Guidaoui e quindi il 12 marzo, infine, veniva rispedito in Tunisia Alhaabi Hisham, giacché fomentava un gruppo radicale contro l'imam, moderato all'interno della moschea di Latina;

la notizia, inoltre, dell'arresto del fratello di Ahmed Hanachi, Anis, a Ferrara lo scorso 7 ottobre, solleva ulteriori timori e perplessità: a seguito di mandato d'arresto europeo disposto dalla magistratura francese, il giovane è stato preso in consegna, pronto per essere estradato oltralpe, ove pende a suo carico l'accusa di partecipazione ad associazione terroristica e complicità nell'attentato compiuto da Ahmed. Invero, secondo gli inquirenti, Anis sarebbe stato l'artefice dell'indottrinamento del fratello, nonché responsabile a provocarne la radicalizzazione alla causa jihadista; inoltre, egli rientrerebbe a pieno titolo tra i cosiddetti foreign fighters, tant'è che questi sarebbe sbarcato in Italia nel 2014, successivamente respinto e quindi rientrato dalla Francia dopo un periodo di addestramento in Siria; le autorità transalpine lo segnalano sul territorio italiano il 3 ottobre, ma non escluderebbero che possa aver varcato il confine già il 27 settembre 2017;

la facilità con cui i terroristi stranieri transitano e soggiornano presso il territorio italiano impone una seria riflessione: sono almeno 12, ad ora, gli attentatori islamici che hanno presentato un qualche legame con l'Italia. Oltre ai summenzionati è il caso di ricordare Youssef Zaghba, l'italo marocchino responsabile di quanto occorso ai passanti nel Borough Market di Londra; il belga Salah Abdeslam, l'ultimo uomo del commando stragista del Bataclan, che nel 2015 avrebbe attraversato la penisola; identica dinamica per il terrorista di Bruxelles, Khalid El Bakroui, come anche per l'algerino Khaled Babouri, responsabile del ferimento di due poliziotte belghe presso l'aeroporto di Charleroi, che avrebbe trascorso un periodo di tempo comunque considerevole in Sardegna, nonché Noureddine Couchane stabilmente a Novara, dove guidava i camion di un'impresa edile, per poi vedersi trasformato nella mente della strage del museo del Bardo;

considerato che:

sebbene non vi siano riscontri al momento circa una presunta rivendicazione dell'Isis dell'attentato compiuto a Marsiglia da Hanachi, né contatti con jihadisti, appare innegabile che gli accadimenti descritti siano forieri di allarmismi sia presso la popolazione locale sia presso quella nazionale;

in particolare, la circostanza per la quale sono diversi i soggetti che hanno transitato per la zona di Aprilia, solleva un ragionevole sospetto circa la sussistenza o meno di un legame tra gli stessi, ovvero si annida il dubbio che possa esservi nella frazione di Campoverde una "cellula" o base logistica facente capo a individui di nazionalità tunisina vicini al movimento terrorista di matrice islamica;

è necessario a parere delle interroganti verificare con certezza se sia Amri sia Hanachi abbiano soggiornato nelle campagne di Aprilia nello stesso lasso temporale, sebbene ciò sembrerebbe escluso ad un primo esame, nonché appurare se si siano conosciuti o abbiano avuto contatti, se facciano riferimento ad una medesima cellula terroristica ed infine fugare ogni dubbio in merito all'effettivo livello di sicurezza delle campagne di Aprilia, ove insiste una cospicua comunità tunisina, che spesso alloggia presso capannoni isolati facilmente eludibili ai controlli;

al pari, l'emergenza degli sbarchi di immigrati non può non comportare l'eventualità che tra i richiedenti asilo si annidino potenziali e non terroristi di matrice islamica, rendendo concreta l'evenienza che sul territorio dello Stato si vengano a configurare delle vere e proprie cellule ovvero basi logistiche per la predisposizione di futuri attentati;

in particolare, in seno alla popolazione di Aprilia, la percezione di pericolo o comunque di mancata sicurezza, tanto da richiedere la riunione dell'Osservatorio sulla sicurezza, previsto per il prossimo 25 ottobre, impone interventi concreti,

si chiede di sapere:

ferme restando le competenze specifiche di tutti gli organismi deputati alla lotta e al contrasto delle attività terroristiche facenti capo al Consiglio dei ministri, al Ministero dell'interno e alla Procura nazionale antimafia, quali misure il Ministro in indirizzo intenda intraprendere affinché sia assicurato sull'intero territorio, e più specificatamente nell'area di Aprilia, un maggiore controllo del territorio, nonché sia garantita la sicurezza dei suoi cittadini tutti;

quali iniziative intenda intraprendere al fine di accertare se i componenti della comunità straniera residente nel territorio di Aprilia siano in regola con le norme in materia di permesso di soggiorno e, in caso di inosservanza delle stesse, se non intenda con la massima rapidità procedere ai provvedimenti di espulsione.

(4-08264)