• Testo MOZIONE

link alla fonte scarica il documento in PDF

Atto a cui si riferisce:
C.1/01741    premesso che:     numerosi ed autorevoli studi ed indagini statistiche registrano — in Italia e in altri Paesi – una crescente diffusione nella sfera pubblica, sia...



Atto Camera

Mozione 1-01741presentato daSANTERINI Milenatesto diMercoledì 25 ottobre 2017, seduta n. 878

   La Camera,

   premesso che:

    numerosi ed autorevoli studi ed indagini statistiche registrano — in Italia e in altri Paesi – una crescente diffusione nella sfera pubblica, sia on-line sia off-line, del discorso d'odio (hate speech) inteso, secondo la definizione Ecri-Consiglio d'Europa, come: «l'istigazione, la promozione o l'incitamento alla denigrazione, all'odio o alla diffamazione nei confronti di una persona o di un gruppo di persone, o il fatto di sottoporre a soprusi, molestie, insulti, stereotipi negativi, stigmatizzazione o minacce tale persona o gruppo, e comprende la giustificazione di queste varie forme di espressione, fondata su una serie di motivi, quali la razza, il colore, la lingua, la religione o le convinzioni, la nazionalità o l'origine nazionale o etnica, nonché l'ascendenza, l'età, la disabilità, il sesso, l'identità di genere, l'orientamento sessuale e ogni altra caratteristica o situazione personale»;

    le dimensioni raggiunte dal linguaggio d'odio — di cui sono vittima soprattutto alcune categorie sociali — sembrano poter mettere in pericolo i principi e i valori fondamentali della convivenza civile e dei sistemi democratici, e costituiscono il presupposto per la commissione di veri e propri crimini di odio;

    la Camera dei deputati ha pertanto riservato una forte attenzione a questi temi sin dalla XVI legislatura, nel corso della quale era stato costituito, dall'Ufficio di Presidenza della Camera, un Osservatorio sui fenomeni di xenofobia e razzismo, composto in totale di otto deputati e presieduto da due Vicepresidenti della Camera;

    tale impegno è stato intensificato nella legislatura in corso. Significativamente, uno dei primi eventi internazionali promossi dalla Presidenza della Camera è stato il seminario parlamentare «Parole libere o parole d'odio. Prevenzione della violenza online», svoltosi il 10 giugno 2013 in collaborazione con il Consiglio d'Europa;

    la delegazione del Parlamento italiano presso l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha inoltre partecipato attivamente alle iniziative assunte in quella sede, quali la campagna contro l'istigazione all'odio online (No Hate Speech) e l'Alleanza parlamentare contro l'odio;

    nel maggio 2016 è stata quindi istituita presso la Camera dei deputati la Commissione di studio sull'intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio, al fine di operare un'analisi unitaria, organica e multidisciplinare di fenomeni che sono stati sinora, anche in sede parlamentare, trattati in modo segmentato e occasionale;

    la Commissione, presieduta dalla Presidente della Camera, è composta, sul modello già sperimentato per la Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet, da un deputato per ogni gruppo politico, esperti, rappresentanti di Istat, Consiglio d'Europa, Nazioni Unite-UNHCR nonché di centri di ricerca e di associazioni;

    l'iniziativa di istituire tale organismo nasce anche sulla scia dell'azione svolta dal Consiglio d'Europa, che ha costituito una rete denominata «Alleanza parlamentare contro l'odio», sollecitando un ruolo attivo dei parlamenti nazionali in materia;

    con la costituzione della Commissione la Camera è stata la prima assemblea parlamentare in Europa ad aver dato seguito concretamente a queste indicazioni, con l'obiettivo di contribuire a creare in Italia una Alleanza contro l'odio, vale a dire una rete di parlamentari, cittadini e associazioni che si impegnano a contrastare questo fenomeno;

    la Commissione ha avviato i propri lavori il 10 maggio 2016 e, nella seduta del 4 luglio 2016, ha deciso di inserire nella propria denominazione il riferimento a Jo Cox, deputata presso la Camera dei Comuni del Regno Unito, uccisa il 16 giugno 2016 mentre si apprestava a partecipare ad un incontro con gli elettori;

    la Commissione si è riunita 13 volte ed ha svolto 31 audizioni. Ha inoltre acquisito 187 documenti di varia natura (studi, ricerche, pubblicazioni monografiche, raccolte di dati, position papers) prodotti o segnalati da componenti della Commissione stessa, da soggetti auditi nonché dagli uffici della Camera dei deputati e da terzi;

    nella seduta del 6 luglio 2017 la Commissione ha approvato la sua relazione finale che esamina le dimensioni, le cause e gli effetti del discorso di odio;

    la relazione conferma anzitutto — sulla base dell'analisi dei dati forniti dall'Istat e da altre autorevoli fonti nazionali ed internazionali — una preoccupante e crescente diffusione dei fenomeni di odio nel nostro Paese ed evidenzia come essi si alimentino secondo un modello di tipo piramidale;

    alla base della piramide si pongono stereotipi, rappresentazioni false o fuorvianti, insulti, linguaggio ostile «normalizzato» o banalizzato: in sostanza, le persone non adeguatamente informate sono più frequentemente portatrici di atteggiamenti e posizioni che legittimano l'esistenza di diseguali opportunità e si trasformano — ai livelli superiori della piramide — in discriminazioni e quindi in linguaggio o crimini di odio nelle loro varie manifestazioni, sessismo, omofobia e transfobia, razzismo, xenofobia, antigitanismo, antisemitismo, islamofobia, ostilità contro le persone con disabilità, bullismo;

    in questo contesto le donne costituiscono il principale bersaglio di odio, che assume soprattutto le forme del disprezzo, della degradazione e spersonalizzazione, della riduzione ad oggetto sessuale, sia nell'ambito della vita familiare e di relazione sia in rete. All'odio non sfuggono le donne in politica, bersaglio, come documenta la relazione, di insulti specificamente sessisti, sia da parte di colleghi (inclusi quelli del proprio partito), sia sui social media;

    il quadro risultante dalla relazione evidenzia quanto sia inappropriato considerare in modo riduttivo i fenomeni di odio, sottovalutandone la diffusione nella nostra società o derubricando offese razziste, sessiste, omofobe e verso altre categorie sociali a semplici battute, a episodi di goliardia o di esuberanza, a forme di linguaggio diretto;

    il dibattito politico ed istituzionale ha concorso in misura non marginale a diffondere l'uso di forme di disprezzo verbale che in qualche modo sono risultate legittimate nell'uso dei cittadini comuni;

    nella relazione finale viene altresì data particolare attenzione al ruolo dei media, sia tradizionali sia di nuova generazione, per il potere che hanno di informare o viceversa disinformare nonché di veicolare, soprattutto nel caso degli internet provider e dei social network, messaggi di odio;

    dando seguito all'analisi svolta, la relazione rivolge 56 raccomandazioni per prevenire e contrastare l'odio a tutti i soggetti competenti: il Governo, le autorità di regolamentazione e vigilanza, le istituzioni dell'Unione europea, le organizzazioni sovranazionali, i media, l'ordine e il sindacato dei giornalisti, le associazioni e tutti gli altri operatori;

    alcune delle raccomandazioni concernono l'approvazione in via definitiva di alcune importanti proposte di legge già approvate in uno dei rami del Parlamento, tra cui quelle sulla cittadinanza (AS 2092), al fine di facilitare l'inclusione di chi nasce, cresce e va a scuola in Italia, e sul contrasto dell'omofobia e della transfobia (AS 1052). Si sollecita inoltre l'approvazione dei disegni di legge di ratifica del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla cybercriminalità e del Protocollo n. 12 alla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;

    altre raccomandazioni prospettano l'opportunità di procedere operando le pertinenti valutazioni all'esame di proposte di legge, tra quelle volte a prevenire la radicalizzazione e l'estremismo violento di matrice religiosa, in modo da evitare l'insorgere di forme di odio e violenza (AS 2883) e quelle recanti «Norme per la tutela e le pari opportunità delle minoranze storico-linguistiche dei rom e dei sinti» (AC 3541) e «Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, e altre disposizioni in materia di riconoscimento della minoranza linguistica storica parlante la lingua romanì» (AC 3162);

    ulteriori raccomandazioni prospettano l'adozione di appositi interventi di natura legislativa volti a:

   introdurre nell'ordinamento italiano una definizione legale riconosciuta di «discorso d'odio» (hate speech) anche sulla base della definizione fornita dall'Ecri nella Raccomandazione n. 15 adottata l'8 dicembre 2015;

   includere anche i discorsi d'odio sessisti nella legislazione in materia di odio e discriminazione;

   sanzionare penalmente le campagne d'odio (insulti pubblici, diffamazione o minacce) contro persone o gruppi sulla base di pregiudizi e discriminazioni razziali, linguistici, religiosi, nazionalistici, etnici, sessisti, omofobici e transfobici;

   consentire alle organizzazioni attive nel contrasto alle forme d'odio di costituirsi parte civile in giudizio;

   disciplinare le procedure di determinazione dell'apolidia, includendo tutte, le garanzie previste dagli standard internazionali;

   definire una disciplina generale sulla libertà religiosa che garantisca il rispetto di tutte le comunità religiose, la libertà di culto e il diritto ad esercitarlo in condizioni dignitose, contribuendo a combattere le manifestazioni di odio e di discriminazioni di natura istituzionale, sia a livello nazionale sia a livello locale;

   prevedere l'istituzione di un giurì che garantisca la correttezza dell'informazione, come prospettato anche da proposte di legge presentate in questa e in precedenti legislature;

   con specifico riferimento agli operatori della rete, nelle raccomandazioni si chiede al legislatore di valutare, sulla base delle esperienze di altri Paesi e tutelando la libertà d'informazione in Internet, la possibilità di:

   esigere l'autoregolazione delle piattaforme al fine di rimuovere gli hate speech online, evitando vantaggi pubblicitari su notizie false, sulla base del codice di condotta stipulato con la Commissione europea nel maggio 2016;

   stabilire, ove ciò non fosse sufficiente, la responsabilità giuridica solidale dei provider e delle piattaforme di social network e obbligarli a rimuovere con la massima tempestività i contenuti segnalati come lesivi da parte degli utenti;

   alcune raccomandazioni prospettano, infine, l'adozione da parte del Governo o di altre istituzioni nazionali ed europee di misure non legislative adeguate per prevenire e contrastare l'odio;

   in ogni caso, come evidenziato nelle raccomandazioni, occorre responsabilizzare le figure istituzionali e politiche influenti nel dibattito pubblico, adottando meccanismi di regolazione per combattere il discorso d'odio, anche sull'esempio delle apposite modifiche al Regolamento interno del Parlamento europeo introdotte nel dicembre 2016,

impegna il Governo:

1) per quanto attiene alla predisposizione di azioni orizzontali e di natura organizzativa:

  a) a promuovere una strategia nazionale per contrastare in modo complessivo l'odio in tutte le sue forme (razzismo, xenofobia, sessismo, antisemitismo, islamofobia, antigitanismo, bullismo e altri), articolando al suo interno piani di azione specifici per combattere le discriminazioni dei singoli gruppi;

  b) a monitorare costantemente l'evoluzione del contesto socio-culturale in cui prendono vita i fenomeni di odio, hate speech e hate crime, con dati pertinenti e aggiornati;

  c) ad assumere iniziative per potenziare il mandato dell'Unar in direzione di una maggiore autonomia funzionale, in linea con le linee di indirizzo emanate dai Ministeri competenti, coerentemente alle raccomandazioni della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa (ECRI) di indipendenza dell'organismo, promuovendone il lavoro di monitoraggio quotidiano dell'odio on-line;

  d) a ridefinire le politiche per l'integrazione nel quadro di una politica dell'immigrazione europea, in particolare dei richiedenti asilo e dei beneficiari di protezione internazionale, predisponendo misure specifiche di sostegno e inserimento per prevenire e contrastare la loro marginalizzazione sociale e i fenomeni di intolleranza e xenofobia nella popolazione;

2) per quanto attiene alla raccolta e all'analisi di dati e statistiche:

  a) ad adoperarsi per assicurare che la raccolta dei dati relativi ai discorsi e ai crimini di odio sia informata a principi di certezza e pubblicità, assicurando standard omogenei a livello europeo, anche incrementando e coordinando fra loro gli strumenti di monitoraggio degli hate crimes a livello di Ministero dell'interno (Oscad) e Ministero della giustizia, dotandoli di strumenti adeguati;

  b) ad adeguare, in particolare, i metadati sugli hate crimes inseriti nel sistema di informazione interforza (Sdi) alla International Classification of Crime for Statistical Purpose (Iccs – United Nations Office on Drug and Crime), ai fini dell'integrazione statistica dei dati dello Sdi nel sistema informativo di cui sopra e di una loro comparabilità internazionale;

  c) a riconoscere il sessismo come movente discriminatorio e ambito specifico di analisi dei discorsi di odio;

3) per quanto attiene alla predisposizione tempestiva di iniziative finalizzate alla tutela delle vittime:

  a) ad adottare iniziative per migliorare la conoscenza dei propri diritti da parte delle vittime, incluso il diritto a ottenere una riparazione amministrativa, civile o penale, istituendo uffici e personale dedicato presso le questure;

  b) a rendere più efficace la possibilità di denunciare atti d'odio, coordinando e monitorando a livello nazionale i sistemi di ricezione delle segnalazioni e la realizzazione di applicazioni mobili e favorendo la cooperazione tra gli enti che già svolgono questa funzione;

4) nell'ambito dell'applicazione della normativa e degli altri strumenti vigenti:

  a) ad applicare, nello spirito della legge n. 205 del 1993, le norme di contrasto all'incitamento all'odio razziale che si fonda «in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l'umanità e dei crimini di guerra» (legge n. 115 del 2016);

  b) ad attuare la Strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e Camminanti, ponendo fine all'esistenza di insediamenti segreganti e a sgomberi senza alternative e promuovendo l'inclusione scolastica, sociale, lavorativa e abitativa di tali comunità;

5) in relazione alla tutela della libertà religiosa:

  a) ad adottare iniziative per proseguire l'azione di adeguamento dello statuto giuridico dell'Islam in Italia, sia attraverso la celere attivazione delle procedure di riconoscimento degli enti di culto sulla base della legislazione vigente, sia attraverso la predisposizione di un adeguato percorso finalizzato alla stipulazione di una o più intese con lo Stato ex articolo 8, terzo comma, della Costituzione, contrastando allo stesso tempo ogni forma di islamofobia;

  b) a promuovere il coordinamento tra Ministero dell'interno e Anci nonché il ruolo di vigilanza dei prefetti, al fine di assicurare su tutto il territorio nazionale il rispetto del diritto all'apertura dei luoghi di culto quale condizione essenziale del diritto di libertà religiosa e fondamentale azione di integrazione delle comunità religiose in Italia;

6) nell'ambito della collaborazione con la società civile:

  a) a promuovere, per quanto di competenza, la collaborazione con le associazioni della società civile per quanto riguarda l'attività di consulenza e sostegno, psicologico e materiale alle vittime di odio, promuovendo e ampliando altresì la collaborazione a livello internazionale con le campagne No Hate Speech e l'Alleanza parlamentare contro l'odio del Consiglio d'Europa;

7) nell'ambito della predisposizione di azioni di carattere culturale/educativo:

  a) a garantire e a diffondere la conoscenza delle norme previste dalla legge 29 maggio 2017, n. 71 «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo», nonché l'applicazione delle linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

  b) a diffondere tra gli studenti la conoscenza dei principi contenuti nella dichiarazione dei diritti in Internet, elaborata dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet della Camera dei deputati, come previsto nel protocollo d'intesa tra Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e Camera dei deputati (ottobre 2016);

  c) ad assumere iniziative per definire nuove disposizioni in materia di educazione alla cittadinanza finalizzate agli obiettivi di rispetto, apertura interculturale, inter-religiosa e contrasto ad intolleranza e razzismo, potenziando anche i programmi di formazione interculturale per le forze dell'ordine, i magistrati, e gli operatori della società civile; a sviluppare programmi di conoscenza delle tradizioni religiose, anche nei loro profili storici, sociali, giuridici e culturali nonché programmi ed azioni contro l'antisemitismo e il razzismo, a partire dalla memoria della Shoah;

  d) a rafforzare l'educazione al rispetto nelle scuole, finalizzata in particolare al rispetto e alla valorizzazione delle differenze di appartenenza di sesso e di orientamento sessuale;

  e) a coinvolgere la Federazione italiana giuoco calcio (Figc) e le Federazioni sportive in un'attiva campagna di promozione contro il razzismo negli stadi e nello sport in genere, assumendo iniziative per assicurare l'applicazione delle norme che prevedono l'interruzione del gioco nel caso di comportamenti e cori razzisti o antisemiti;

8) per quanto riguarda le azioni relative ai media:

  a) ad adoperarsi per la celere approvazione della proposta di modifica della direttiva EU 2010/13/UE ed, in particolare, delle disposizioni che includono tra i servizi audiovisivi i social media che offrono un servizio di piattaforma di condivisione video;

  b) ad assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché le grandi piattaforme dei social media (come Facebook, YouTube, Twitter, Instagram, Google) seguano il codice di condotta della Commissione europea, adottando in modo trasparente efficaci e tempestivi strumenti e filtri di controllo e tempestiva rimozione dei contenuti offensivi o incitanti all'odio, su segnalazione dei singoli o di associazioni in loro difesa;

  c) ad assumere iniziative affinché piattaforme dei social network istituiscano uffici dotati di risorse umane adeguate, al fine della ricezione delle segnalazioni e la rimozione tempestiva dei discorsi d'odio, anche attivando alert sulle pagine online e numeri verdi a disposizione degli utenti;

  d) a richiedere alle piattaforme l'inserimento di efficaci alert o early warning prima della pubblicazione di hate speech per informare delle possibili conseguenze penali nella diffusione di tali contenuti;

  e) ad assumere iniziative per garantire efficaci forme di «diritto all'oblio» a soggetti danneggiati dai discorsi d'odio;

  f) a sostenere e promuovere blog e attivisti «no hate» o testate che promuovono una contronarrazione e campagne informative rispetto al discorso d'odio soprattutto nel mondo non profit, delle scuole e delle università, anche attraverso l'attribuzione del certificato «No Hate» promosso dall'Alleanza parlamentare contro l'odio del Consiglio d'Europa;

  g) ad assumere iniziative affinché l'Ordine professionale e il sindacato dei giornalisti rafforzino il controllo della deontologia professionale e la formazione.
(1-01741) «Santerini, Pollastrini, Binetti, Dambruoso, Kronbichler, Pisicchio».