• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

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Atto a cui si riferisce:
S.4/08294 CENTINAIO - Al Ministro della giustizia - Premesso che: si continua ad assistere, nonostante l'introduzione del reato di omicidio stradale, al fatto che coloro che vengono condannati per...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08294 presentata da GIAN MARCO CENTINAIO
martedì 24 ottobre 2017, seduta n.904

CENTINAIO - Al Ministro della giustizia - Premesso che:

si continua ad assistere, nonostante l'introduzione del reato di omicidio stradale, al fatto che coloro che vengono condannati per delitti di grave allarme sociale non "scontano" la misura della custodia cautelare in carcere, ma vengono loro concessi gli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico;

in particolare emerge dai fatti di cronaca, dal sito della "La Stampa" del 18 ottobre 2017: «Una scena scioccante, quella ripresa dalle telecamere della zona, la domenica del 30 aprile scorso in viale Monza, a Milano. Il suv di Della Torre viaggiava a velocità folle (stando a una perizia cinematica, tra i 115 e i 125 chilometri orari) nella strada quasi deserta delle 7 di mattina di un giorno festivo. Fino a quell'impatto violentissimo con la Nissan grigia del manager appassionato di musica che venne sbalzato a un centinaio di metri di distanza. Il "pirata" riportò invece solo lievi ferite che gli costarono l'arresto quando si presentò in ospedale per farsi medicare. Il gip Natalia Imarisio ieri ha riconosciuto l'impianto accusatorio del pm Francesco Cajani, che aveva chiesto una condanna a 10 anni con lo sconto di un terzo della pena per effetto del rito abbreviato e riconosciuto il reato di omicidio stradale, aggravato dalla fuga. Ma oggi, accogliendo un'istanza del difensore Gianluca Fontana, il giudice ha deciso di attenuare la misura e concedere gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico all'uomo, padre di quattro figli. Secondo il giudice infatti, quelle esigenze cautelari date dal pericolo di reiterazione del reato possono dirsi "attenuate" alla luce "del tempo significativo già trascorse in detenzione (6 mesi di carcere a San Vittore, ndr) e dalla corretta condotta processuale mantenuta dall'imputato sino ad oggi". Una decisione nei confronti della quale il pm aveva ieri espresso parere contrario. Cajani in una memoria depositata al giudice prima della sentenza aveva fatto riferimento "alla violenza omicida che deve essere fermata, all'egoismo che scappa e condanna a morte certa chiunque di noi, a caso". E ancora: "Questo episodio sembra dire che non possiamo confidare nella coscienza di un omicida, che aggredisce i nostri luoghi di vita abituale e poi fugge via"»;

all'interrogante appare inverosimile concedere per fatti così gravi (in una circostanza nella quale il reo Della Torre non solo è fuggito, ma andava ad una velocità impossibile in città, stimata tra i 115 e i 125 chilometri orari) concedere gli arresti domiciliari aggravati dall'applicazione del braccialetto elettronico (tra l'altro il pubblico ministero aveva espresso parere contrario), anziché, nelle more della condanna definitiva, la misura della custodia cautelare in carcere,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e, fermo restando il rispetto delle attribuzioni costituzionali, quali interventi e iniziative di propria competenza, anche di natura emergenziale, intenda adottare alla luce delle vicende illustrate in premessa.

(4-08294)