• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE

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Atto a cui si riferisce:
C.5/12579 (5-12579)



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12579presentato daPINNA Paolatesto diGiovedì 26 ottobre 2017, seduta n. 879

   PINNA, BRAGA, CARELLA, CARLONI, FEDI, FRAGOMELI, LA MARCA, PRINA, ROMANINI, SCUVERA e VENITTELLI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   in Italia sono annualmente prodotti milioni di tonnellate di rifiuti inerti, ovvero scarti e rimanenze di materiali da costruzione o materiali derivanti da demolizioni, costruzioni e scavi. Tuttavia, nel nostro Paese solo una bassa percentuale dei rifiuti da edilizia viene riciclata, nonostante vi sia la concreta possibilità di reimmetterli nel processo edilizio come inerti, riducendo l'impatto sugli ecosistemi e promuovendo, al contempo, la creazione di lavoro e di ricerca applicata;

   negli ultimi anni c'è stata una forte spinta a livello europeo e nazionale verso la riduzione dell'impatto ambientale e del consumo di materie prime attraverso l'incentivazione del riciclo dei rifiuti: la direttiva 2008/98/CE (riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione pari al settanta per cento entro il 2020); il decreto ministeriale n. 203 del 2003 («acquisti verdi» per le pubbliche amministrazioni) e la relativa circolare sui rifiuti inerti; il «collegato ambientale» di cui alla legge n. 221 del 2015; le disposizioni del nuovo codice degli appalti di cui al decreto legislativo n. 50 del 2016; il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 24 dicembre 2015 (criteri ambientali per l'affidamento di servizi di progettazione e lavori per nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione edifici e per la gestione dei cantieri della pubblica amministrazione);

   ciò nonostante, le imprese che in questi anni hanno investito in tale direzione incontrano resistenze e atteggiamenti ostativi da parte delle pubbliche amministrazioni a vari livelli territoriali. All'interno della normativa regionale e comunale mancano spesso obblighi di utilizzo di tali materiali nelle opere pubbliche; in particolare, in alcune regioni si riscontra l'assenza dei materiali ottenuti da riciclo all'interno del prezziario regionale dei lavori pubblici: ne consegue che in fase di progettazione le amministrazioni comunali non inseriscono i materiali riciclati, benché questi abbiano prezzi inferiori, anche fino al cinquanta per cento, rispetto a quelli dei materiali da estrazione;

   la crisi del settore delle costruzioni contribuisce ad aggravare la situazione e molte aziende si trovano a dover superare i limiti di stoccaggio di materiale previsti nel provvedimento di autorizzazione. La rimozione del materiale «in eccesso», intimata dagli organi di controllo, significa, in particolare in regioni svantaggiate dal punto di vista logistico, il conferimento in discarica, data la mancanza di alternative economicamente sostenibili, con un aggravio di costi considerevole, che può portare alla chiusura dell'attività;

   anche al fine della tutela dell'ambiente, è necessario che la direzione viri quanto prima verso una reale green economy incentrata sul riciclo. Non bastano le norme generali, serve una puntuale verifica della loro applicazione a cascata: la spinta all'impiego di materiali provenienti dal riciclo in edilizia deve venire sia dalla legislazione nazionale e regionale che dai regolamenti edilizi locali. I vantaggi consisterebbero anche in una riduzione del prelievo da cava che può avere rilevanti impatti paesaggistici e ambientali –:

   quali iniziative intenda adottare per incentivare nei cantieri relativi a infrastrutture ed edifici pubblici, in linea con quanto stabilito dalla normativa di cui in premessa, l'uso di materiali edili da riciclo da parte delle pubbliche amministrazioni;

   se intenda considerare l'opportunità di assumere iniziative per prevedere una maggiore flessibilità nell'applicazione dei limiti per lo stoccaggio del materiale da parte dalle imprese operanti nel settore del riciclo, nel rispetto dei principi di tutela dell'ambiente, affinché la rigidità degli stessi non si riveli controproducente rispetto al fine;

   se non reputi opportuno assumere ogni iniziativa di competenza affinché i prezziari siano aggiornati su tutto il territorio nazionale prevedendo al loro interno materiali provenienti dal riciclo edile;

   se abbia valutato l'ipotesi di assumere iniziative per stabilire, con il coinvolgimento della Conferenza Stato-regioni, specifici criteri per l'attività estrattiva di cava nonché per pervenire a un canone minimo per le relative concessioni, al fine di minimizzare il consumo di suolo e ridurre il rischio idro-geologico.
(5-12579)