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Atto a cui si riferisce:
S.1/00262 premesso che: Expo 2015 costituisce una straordinaria occasione di confronto per i rappresentanti della comunità internazionale sui temi riguardanti l'agricoltura, l'alimentazione,...



Atto Senato

Mozione 1-00262 presentata da LEANA PIGNEDOLI
giovedì 29 maggio 2014, seduta n.251

PIGNEDOLI, RUTA, ALBANO, BERTUZZI, GATTI, SAGGESE, SCALIA, VALENTINI, FEDELI, PADUA, DE BIASI, AMATI, ANGIONI, ASTORRE, BORIOLI, CALEO, CANTINI, CIRINNA', COCIANCICH, CORSINI, CUCCA, CUOMO, D'ADDA, DEL BARBA, DE MONTE, DI GIORGI, Stefano ESPOSITO, FABBRI, FAVERO, Elena FERRARA, FORNARO, Rita GHEDINI, GIACOBBE, GINETTI, GOTOR, GRANAIOLA, GUERRA, GUERRIERI PALEOTTI, IDEM, LEPRI, LO GIUDICE, LUMIA, MANASSERO, MARGIOTTA, Mauro Maria MARINO, MARTINI, MATTESINI, MICHELONI, MIGLIAVACCA, MIRABELLI, MORGONI, MOSCARDELLI, ORRU', PAGLIARI, PARENTE, PEGORER, PEZZOPANE, PUPPATO, RANUCCI, RICCHIUTI, Gianluca ROSSI, RUSSO, SANGALLI, SANTINI, SILVESTRO, SOLLO, SONEGO, TONINI, TURANO, VACCARI, VATTUONE, VERDUCCI, ZANONI, ZAVOLI - Il Senato,

premesso che:

Expo 2015 costituisce una straordinaria occasione di confronto per i rappresentanti della comunità internazionale sui temi riguardanti l'agricoltura, l'alimentazione, l'ambiente e sulle principali sfide che l'umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni per cercare di raggiungere un equilibrio tra la necessità di produrre cibo e il dovere di tutelare le risorse del pianeta per le generazioni future;

la forza dell'esposizione, dedicata al tema "Nutrire il pianeta, energia per la vita", si misurerà anche in relazione al messaggio culturale che saprà lanciare alla necessità di affrontare e risolvere i grandi paradossi su cibo e alimentazione che il mondo contemporaneo sta affrontando;

tra questi, emergono in particolare la devastante iniquità tra la scarsità di cibo da un lato e problemi di sovranutrizione (con i connessi problemi di obesità e sovrappeso) dall'altro, la carenza di acqua e la scarsità di terreno coltivabile e, nel contempo, lo sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, fino allo spreco e alla dispersione di cibo lungo la filiera alimentare, nelle fasi di produzione, raccolta e consumo;

la grande sfida per l'economia contemporanea sta nel tentare di conciliare sostenibilità ambientale e sviluppo economico e, conseguentemente, adeguare la produzione di cibo alla crescita demografica del pianeta, con un impatto ecologico sostenibile;

la crescita dello squilibrio tra risorse esistenti e una popolazione mondiale in costante e forte aumento si intreccia con ulteriori criticità, connesse ai cambiamenti climatici, ad una gestione non oculata delle risorse idriche, al consumo di suolo agricolo sottratto alla produzione di cibo, ai problemi di approvvigionamento energetico, alla crescente occidentalizzazione delle diete che conduce a sostituire, in misura sempre maggiore, l'alimentazione a base di proteine vegetali con quella a base di proteine animali;

l'insicurezza alimentare è, nel contempo, causa ed effetto della povertà e del sottosviluppo; d'altronde, il benessere nutrizionale delle fasce più povere della popolazione non è soltanto una conseguenza dello sviluppo, ma ne è piuttosto un ineliminabile presupposto;

considerato che:

dai dati riportati in alcune ricerche relative a stili alimentari, spreco di cibo e sostenibilità ambientale, emergono una serie di paradossi che dovrebbero condurre ad una riflessione approfondita sui modelli di produzione e sviluppo agroalimentare del pianeta: ogni anno vengono sprecati circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, ossia un quantitativo quadruplo rispetto alla necessità nutrizionale stimata di oltre 868 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo; ogni anno, nonostante l'enorme diffusione della fame e della malnutrizione, una grande percentuale di produzione agricola è utilizzata per la produzione di mangimi e biocarburanti e si stima che al 2020 la domanda globale di biocarburanti raddoppierà, raggiungendo i 172 miliardi di litri rispetto agli 81 miliardi di litri prodotti nel 2008;

oggi, paradossalmente, per ogni persona malnutrita nel mondo, ve ne sono 2 obese o in sovrappeso (868 milioni di persone sono affamate, mentre un miliardo e mezzo sono in sovrappeso); d'altro canto, a fronte di 36 milioni di persone che ogni anno muoiono per mancanza di cibo, altre 29 milioni di persone ogni anno muoiono per malattie correlate ad un eccesso di cibo (elaborazione BCFN su dati OECD/FAO 2011);

le speculazioni finanziarie sulle derrate alimentari determinano la volatilità nei mercati e l'aumento dei prezzi dei generi alimentari, costituendo una minaccia al diritto dell'uomo al cibo e provocando profondi danni sociali e ambientali;

considerato altresì che:

negli ultimi anni, società multinazionali e soggetti finanziari nonché Stati dotati di molta liquidità ma di scarse estensioni coltivabili, stanno procedendo all'acquisto di milioni di ettari di terra in varie aree del mondo, dando luogo a quella che ormai viene considerata una vera e propria "nuova corsa all'oro", la cosiddetta land grabbing;

negli ultimi decenni, soprattutto nei Paesi a più antica antropizzazione, l'urbanizzazione ha conosciuto una accelerazione senza precedenti. Il suolo è una risorsa limitata non rinnovabile, ed è elemento fondamentale per funzioni ecologiche relative a regolazione dei cicli naturali dell'acqua e delle sostanze minerali e organiche nell'ecosistema, per funzioni biologiche in quanto habitat di una vastissima gamma di esseri viventi, per funzioni economiche quale base delle produzioni agricole, per funzioni culturali in quanto elemento del paesaggio e memoria storica delle attività umane;

l'incremento delle rese produttive in Europa è arrivato al culmine con la rivoluzione verde del Novecento, grazie a migliori varietà vegetali e agli alti livelli di meccanizzazione, ma anche per un uso intensivo di fertilizzanti con il conseguente, rilevante, costo ambientale e la riduzione preoccupante del ricco patrimonio di biodiversità di cui l'Europa era dotata;

rilevato che:

il tema di Expo "Nutrire il pianeta, energia per la vita" sintetizza e rilancia in modo circolare i problemi dell'umanità del terzo millennio: cibo e sostenibilità, alimentazione, energia, pianeta, vita;

il documento strategico di Expo propone un dibattito sul tema dell'alimentazione in una "prospettiva comprensiva di tutti gli aspetti e di tutte le sfumature ideali e culturali del tema, che tenga conto delle molteplici interazioni in gioco, dalla lotta alla fame, alla sostenibilità, alla salute, al cibo come strumento di pace ed espressione culturale";

l'Esposizione universale italiana è un banco di prova per tutti i soggetti partecipanti che si interrogano sulle conseguenze delle proprie azioni per le generazioni presenti e future, e costituisce un'importante sfida per il nostro Paese, impegnato con il Bureau international des expositions a realizzarla;

l'evento è un'occasione non solo per rendere visibili la creatività e la capacità innovativa dei singoli sistemi alimentari ma, soprattutto, per far emergere le questioni più urgenti legate al tema della manifestazione, in un confronto che accresca conoscenza e consapevolezza dell'esigenza di un "Patto globale per il cibo";

oltre alle istituzioni pubbliche e al comitato promotore, anche il mondo della ricerca e dell'imprenditoria privata (dal Consiglio nazionale delle ricerche e al museo Leonardo che propongono la "Carta costituzionale dell'agroalimentare", alla fondazione Barilla center for food & nutrition che propone il "Protocollo di Milano") sta opportunamente avanzando proposte affinché Expo 2015 sia effettivamente l'occasione per giungere alla definizione di un accordo internazionale tra gli Stati partecipanti per stabilire politiche comuni che identifichino soluzioni per i grandi problemi oggi legati a cibo e alimentazione, al fine di giungere alla sottoscrizione da parte di ciascuno Stato di impegni su obiettivi concreti, raccolti in un protocollo globale del cibo,

impegna il Governo ad attivarsi affinché Expo 2015 veda protagonista gli Stati partecipanti, le istituzioni internazionali, gli enti pubblici e privati facenti parte del "sistema Italia", in un confronto con la società civile in merito alle tematiche di seguito elencate, nonché in merito alle politiche pubbliche e alle buone pratiche che ne debbono conseguire, con obiettivi e scadenze vincolanti che realizzino un vero e proprio "patto globale del cibo" secondo le seguenti linee-guida:

1) sull'agricoltura a fini alimentari:

elaborare e incentivare nuove pratiche agronomiche al fine di arrestare l'attuale "impronta ambientale" dell'attività agricola, che ha provocato, negli ultimi decenni, la perdita di interi ecosistemi attraverso un processo incessante di deforestazione, uno squilibrio nella destinazione delle produzioni agricole tra utilizzo alimentare ed energetico;

definire impegni da parte della comunità internazionale che puntino a stabilire un limite di destinazione delle produzioni agricole tra cibo ed energia, nonché un chiaro e certo quadro normativo di contrasto alla speculazione finanziaria sulle materie prime alimentari;

2) sull'agricoltura sostenibile:

elaborare politiche pubbliche per l'incremento produttivo nelle aree del mondo meno produttive, al fine di avvicinare la domanda di cibo in aumento alla capacità di offerta attraverso pratiche agricole ecosostenibili;

incentivare le politiche e i programmi di sviluppo rurale nelle aree agricole mondiali così da consentire agli Stati di valorizzare le produzioni e la materie prime locali e ai produttori di essere più protagonisti nel Governo delle produzioni agricole e nelle dinamiche di commercializzazione, primi garanti della sicurezza e della salubrità delle produzioni;

definire pratiche innovative che utilizzino alte tecnologie, metodi indicati dalle coltivazioni biologiche, sistemi agricoli di precisione, anche al fine di un utilizzo oculato delle risorse idriche (ad esempio il cosiddetto "more crop per drop" ovvero "più raccolto per ciascuna goccia");

3) sulla riduzione degli sprechi nella filiera alimentare:

modificare le distorsioni della catena alimentare dovute a fattori tecnici, economici e comportamentali;

ridurre del 50 per cento entro il 2020 l'attuale spreco di oltre 1,3 milioni di tonnellate di cibo commestibile (l'obiettivo fissato dalla FAO e dal World food programme) attraverso l'attuazione dei seguenti interventi: dare priorità a politiche volte a ridurre lo spreco di alimenti, affrontando le cause del fenomeno e definendo una gerarchia per l'uso degli alimenti anche attraverso l'educazione dei consumatori alla pianificazione dei consumi; riconoscere il contributo positivo della cooperazione e degli accordi a lungo termine sulla filiera alimentare tra agricoltori, produttori e distributori per conseguire una migliore pianificazione e previsione della domanda dei consumatori; fornire il supporto necessario ad avviare iniziative di sensibilizzazione dei consumatori, anche da parte dei professionisti del settore alimentare; definire azioni condivise al fine di evitare che nei Paesi in via di sviluppo i prodotti commestibili si perdano nel passaggio dal coltivatore al mercato per mancanza di modalità di conservazione e trasporto adeguato e, nei paesi industrializzati, si sprechi nella fase della commercializzazione e del consumo;

4) sull'eradicazione della fame e lotta all'obesità, attenersi agli obiettivi di sviluppo del millennio fissati dalle Nazioni Unite, intraprendere adeguate azioni tese a fornire a tutte le fasce della popolazione l'accesso permanente al cibo, a porre fine alla malnutrizione, a rendere i sistemi di produzione alimentare più produttivi, efficienti, sostenibili e resilienti, ad assicurare l'accesso al mercato ai piccoli produttori alimentari;

5) sulla promozione del valore del cibo e di stili alimentari bilanciati:

definire un impegno comune della comunità internazionale e delle relative istituzioni rappresentative al fine di promuovere ed affermare un nuovo approccio al cibo che ne sottolinei il valore nella scala delle priorità dei consumi;

favorire la diffusione di modelli nutrizionali attenti all'impatto sulla salute e sull'ambiente, attraverso informazioni accessibili al consumatore volte alla promozione di scelte più consapevoli da parte dei cittadini.

(1-00262 p. a.)