• Testo INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE

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Atto a cui si riferisce:
S.3/01003 CIOFFI, AIROLA, MORONESE, NUGNES, PUGLIA, CAPPELLETTI, BERTOROTTA, SERRA, CATALFO, MONTEVECCHI, SIMEONI, MANGILI, DE PIETRO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del...



Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01003 presentata da ANDREA CIOFFI
martedì 3 giugno 2014, seduta n.253

CIOFFI, AIROLA, MORONESE, NUGNES, PUGLIA, CAPPELLETTI, BERTOROTTA, SERRA, CATALFO, MONTEVECCHI, SIMEONI, MANGILI, DE PIETRO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - Premesso che:

il 18 luglio del 1995, alle ore 3.02, scoppiò un incendio presso la ditta Agrimonda Srl di Mariglianella (Napoli), una società addetta alla commercializzazione di prodotti per l'agricoltura, inclusi pesticidi, fitofarmaci, concimi fertilizzanti, eccetera. L'incendio interessa un'area di circa 2.700 metri quadri, su cui insistono una palazzina di due piani adibita ad ufficio e un capannone in cui è stoccata la merce;

data l'entità del rogo (colonna di fumo alta circa 100 metri con un raggio di 40 metri, di colore bianco con venature giallastre e arancione) sul luogo accorsero i vigili del fuoco di Nola, Afragola e Pianura. Il responsabile dell'ASL (Azienda sanitaria locale) NA4 richiese l'intervento della SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) e consigliò al sindaco di emettere un'ordinanza cautelativa di sgombero della popolazione per un raggio di 500 metri dal sito in fiamme e di sospensione della raccolta dei prodotti agricoli coltivati nel raggio di 500 metri per almeno 20 giorni;

alle 11.30, dopo oltre 8 ore dall'inizio dell'incendio, arrivarono le schede tecniche dei prodotti stoccati e i Vigili del fuoco e l'ASL realizzarono che l'acqua non è il mezzo di spegnimento più idoneo, dunque si proseguì con materiale inerte (sabbia e terra) da versare sul cumulo e si decise inoltre di far indossare gli autorespiratori agli operatori coinvolti nello spegnimento;

l'incendio venne domato alle ore 14:00 dello stesso giorno e le operazioni di ricoprimento continuarono fino alle 22:00;

sulla base dei dati forniti dalla proprietà, si evince che al momento dell'incendio erano presenti circa 235 tonnellate di antiparassitari, 750 tonnellate di concimi, 6 tonnellate di plastica, 40.000 litri di pesticidi liquidi; tra i prodotti a maggiore tossicità e presenti in grandi quantità, vi erano Antracol Fort Blue/Bianco (fungicida), Basamid (insetticida), Galben Blu/Bianco (fungicida), Linuron (diserbante), Pirimor (insetticida), Tairel M 8-65 Bianco/Blue (fungicida), Tiosol (insetticida), Vapam (fungicida), Seccattutto (erbicida);

considerato che:

a giugno 2014, dopo 19 anni dall'incendio, il sito si presenta ancora occupato in gran parte dal cumulo residuale del rogo e dai resti della palazzina, che versano in stato di completo abbandono, incluso il locale seminterrato da cui "proviene un cattivo odore di prodotti chimici" (Relazione CTU- Consulenza tecnica d'ufficio- ottobre 2010 Tufano + 20 Ministero Ambiente ed altri -Tribunale NA X Sez. Civ. G.U. dottoressa Sica R.G. n. 9376/09);

il cumulo residuale del rogo, che in base a quanto riferito dai proprietari dovrebbe poggiare su una soletta di calcestruzzo, ha un'altezza di circa 2 metri ed è ricoperto da un telo impermeabile, ancorato alle pareti laterali della palazzina con listelli e al muretto perimetrale di calcestruzzo, su cui è posizionata una rete metallica con lamiera. Il telo è stato sostituito più volte a causa delle discontinuità che si sono formate negli anni ed ancora oggi risulta danneggiato, consentendo la fuoriuscita di emissioni gassose dal cumulo verso l'ambiente esterno;

considerato inoltre che:

le indagini sulle matrici ambientali (suolo, acque sotterranee e aria) non hanno evidenziato criticità, ma, a parere degli interroganti, c'è motivo di ritenere che siano state effettuate con superficialità e scarso rigore tecnico-scientifico, riducendone drasticamente la significatività;

per le indagini sulle acque di falda, ad esempio, sono stati monitorati i pozzi a monte e non a valle del sito, inoltre la ricerca dei pesticidi nelle acque è stata fatta secondo una lista che non ha tenuto conto dei principi attivi delle sostanze stoccate nel sito;

non è mai stata effettuata una campagna di monitoraggio dell'aria intorno al sito, nonostante, fin dai primi giorni dopo l'incendio, i cittadini avessero lamentato un forte e costante odore di fitofarmaci e idrocarburi. Solo nel 2007 e nel 2008, in alcuni rilievi puntuali, vengono registrati dall'ARPAC (Agenzia regionale per la protezione ambientale Campania) picchi di benzene, toluene e xilene, ma vengono attribuiti dalla stessa ARPAC alla combustione dei carburanti per autotrazione;

nel luglio 2008, Iacorossi SpA, incaricata dal commissariato alle Bonifiche di procedere alla bonifica del sito, ha svolto una serie di campionamenti e misurazioni sul deposito, tra cui la caratterizzazione dei gas interstiziali prelevati in 18 pozzetti. Vengono rilevati i seguenti valori: Idrogeno Solforato 52,0 mg/m3 (pz5), 93,20 mg/m3 (pz12), limite di legge 14 mg/m3; Etilbenzene 405,14 mg/m3 (pz15), limite di legge 434 mg/m3; Xileni 3.015,04 mg/m3 (pz15), 591,54 mg/m3 (pz16), limite di legge 434 mg/m3; Trimetilbenzene 605,14 mg/m3 (pz7), limite di legge 123 mg/m3;

i vari enti e/o professionisti, incaricati di redigere indagini e/o piani, hanno sempre riconosciuto l'elevata tossicità e pericolosità del cumulo, concludendo le loro relazioni con la richiesta di immediata rimozione del materiale;

nel 2005 un'associazione di tecnici, incaricata dal Comune di Mariglianella, ha redatto un piano per la caratterizzazione e la rimozione del cumulo;

nel 2006 il sito è stato inserito nei S.I.N. (Siti d'interesse nazionale) e il Comune trasmette il piano al subentrato commissariato alle Bonifiche, che stima in 8 milioni di euro la cifra necessaria alla rimozione, trasporto e stoccaggio in discarica del materiale: tale costo è da imputare all'elevata tossicità del cumulo da smaltire;

il commissariato alle Bonifiche ha incaricato allora, nel 2009, la società Iacorossi di procedere ad attività nel sito per provare a ridurre il carico inquinante del cumulo scegliendo la tecnica del bioventing;

nel dicembre 2009 il commissariato alle Bonifiche, ormai in liquidazione, ha riconsegnato il sito al Comune;

nell'ottobre 2011, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha risposto con una nota ai ripetuti esposti delle associazioni locali e ad un'esplicita richiesta del Prefetto di Napoli, ammettendo di non avere fondi da destinare ad Agrimonda e demandando, di fatto, alla Regione Campania e al Comune di Mariglianella la bonifica del sito;

nel novembre 2011, su pressione delle associazioni, il Comune di Mariglianella ha incaricato l'ARPAC di eseguire un monitoraggio sulle acque di falda e sulla qualità dell'aria nelle aree circostanti il sito Agrimonda;

nel maggio 2012 l'onorevole Francesco Barbato ha eseguito un sopralluogo sul sito e poi ha presentato un'interrogazione (4-16069) al Ministero dell'ambiente sulla questione Agrimonda, che non ha ricevuto risposta;

nello stesso mese la Commissione consiliare speciale per il controllo delle bonifiche ambientali e i siti di smaltimento rifiuti ed ecomafie della Regione Campania, su richiesta delle associazioni locali, ha eseguito un sopralluogo sul sito;

nel luglio 2012 sono stati interdetti all'uso 8 pozzi intorno al sito, a causa di elevati valori di fluoruri e nitrati;

nel dicembre 2012, in modo del tutto irrituale, il deputato Paolo Russo ha annunciato da parte del Ministero dell'ambiente lo stanziamento di un milione di euro per la bonifica di Agrimonda, affidata alla Regione Campania e al Comune di Mariglianella: i lavori sarebbero dovuti cominciare a marzo 2013, ma emersero dubbi sul fatto che i soldi stanziati sarebbero stati sufficienti alla completa bonifica;

nel maggio 2013 la SOGESID SpA venne incaricata, nell'ambito dell'accordo di programma Regione-Comune, dei lavori di rimozione e caratterizzazione del sito Agrimonda. La Regione si impegnò a coprire eventuali cifre eccedenti la somma stanziata dal Ministero competente,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto e quali attività abbia posto in essere quale soggetto competente alla gestione del sito SIN per tutelare la salute degli abitanti, visto che sono trascorsi ben 19 anni dall'evento;

quali siano stati gli esiti dei controlli effettuati sull'aria e sull'acqua di falda nelle zone limitrofe al sito in questione nonché i risultati dei controlli sui prodotti ortofrutticoli coltivati nelle aree adiacenti;

quale sia il motivo per cui, ad oggi, non siano ancora iniziati i lavori per la bonifica e la relativa rimozione del cumulo tossico e quali le cause ostative alla rimozione del cumulo di materie inquinanti dall'epoca del disastro;

quale sia l'attuale stato d'avanzamento delle operazioni di bonifica in questione e con quali atti il Ministero dell'ambiente stia procedendo;

con quali provvedimenti si intenda operare per la bonifica complessiva del sito e delle aree adiacenti e quale sia il cronoprogramma.

(3-01003)