• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
S.4/08292 CASALETTO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno - Premesso che: il terremoto iniziato il 24 agosto...



Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-08292 presentata da MONICA CASALETTO
martedì 24 ottobre 2017, seduta n.904

CASALETTO - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno - Premesso che:

il terremoto iniziato il 24 agosto 2016, che ha coinvolto le regioni Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo e che ha colpito al cuore il nostro Paese non soltanto in senso geografico, è una vera emergenza nazionale;

il terremoto, di per sé, è un evento naturale che reca gravi danni materiali, ma ancor più psicologici, soprattutto se le azioni messe in atto dalle istituzioni in un anno, sono a parere dell'interrogante risibili, e quasi sempre illogiche;

ci si trova di fronte ad inadempienze continue, in un susseguirsi di rimedi posti con ritardo e spesso segnalati dai soli media o dai comuni cittadini;

tutto questo sta portando ad una paralisi che nel tempo non sarà più governabile. Si avrà la totale scomparsa di tradizioni, commercio, artigianato, eccellenze agroalimentari, la scomparsa vera e propria di interi paesi. Un territorio, specie se montano, è vivo se i suoi abitanti possono conservare memorie, tradizioni, cultura e avere la speranza che tutto questo possa essere goduto anche dalle nuove generazioni. Questa speranza oggi è resa quasi vana in alcune zone colpite dalla suddetta tragedia, principalmente nei comuni dell'alto maceratese;

ad oltre un anno dal sisma, sono ancora molte le cose da fare per poter rendere quei comuni accessibili e poi vivibili. La politica del fare deve corrispondere ad una politica del fare nei giusti tempi. Sono tante le famiglie, gli imprenditori, gli studenti, che nel tentativo di ripristinare una normalità del vivere quotidiano, stanno trasferendo la propria vita lavorativa, gli interessi, se non addirittura la residenza in altre località. È evidente che se dovessero stabilirvisi per tre, cinque o più anni difficilmente torneranno nei paesi di origine, determinando così lo spopolamento di cui molto si parla. Seppur nell'emergenza, l'impasse attuale è dovuta principalmente all'essere rimasti fermi all'emergenza, senza di fatto uscirne;

la firmataria del presente atto non ha l'intento di recriminare e puntare il dito bensì quello di segnalare gravi e permanenti situazioni;

la stampa in questi giorni riporta la notizia che tra i terremotati è aumentato a dismisura il consumo di psicofarmaci, antidepressivi e antipsicotici, per molti è l'unica ancora di salvezza per sopravvivere;

è evidente che non tutti i comuni hanno subito lo stesso danno, dopo oltre 365 giorni, e 40 ordinanze, non è possibile programmare, gestire e considerare Amatrice come Norcia, o Visso e Pieve Torina come Tolentino. Senza nulla togliere a tanti comuni, alcuni di questi sono completamente distrutti, e necessitano di interventi e tempistiche diverse, rispetto a chi riprende, seppure nella difficoltà, il quotidiano vivere con attività, scuole, imprese, eccetera;

ad oggi, nonostante l'impegno di risorse umane ed economiche profuso, vi sono ancora da rilasciare schede FAST e AeDES, con un forte ritardo nella valutazione dei danni, quando avrebbe dovuto esserci ben altra fase di studio, pianificazione e ripartenza;

vi sono un gran numero di edifici classificati con "agibilità di livello B", ovvero temporaneamente inagibili con lievi danni, che, con interventi di poche migliaia di euro, permetterebbero a molte persone di rientrare nelle proprie case in alcune settimane. Purtroppo i vari decreti/ordinanze, finora emessi, non consentono a chi ha presentato i progetti di adeguamento sismico, di avere la certezza di quando, se, ed in che misura, riceverà il rimborso per le riparazioni eseguite a proprio carico;

si è ancora nella fase di messa in sicurezza degli edifici classificati F (edifici inagibili per grave rischio esterno), e questo fa sì che anche gli edifici confinanti o vicini, se pur agibili, vengano classificati F, poiché su di essi incombe un fabbricato pericolante e di conseguenza non possono essere abitati;

ancora oggi si assiste ad opere di messa in sicurezza di edifici laici o religiosi, con spese di centinaia di migliaia di euro per ognuno, edifici che con alta probabilità saranno destinati alla demolizione;

oltre al problema delle macerie da portare via, oltre alla necessità di eliminare le cosiddette "zone rosse", mettendo in sicurezza tutti gli edifici pericolanti, oltre alla necessità di consegnare nel più breve tempo possibile le casette di legno (SAE - soluzioni abitative di emergenza), esiste il grande problema delle esigue risorse messe a disposizione per la microzonazione del territorio;

è dimostrato che i danni provocati alle costruzioni ed alle infrastrutture spesso evidenziano differenze sostanziali in centri abitati, anche a piccola distanza tra di loro. In alcuni casi si osservano crolli e danni notevoli in località che si trovano a grandi distanze dall'epicentro. Gli studi di microzonazione sismica hanno proprio l'obiettivo di razionalizzare la conoscenza sulle alterazioni che lo scuotimento sismico può subire in superficie, restituendo informazioni utili per il governo del territorio, per la progettazione, per la pianificazione per l'emergenza e per la ricostruzione in sicurezza post sisma. Senza conoscere il rischio sismico dell'area in cui si ricostruisce, non si avrà nessuna certezza che al prossimo terremoto quella casa non subisca nuovamente danni, tali da dover costringere Stato o cittadino a metter mano nuovamente al portafogli;

le risorse messe in campo per questi studi, ritenuti necessari e molto cari, ammontano a circa 3.796.000 euro, ma secondo gli esperti questa cifra basta solamente per effettuare un solo carotaggio per ciascun comune. Per effettuarne almeno cinque (come ritenuto giusto dai geologi) servirebbero tra i 30 e i 40 milioni di euro (dieci volte in più di quanto già stanziato);

il Governo per far fronte alla sistemazione delle tante persone rimaste senza un tetto, ha istituito il CAS (contributo di autonoma sistemazione) che varia da 400 a 1.100 euro in base alla composizione del nucleo famigliare; ne ha diritto chi risiede, in modo stabile e continuativo, nelle zone colpite dal sisma e che non intende trasferirsi negli alberghi della costa adriatica o sul lago Trasimeno. Da alcune segnalazioni pervenute alla magistratura, emergerebbe anche il fenomeno dei cosiddetti finti terremotati, che, se pur non residenti nelle zone terremotate, avrebbero cercato di far passare la casa crollata con il sisma come prima abitazione, compilando i moduli della Protezione civile e ottenendo i benefici;

anche per gli affitti nelle zone attorno ai 131 comuni del cratere, purtroppo si è applicata la logica del mercato, quando cresce l'offerta salgono i prezzi, anche perché i locatori, essendo a conoscenza che le famiglie terremotate percepiscono il CAS, hanno adeguato, al rialzo, gli affitti;

sono molti i beni che hanno visto aumentare il loro prezzo: il carburante (30 per cento), gli insaccati e addirittura il latte,

si chiede di conoscere:

quali provvedimenti i Ministri in indirizzo intendano mettere in atto per evitare lo spopolamento dei paesi, intervenendo affinché i proprietari e le imprese che vogliano ripristinare, autonomamente e da subito, gli edifici classificati B, conoscano in che misura e con quale tempistica verranno rimborsati per tale spesa, aiutati da un sistema bancario e legislativo chiaro;

se e come intendano intervenire ai fini della messa in sicurezza degli edifici;

se sia possibile fare in modo che le somme di danaro necessarie a far fronte a questi interventi, possano essere captate ad esempio dai proventi donati dai cittadini con gli SMS solidali e da altre forme di donazione volontaria, che ad oggi sembrerebbero destinate ad opere che con zone e tematiche legate al sisma, hanno poco a che vedere, con conseguente sfiducia dei cittadini per future donazioni;

se non ritengano necessario nominare organi di controllo che verifichino e valutino le opportunità di ricostruzione nelle zone R4, ovvero ad alto rischio geomorfologico;

se non ritengano di intervenire affinché le risorse messe a disposizione per la microzonazione sismica vengano, nel più breve tempo possibile, aumentate, permettendo così che la fase di sondaggio che precede la ricostruzione rispetti i minimi requisiti tecnici di tutte le zone terremotate;

se corrisponda al vero che l'adeguamento sismico (ben più efficace rispetto al miglioramento sismico) sarà riservato soltanto alle nuove costruzioni ed alle ricostruzioni rilevanti. E, nel caso specifico, come si intenda procedere nei riguardi di quegli edifici definiti strategici dalla normativa attuale, come scuole ospedali, caserme, centri commerciali, eccetera;

se non ritengano necessario affiancare i sindaci, istituendo organi di controllo, per aiutare le amministrazioni nelle verifiche dei requisiti dichiarati da coloro che, avendone fatto richiesta, usufruiscono del CAS o beneficiano di altri contributi;

se e come intendano intervenire nel caso i cui si riscontri che i "furbetti finti terremotati", abbiano percepito, senza i requisiti richiesti, il contributo di autonoma sistemazione;

se corrisponda al vero che i canoni di locazione di appartamenti rientranti nelle zone dei 131 comuni del cratere, siano aumentati (senza un vero motivo) e come si intenda intervenire.

(4-08292)